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Trump

Trump vuole stracciare il trattato Inf per silurare Russia e Cina

Il punto di Marco Orioles

La stampa mondiale riferisce con molta enfasi dell’imminente decisione degli Stati Uniti di uscire dal trattato INF siglato nel dicembre 1987 dal presidente americano Ronald Reagan e da quello sovietico Mikhail Gorbaciov. Un trattato che introdusse un bando, valevole per entrambe le parti, per tutti i missili nucleari e non nucleari a corto e medio raggio (per una gittata compresa tra i 500 e i 5.500 km) basati a terra. Una mossa che portò all’eliminazione complessiva di circa 2.700 missili. E, soprattutto, pose fine alla corsa degli armamenti che aveva condotto negli anni precedenti Usa e Urss a puntare sullo schieramento in Europa rispettivamente dei missili Pershing e cruise e degli SS-20. Un incubo che fu fugato con quella firma coraggiosa da parte dei due capi di Stato di un trattato che viene considerato una pietra miliare nel campo del controllo degli armamenti.

CHE COSA E’ IL TRATTATO INF

È da anni che il trattato INF scricchiola, a causa anzitutto della decisione russa di costruire nuovi sistemi in aperta violazione dell’accordo. Nel 2014, l’ex presidente Barack Obama puntò il dito su Mosca per via della fabbricazione del nuovo missile Novator 9M729, noto in ambiente Nato come SSC-8.

LE VERE MIRE DI TRUMP SU RUSSIA E CINA

Ma non c’è solo la Russia, nel radar americano. Gli Usa sono anche preoccupati per quanto accade nel Pacifico, dove la Cina sta producendo e schierando un arsenale missilistico che, qualora fosse firmataria dell’INF, non potrebbe detenere. Nell’ottica della rinnovata competizione strategica tanto con Mosca quanto con Pechino, gli Stati Uniti desiderano ora avere mano libera, sganciandosi da un vincolo che gli avversari hanno abbondantemente eluso.

LE PAROLE DEL PRESIDENTE USA

“La Russia ha violato l’accordo” INF, ha dichiarato ieri il presidente Usa Donald Trump ai reporter. “Lo hanno violato per molti anni e non so perché il presidente Obama non abbia negoziato o non sia uscito” dall’accordo, ha precisato il capo della Casa Bianca. “Non abbiamo intenzione di lasciarli violare un accordo nucleare e fabbricare armi che non sono consentite a noi”, ha proseguito il presidente.”Siamo quelli che sono rimasti nell’accordo e l’abbiamo onorato, quindi abbiamo intenzione di terminare l’accordo”.

CHE COSA SI ASPETTA TRUMP DA RUSSIA E CINA

L’uscita americana dall’INF viene data per certa da The Donald “a meno che la Russia venga da noi e la Cina venga da noi e ci dicano, ‘Cerchiamo di essere intelligenti e nessuno di noi sviluppi quelle armi’, ma se la Russia lo farà e la Cina pure e noi aderiamo all’accordo, questo è inaccettabile”. “Dobbiamo fabbricare queste armi”, ha concluso Trump, evidentemente indisponibile ad accettare di competere con le mani legate con due potenze che manifestano intenzioni e comportamenti aggressivi.

L’OK DELLA NATO A TRUMP

Piena sintonia con la denuncia di Trump è manifestata dal Segretario generale Nato Jens Stoltenberg. La Nato, ha dichiarato Stoltenberg, è “preoccupata per l’assenza di rispetto da parte della Russia dei suoi impegni internazionali, incluso (…) il trattato INF”. Un trattato che, ha aggiunto Stoltenberg, ha avuto il merito di abolire “un’intera categoria di armi” e di diventare un “elemento cruciale della nostra sicurezza”. Ora però “questo trattato è in pericolo a causa delle azioni russe. (…) Dopo anni di dinieghi, la Russia ha recentemente riconosciuto l’esistenza di un nuovo sistema missilistico chiamato 9M729. La Russia non ha fornito alcuna risposta credibile su questo nuovo missile. Tutti gli alleati concordano che la valutazione più plausibile è cha la Russia sia in violazione del trattato. È perciò urgente che la Russia risponda a queste preoccupazioni in modo sostanziale e trasparente”.

LE ATTESE SU BOLTON A MOSCA

Se l’annuncio di ieri prelude al ripudio dell’INF e ad una conseguente quanto inesorabile nuova corsa agli armamenti, o invece ad un nuovo negoziato con Mosca, allargato magari anche a Pechino, è tema su cui si avranno maggiori chiarimenti questa settimana, durante la quale il Consigliere per la Sicurezza Nazionale americano John Bolton è atteso a Mosca. Nei suoi colloqui, Bolton solleverà senz’altro la questione, allargando probabilmente la discussione ad un altro argomento correlato: il destino dell’accordo New Start firmato nel 2010 da Usa e Russia che ha limitato il numero delle testate strategiche detenute da ambedue le potenze al tetto di 1.550. Anche il New Start, in scadenza nel 2021, è un trattato ballerino: è nota ad esempio la contrarietà dello stesso Bolton e del suo consigliere Tim Morrison, che al Consiglio di Sicurezza Nazionale segue il dossier del controllo degli armamenti.

CHE COSA SI DICE IN RUSSIA

La possibilità che gli Usa si rimangino l’INF viene accolta con sospetto da Mosca. Che ha affidato alle dichiarazioni di una fonte del ministero degli Esteri, rilanciata dalle tre principali agenzie di stampa del paese, il compito di esprimere le proprie piccate perplessità. Per la fonte, l’eventuale decisione Usa di uscire dal trattato sarebbe la riprova del “sogno” coltivato da Washington “di un mondo unipolare”. La Russia, prosegue la fonte, ha “pubblicamente denunciato molte volte il corso della politica Usa” che, stanti i segnali, potrebbe condurre allo“smantellamento dell’accordo nucleare”. Uno sviluppo negativo che Mosca attribuisce dunque alla volontà americana di rilanciare e acuire la competizione strategica, riattizzando l’antica rivalità, negando ogni propria responsabilità come invece gli americani tendono a sottolineare.

DOMANDE E TIMORI IN EUROPA

In Europa, naturalmente, si guarda con estrema preoccupazione ai segnali che giungono da Washington. Consci della concreta possibilità di un’escalation con la Russia, e del fatto che il territorio europeo ne sarebbe il terreno, i ministri della Difesa Nato hanno emesso un comunicato congiunto nel quale sottolineano come l’INF “sia stato cruciale per la sicurezza euro-atlantica”. I membri europei dell’Alleanza Atlantica rimangono, sottolineano i ministri, “pienamente impegnati per la preservazione di questo fondamentale trattato sul controllo degli armamenti”. Sono parole che celano inquietudine, che viene colta dall’analista militare della CNN John Kirby, già portavoce del Dipartimento di Stato. “Sospetto”, ha commentato Kirby, “che i nostri alleati europei in questo momento non siano troppo contenti di sentire che il presidente Trump intende abbandonare” l’accordo.

Lancia direttamente l’allarme invece Malcolm Chalmers vice direttore generale del Royal United Services Institute. “Questa è la più grave crisi nel controllo delle armi nucleari dagli anni ‘80”, sottolinea Chalmers. “Se il trattato INF collassasse, e con il trattato New Start sulle armi strategiche che scadrà nel 2021, il mondo potrebbe essere lasciato senza limiti agli arsenali nucleari degli stati nucleari per la prima volta dal 1972”.

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