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Acqua, cosa farà il commissario anti siccità

Il governo ha finalmente deciso che contro la siccità non basta affidarsi al Dio della pioggia e si prepara a nominare un commissario straordinario per affrontare un problema diventato ordinario. Ma cosa farà? Il Taccuino di Federico Guiglia

 

Il governo ha finalmente deciso che contro la siccità non basta affidarsi al Dio della pioggia e si prepara a nominare un commissario straordinario per affrontare un problema diventato ordinario.

La nuova figura istituzionale sarà introdotta con un decreto-legge – dunque con efficacia immediata – e si avvarrà di una cabina di regia con i ministri interessati per semplificare procedure e accelerare gli interventi.

Non è dato ancora di sapere come e con quali compiti operativi l’incaricato potrà incidere nel concreto. E soprattutto elaborare e far valere un piano idrico nazionale per evitare i due mali che affliggono la paradossale mancanza d’acqua per un Paese circondato dal mare.

Il primo e ormai cronico errore è quello di dover correre ai ripari quando l’acqua già scarseggia e danneggia i cittadini e l’economia.

Com’è noto, gli interventi, gli investimenti e la programmazione vanno realizzati quando le cose vanno bene, non quando regna l’aridità in pieno inverno. Prevenire è l’unico modo per non trovarsi con la Pianura padana o con la Sicilia in affanno e per non perdere (dati Istat) più del 40 per cento dell’acqua trasportata e immessa nel sistema. Si sprecano 150 litri d’acqua al giorno per abitante: il danno e la beffa.

Ma il fatto che il Po, il fiume più grande d’Italia (attraversa ben 13 province) registri i livelli più bassi degli ultimi settant’anni, rivela il secondo e negativo effetto della siccità. S’assiste a un’incredibile guerra dell’acqua tra istituzioni locali che dovrebbero, invece, condividere risorse appartenenti a tutti i cittadini e all’intera Nazione.

Toccherà, allora, al commissario non solo individuare formule di compartecipazione fra territori, chiamati al dovere di una solidarietà consapevole, ma anche a pianificare il futuro con scelte virtuose per tutti. Significa meno sprechi e maggiori riserve d’acqua per fronteggiare la siccità prima che arrivi, perché arriverà. Ecco l’unica certezza alla luce del clima cambiato, dell’inquinamento, delle precipitazioni col contagocce che colpiscono allo stesso tempo l’ambiente, l’agricoltura e l’industria.

Avrà molto da fare, il commissario, fra dispersione d’acqua nella distribuzione, insufficiente manutenzione delle reti e un sistema nel complesso molto meno efficiente del necessario.

(Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi)

www.federicoguiglia.com

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