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Tesla

Perché Tesla è alla ricerca di un parcheggiatore

Tra i problemi di Tesla anche quello dei parcheggi nelle sedi di Freemont e Palo Alto. Al parcheggiatore viene chiesto un piccolo miracolo. L’articolo di Giusy Caretto per Start Magazine Il calzolaio gira sempre con le scarpe rotte. Quanta saggezza nei vecchi proverbi, che spesso spiegano e si adattano anche alle situazioni più moderne, tecnologiche…

Il calzolaio gira sempre con le scarpe rotte. Quanta saggezza nei vecchi proverbi, che spesso spiegano e si adattano anche alle situazioni più moderne, tecnologiche e futuristiche. È il caso di Tesla: la famosa casa automobilistica, che sfida la tradizione puntando solo su vetture elettriche dotate di sistema autopilot, ha problemi di parcheggio, proprio nelle sue due sedi principali.

Problemucci piccoli, direbbe qualcuno, non trovandosi molto d’accordo con chi, pur di trovare parcheggio, è costretto ad alzarsi nella notte e dormire in macchina. L’azienda starebbe ora cercando una soluzione: un parcheggiatore che possa organizzare le vetture.

AAA CERCASI PARCHEGGIATORE

Venerdì 9 marzo, la fabbrica di automobili e pannelli solari di Elon Musk ha pubblicato un annuncio per la ricerca di una nuova figura (posizione di livello base) che possa organizzare i suoi parcheggi presso lo stabilimento di Freemont, in California.

La situazione di parcheggio di Tesla – sia nella fabbrica che nel quartier generale a Palo Alto – è notoriamente disastrosa.

POCHI POSTI, TROPPE AUTO

Al parcheggiatore è chiesto, in pratica, un mezzo miracolo. A Palo Alto ci sono circa 600 posti auto per un numero non dichiarato di dipendenti, secondo il Wall Street Journal, mentre nella sede di Fremont ci sono 4.500 posti per 6.000 impiegati.

NAVETTE PER MIGLIORARE (FORSE) LA SITUAZIONE

Tesla aveva provato a risolvere la questione già lo scorso anno, implementando il numero di navette da e per gli uffici, ma nulla è stato risolto. Il futurista Elon Musk pensava anche all’installazione di un trenino, simile montagne russe, per permettere gli spostamenti nella fabbrica e tra i parcheggi.

RITORNO ALLA REALTA’?

L’idea delle montagne russe sarà pure divertente ed efficiente, ma anche poco realizzabile. E al patron Musk non resta che fare un bagno nella realtà: abbandonare la tecnologia e affidarsi ad un tocco umano.

IL PARCHEGGIO? L’ULTIMO DEI PROBLEMI

Bisogna comunque ammetterlo, seppur importante, quello del parcheggio non è certo il problema più urgente per Tesla. L’ultima trimestrale è stata pessima.

Negli ultimi tre mesi del 2017, i ricavi del gruppo sono saliti a 3,29 miliardi di dollari, meglio delle previsioni (3,28 miliardi) e di quanto fatto nello stesso periodo del 2016 (2,28 miliardi di dollari). Ma da festeggiare c’è ben poco: il rosso, infatti, è di 675 milioni di dollari, o 4,01 dollari ad azione, è il peggiore della storia dell’azienda. Lo scorso anno, per fare un confronto, le perdite, nello stesso periodo, erano pari a 121 milioni di dollari o 78 centesimi ad azione. Le perdite adjusted sono state di 3,04 dollari ad azione, contro 3,12 dollari ad azione che si attendeva il mercato.

Come scrive Bloomberg, nel corso del 2017, il produttore di auto elettriche ha bruciato circa 8mila dollari al minuto, 480.000 dollari all’ora. Quasi mezzo milioni di dollari. Di questo passo, entro il 6 agosto prossimo (alle 2.17, ora di New York, per essere ancora più precisi), Tesla esaurirà il gruzzoletto di denaro che ha da parte.

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