In provincia di Monza e Brianza sono stati fatti anche manifesti e t-shirt con Umberto Bossi per i 40 anni di Lega che ricorrono oggi. Un ritratto del Senatùr con un melograno in mano: è l’immagine scelta da un gruppo di storici militanti leghisti per un manifesto celebrativo a 40 anni dalla fondazione della Lega Lombarda, il 12 aprile 1984. “Noi da 40 anni con Umberto Bossi”, è la didascalia della locandina, in cui viene ripreso un ritratto del Senatur, opera dall’artista Orietta Santarelli, eseguito con la tecnica del pastello cretoso.
Era quarant’anni fa quando Bossi, la sua futura moglie Manuela Marrone, insegnante, Giuseppe Leoni, architetto, Marino Moroni, rappresentante di commercio, Pierangelo Brivio, commerciante, e Emilio Sogliaghi, dentista, andarono a Varese nello studio notarile di Franca Bellorini e fondarono la Lega Lombarda, embrione della futura Lega Nord nella quale poi Bossi federò tutte le Leghe, a cominciare dalla prima in ordine di tempo, la Liga veneta. Bossi non era ancora il Senatùr, senatore lo diventò nel 1987 quando con lui e con Leoni alla Camera la Lega ebbe i suoi primi parlamentari.
Oggi, come ha annunciato Fabrizio Cecchetti, coordinatore regionale della Lega Lombarda, a Milano sotto il Pirellone si terrà un flash-mob per ricordare l’anniversario. Poi domenica è prevista una festa con risottata in piazza a Varese dove è annunciata la partecipazione di Matteo Salvini ed è atteso il festeggiato numero uno: Bossi. Un’altra iniziativa è prevista a Bergamo. Quarant’anni di Lega, ovvero ormai il partito più antico del parlamento, da quella Nord a quella nazionale “Salvini premier”, che origina dal Carroccio.
Le cronache parlano anche di un’iniziativa a Gemonio, dove abita Bossi, di militanti del “Patto per il Nord” che criticano Salvini, la sua Lega nazionale e progetti come quello del Ponte sullo Stretto. Tra i fautori del ritorno alla Lega delle origini ci sono ex parlamentari come Paolo Grimoldi, ex segretario della Lega Lombarda, e Christian Invernizzi di Bergamo. Salvini però anche recentemente ha ribadito la validità del suo progetto di Lega nazionale e osservato che “questi sono stati 40 anni di coerenza”, spiegando che allora il nemico era in casa, ovvero “il centralismo romano” e quindi “la partita era in Italia”, ora invece il nemico è rappresentato dalla “burocrazia della Ue”.
Salvini, oggi impegnato a Milano nel G7 dei ministri dei Trasporti iniziato con l’incontro con quello ucraino, ha rivendicato di aver portato a casa con questo governo l’Autonomia, che è la ragione sociale del partito-movimento. Quanto ai suoi rapporti con Bossi, il leader leghista su Rai2 a “Belve” di Francesca Fagnani, ha fatto un mea culpa: “È troppo che non lo sento”. E ha aggiunto: “Bossi è un genio che ha cambiato la politica italiana”.
A Mario Sechi, direttore responsabile di Libero Quotidiano, in una recente intervista, il segretario della Lega, vicepremier e ministro delle Infrastrutture-Trasporti ha detto: “La persona a cui devo di più? Questa intervista non ci sarebbe stata, se tanti anni fa non fossi stato affascinato da Bossi”. Era il 1990 e Salvini prese la sua prima tessera in quella Lega Lombarda, di cui oggi ricorrono quarant’anni.