La posizione di Abedini è decisamente più complessa di chi da una parte lo paragona a Cecilia Sala come ostaggio innocente e chi dall’altra lo liquida automaticamente a trafficante d’armi o terrorista.
Il punto politico-giuridico? Violazione leggi statunitensi e richiesta di estradizione.
Difatti, l’Italia, dopo avere arrestato a Milano Abedini su richiesta americana, per violazione di leggi americane, vede una propria connazionale arrestata ingiustamente in Iran a mero scopo ritorsivo e utilizzata come leva negoziale per ottenere la liberazione di Abedini.
Da un lato gli Stati Uniti chiedono e vogliono l’estradizione. Dall’altro l’Iran vuole il rilascio. Per giocare questa partita, l’Iran sta usando una giornalista innocente tenuta in cella in condizioni deplorevoli. La posizione diplomatica italiana è dunque piuttosto delicata.
Sulla posizione di Abedini, complessa nell’intreccio tra giurisdizioni, settore della difesa e responsabilità, rimando qua in forma più esaustiva per chiarezza.
Sul nodo politico-giuridico: in tema di estradizione, vi è da un lato la valutazione dei presupposti da parte della Corte d’appello (nel caso di specie, non è scontato che l’ipotesi delittuosa avanzata negli Usa, salvo non venga riconosciuto il terrorismo, sia prevista anche qua).
Dall’altro, la decisione politica del Ministro della giustizia. Qui si gioca la partita più delicata in ambito diplomatico. Perché trattasi di decisione politica di estradare o no. Italia: da un lato le richieste Usa, dall’altro dell’Iran, con la leva dell’ostaggio innocente.