skip to Main Content

Istituti Di Ricerca Cinesi

Accordo Usa-Cina sul commercio. Numeri, commenti e scenari

Che cosa prevede l'accordo di "Fase 1" sui dazi siglato fra Usa e Cina.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il vice premier cinese, Liu He, hanno firmato l’accordo di “Fase 1” sui dazi. L’intesa prevede l’impegno della Cina ad acquistare nei prossimi due anni prodotti statunitensi per circa 200 miliardi di dollari, mentre i dazi più alti, quelli su prodotti cinesi dal valore di 360 miliardi di dollari annui e su prodotti statunitensi da 100 miliardi di dollari l’anno, rimarranno per il momento in vigore.

CHE COSA È STATO DECISO

Usa e Cina raggiungono dunque una tregua. Dopo mesi di trattative e incertezza, Donald Trump e il vice premier cinese Liu He firmano l’atteso accordo commerciale, la cosiddetta Fase 1, che scioglie alcuni nodi del contenzioso fra Washington e Pechino.

L’ACCORDO IN SINTESI

In base all’intesa la Cina si impegna ad acquistare ulteriori 200 miliardi di prodotti e servizi americani, a non lanciarsi in svalutazioni della propria valuta e a proteggere la proprietà intellettuale. Gli Stati Uniti dal canto loro sospendono gli aumenti dei dazi.

CAPITOLO ENERGIA

Sull’energia Pechino importerà grandi quantità di petrolio, gas liquefatto (Lng), gas naturale (Gpl) e materie prime petrolchimiche americane per 52,4 miliardi di dollari nel biennio.

AGRICOLTURA E SERVIZI

La Cina ha anche assicurato l’aumento degli acquisti di prodotti agricoli per 32 miliardi di dollari aggiuntivi nel biennio che faranno salire il totale dell’export Usa oltre i 40 miliardi di dollari. In ultimo la Cina si è impegnata ad acquistare 37,6 miliardi di dollari dal settore dei servizi.

TAGLI E CUCI

Gli Stati Uniti dalla loro parte hanno acconsentito a tagliare della metà l’aliquota imposta il primo settembre su 120 miliardi di dollari di merci  cinesi, al 7,5%. I dazi del 25% decisi dagli Usa in precedenza su 250 miliardi di export cinese restano in vigore, ha riportato il Sole 24 Ore.

DAZI E TARIFFE

Tutti i dazi verranno cancellati, secondo Trump, quando e se verrà raggiunto l’accordo sulla fase due. I 160 miliardi di dazi su smartphone, computer portatili e giocattoli che il 15 dicembre l’amministrazione Usa aveva deciso di non applicare, sono sospesi per sempre. Così come le contro-tariffe del 25% sulle auto Usa che Pechino minacciava di applicare sono cancellate in via definitiva.

LE REAZIONI

Trump esulta, ringrazia il presidente cinese Xi Jinping definendolo un suo “grande amico” e ribadisce che in “un futuro non lontano andrà in Cina”. Fra sorrisi e battute parla di un “accordo storico”, di un “importante passo in avanti” verso una relazione più equilibrata fra i due paesi.

CHE COSA HANNO DETTO TRUMP E XI

I dazi – ha spiegato Trump- al momento restano perché servono come leva per le trattative della Fase 2 dell’accordo, che partiranno a breve. “Saranno rimossi se la Fase 2 verrà completata” dice senza intravedere la necessità di una Fase 3 delle trattative. Soddisfatto dell’intesa anche Xi. In una lettera inviata al tycoon e letta da Liu, il presidente cinese sottolinea l’importanza dell’accordo commerciale non solo per Stati Uniti e Cina ma per il mondo intero, e osserva come l’intesa mostri che Washington e Pechino sono in grado di agire nel reciproco rispetto.

ATTESA E SCETTICISMO

Ma la diffusione dei dettagli dell’intesa raffredda però l’ottimismo: molti analisti la ritengono infatti vaga e debole rispetto agli annunci iniziali. In ogni caso la firma spazza via, almeno temporaneamente, l’incertezza che finora ha tenuto alla finestra i mercati e sancisce l’avvio di quella che diversi osservatori chiamano già tregua armata.

L’ANALISI DELL’ECONOMISTA

Per entrambi i costi del protezionismo sono insostenibili. Gli economisti Mary Amiti, Stephen Redding e David Weinstein, in un recente studio della Federal Reserve di New York, hanno osservato che il costo per ogni famiglia e impresa importatrice americana dei dazi del 10% imposti da Trump nel 2018 è stato di 414 dollari all’anno, 52,8 miliardi in totale. Costi dovuti all’aumento del prezzo dei beni importati, ha scritto oggi l’economista Giorgio Barba Navaretti sul Sole 24 Ore: “Allo stesso tempo la Cina ha bisogno di continuare ad importare prodotti e tecnologia americana. L’idea di poter raggiungere la frontiera tecnologica da sola senza adottare parte delle innovazioni Usa è del tutto illusoria, a parte qualche eccezione. Si parla molto del concetto di decoupling, disaccoppiamento, separazione, ossia l’interruzione delle catene globali di produzione, ma è illusorio pensare che la Cina possa fare a meno dell’America e viceversa”.

Back To Top