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I Big Data, ecco le strategie delle major di internet

Il business di internet gira attorno ai Big Data, il loro uso consente ai "padroni" della rete di anticipare scelte e gusti dell'utente. Ecco alcuni esempi concreti di come i Big Data vengono utilizzati. I casi di Google, Amazon, Apple, Linkedin

Avete presente il meteo e le previsioni del tempo? Perchè guardate le previsioni del tempo prima di uscire o di andare ad un appuntamento o prima di prenotare un bellissimo week end da trascorre in campagna o al mare? Ecco internet assomiglierà sempre di più ad un grande meteo.

Tutta la questione relativa ai Big Data che interessa la rete e i Big del Tech assomiglia ad un grande meteo. Previsioni, ma in questo caso previsioni di gusto, di scelte, di tendenze, che gli esperti chiamano “anticipatory computing”, che vengono fuori grazie ai dati che seminiamo in app e dispositivi.

Le major di internet che lavorano con i Big Data sfruttano tutti questi elementi: a partire dagli smartphone che usiamo lungo tutta la giornata e danno l’idea delle nostre abitudini, dei nostri impegni quotidiani e dei nostri gusti. O dei tablet e dei Pc.

Per questo i grandi della rete si stanno organizzando, che siano social network o motori di ricerca. Prendete per esempio Linkedin: a luglio ha lanciato App Connected, che usa la tecnica dell’ anticipatory computing per informare gli iscritti sulle novità di ogni singolo utente. Più informazioni avrai sui tuoi contatti di lavoro più facile sarà, secondo le strategie di Linkedin, intrattenere rapporti con loro; oppure riuscire ad orientare bene un colloquio di lavoro a partire da un tema specifico.

Non solo Linkedin è impegnato in prima linea sull’anticipatory computing, anche Google e Apple vi stanno lavorando. Ed in questo caso sia il colosso di Mountain View che l’azienda fondata da Steve Jobs utilizzano molto i dati rilasciati dagli smartphone per anticipare scelte e tendenze.

Google ha lanciato nel 2011 Google Now per Android e dopo anche per iOS: d’altronde Google ha un serbatoio eccezionale al quale attingere dati, da Google Maps a Youtube, dalla posta elettronica Gmail a Google Plus, e, non per ultimo, lo stesso motore di ricerca. Google Now potenzialmente ci potrà offrire la possibilità di studiare il traffico del nostro percorso preferito per andare a lavoro, o a che ora è meglio uscire al mattino. Temi questi ultimi che ben si incrociano con quello delle smart city e delle città del futuro.

Apple invece sta sfruttando Cue, un app di assistenza acqistata nel 2013 che si potrà integrare con il l’assistente vocale Siri. Cue può mettere in fila le informazioni che arrivano da email e contatti, infatti a Cupertino si sta lavorando a mettere a sistema questo enorme potenziale.

Al momento risulta essere Amazon il Big di internet che è riuscito a sfruttare al meglio i Big data, analizzando lo storico degli acquisti dei clienti riesce ad identificare trend e prevede acquisti futuri. In base a questi Big Data, infatti, Amazon prova a stoccare i magazzini con merci che potrebbero essere acquistati dai clienti più vicini. Che saranno soddisfatti il prima possibile.

 

Insomma l’anticipatory computing è già tra noi, ma siamo solo all’inizio. C’è da giurarci!

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