La aziende italiane nel mondo sono sempre più attente al benessere delle popolazioni che abitano le zone in cui operano. Dal Ghana al Mozambico, da Angola alla Repubblica del Congo e all’Indonesia: i progetti di Eni
Le aziende italiane che operano all’estero e che, grazie all’estero, crescono e si sviluppano sono sempre più attente alle esigenze della popolazione locale. La corporate social responsability, infatti, è sempre più importante nella strategia delle imprese: incentivare lo sviluppo delle zone in cui si opera e contribuire attivamente al benessere della gente autoctona diventa, oltre che un piacere, anche un dovere.
Lo è per esempio per Eni che ha scelto di raccontare tutti i progetti umanitari in un nuovo sito Web (inaugurato oggi, a 10 anni dall’inizio delle attività nel mondo) della propria fondazione, Eni Foundation, che promuove la salute dell’infanzia come fattore chiave di sviluppo.
Diverse le zone in cui opera e coopera la multinazionale italiana: Ghana, Mozambico, Angola, Repubblica del Congo, Indonesia, con pogetti che puntano al rafforzamento dei servizi di medicina materno-infantile, ostetrica e neonatale, a garantire la vaccinazione e il miglioramento della salute materna e a fornire supporto alla formazione del personale medico, chirurgico, infermieristico e direzionale.
L’Impegno di Eni per la medicina infantile e materna
Importante li impegno di Eni nel campo della medicina infantile e materna. Grazie al sostegno della fondazione, circa 250.000 persone abitano la regione occidentale del Ghana, dove si vede un medico ogni 26.000 abitanti, hanno ora acqua ed elettricità, strutture sanitarie e centri di salute, nuove ambulanze e nuove vetture per facilitare aiuti e soccorsi anche nei villaggi meno serviti. Non solo, l’azienda ha anche equipaggiato il blocco maternità dell’ospedale di Half Assini.
Prevenzione della trasmissione dell’HIV-AIDS
Prevenire. Anche questa è una delle parole chiavi delle attività della fondazione. Uno dei progetti del settore è quello di Kento-Mwana, che ha interessato per quattro anni le regioni congolesi di Kouilou, Niari e Cuvette. In collaborazione con la Clinica di malattie infettive dell’Università di Genova, Eni Foundation ha ridotto sensibilmente la trasmissione da madre a figlio del virus. Gli ambulatori e gli ospedali sono stati dotati di apparecchi per lo screening HIV, medici, infermieri, ostetriche, addetti alla sala parto sono stati formati, le oltre 1.000 donne seguite dal progetto hanno ricevuto i farmaci anti-retrovirali necessari e, alla fine del protocollo, ben 430 neonati sono risultati negativi.
La tutela dell’infanzia (nelle aree rurali)
L a fondazione è attenta anche alle zone rurali, periferiche e mal collegate. E in particolare, tiene alla tutela dell’infanzia. Nelle regioni di Kouilou, Niari e Cuvette in Congo l’isolamento moltiplica i problemi legati all’assistenza sanitaria. Con il progetto Salissa Mwana, Eni ha somministrato oltre 430.000 vaccini, formato il personale medico e sensibilizzato al tema della vaccinazione la popolazione locale.
L’assistenza sanitario-nutrizionale
La fondazione di Eni è presente anche a Kilamba Kiaxi (Angola): due milioni di abitanti e circa 240.000 bambini. Grazie alla sua presenza e ai suoi aiuti, Eni intende ridurre l’incidenza di malattie dovute alla malnutrizione. Ed è per questo che ha costruito un nuovo centro di salute, ha contribuito ad aumentare i servizi offerti dai centri già presenti e ha rafforzato il sistema di sostegno nutrizionale.