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Stipendi

Vi racconto l’innovativo contest per gli Innovation Manager. L’articolo di Rapetto (da non leggere al Mise)

Ecco i messaggi di posta elettronica inviati dal ministero dello Sviluppo economico. L'articolo di Umberto Rapetto

La realtà supera la fantasia. Ma – attenzione – non sto parlando di geniale creatività.

Se mai dovessi dire che si tratta di sbalorditiva improvvisazione, qualche amante del jazz sarebbe portato a pensare che si tratti di una lodevole performance di qualche artista.

Niente affatto.

Si tratta della sconfortante e sconfortata constatazione delle “condizioni di salute” del nostro Paese approfittando di un banale episodio che è però categorico indizio dello stato dell’arte.

Ieri mattina, alle 11.12 a voler esser precisi, è partita una mail dal Ministero dello Sviluppo Economico con cui si annunciava la partenza del “contest” (competizione era un termine che suonava poco aulico…) #InnovationManager, l’iniziativa del dicastero “pensata per valorizzare e promuovere la conoscenza dei Manager dell’innovazione dedicato (il contest, ndr) alle Imprese italiane”.

Il messaggio di posta elettronica è arrivato ai 9000 #Innovation Manager. Se davvero sono novemila, Elon Musk – come si dice a Roma – “ce deve veni’ a spiccia’ ccasa” (per chi vive fuori dal Grande Raccordo Anulare o comunque ha poca dimestichezza con il vernacolo della Capitale, “il proprietario di Tesla sarebbe il caso venisse a svolgere le pulizie domestiche nel nostro appartamento).

Il concorso (scusate se continuo ad utilizzare etimi nazionali, forse in ossequio a Checco Zalone e al suo “Prima l’italiano”) non impone le solite carte da bollo o documentazione certificata: la sua dinamica è descritta nella missiva che chiede anzitutto di raggiungere una pagina del sito https://miq.digiai.gov.it.

Il candidato deve collegarsi all’insediamento telematico sulla cui homepage spicca un piccolo errore ortografico (chi parla di “contest” può pure scrivere “Minestero” anche se evoca un possibile locale in cui si servono zuppe calde) e che si incentra sui “voucher per la consulenza in innovazione” (dove il termine “voucher” evoca la remunerazione per la collaborazione familiare cui dovrà dedicarsi Musk…).

La mail spiega gli impegnativi passaggi successivi, certo non alla portata di tutti secondo le migliori modalità di selezione.

Prima fase. “Farsi un selfie che rispecchia il lavoro di innovation manager o il proprio contesto operativo tramite la Piattaforma Dedicata”.

Chi era abituato a scattare foto con gli amici in pizzeria deve rivedere le tecniche di ripresa e le pose, eliminare le poco professionali macchie di sugo e comunque far uscire di scena il collega che dà evidente prova di aver ecceduto con la birra, dimostrarsi innovativo quel tanto che basta.

Seconda fase (tenetevi forte). “Uplodare la foto (320*320) scaricare la foto incorniciata”.

È lecito crollare esanimi dinanzi al verbo “uplodare” che se rispettato dal candidato farà sì che – senza intenzioni blasfeme – “il signore sia uplodato”.

Fermiamoci qui per non dilungarci oltre.

Fasi numero 3, 4, 5 e 6 (scusate, ma abbiamo già perso troppo tempo…). “Pubblicare su Instagram LinkedIn o Twitter”, “Menzionare MISE e INVITALIA”, “Taggare 5 amici” e “Utilizzare gli hashtag del concorso #innovationmanager #InnovationManagerTour #DigitalTrasformation”.

Avevo una diversa concezione del fare innovazione e del promuovere le professionalità meritevoli di essere valorizzate. Nonostante questa triste testimonianza palesi un indirizzo differente dalle opinioni mie e – credo – di tante altre persone del mestiere, resto del mio rigido avviso.

Purtroppo non è finita….

Alle 13 e 19 un successivo messaggio ha raggiunto la casella di posta elettronica dei novemila Innovation Manager.

“Con riferimento alla mail in oggetto si comunica che è stato effettuato un errato invio. Ci scusiamo per il disagio”.

Contestualmente (acc!, ho digitato anch’io “contest…”) all’annullamento della mail, è sparita anche la pagina su cui era stato incernierato il simpatico concorso e che qualche “manina” ha comunque “scrinsciottato” (come scriverebbero i ministeriali di turno) a futura memoria.

Ogni commento ho timore sia superfluo.

Regna l’improvvisazione, già, ma non quella delle jam session. Dilaga l’arrogante incompetenza di chi è ancora convinto che “uno vale uno”, lo spocchioso blaterare di cose che non si conoscono dimenticando che magari qualcuno le sa e potrebbe alzare un dito per far presente che “non è così” (fregandosene di essere escluso da possibili ingaggi governativi), la colpevole approssimazione che guida le scelte e le azioni la cui ricaduta azzoppa un’Italia in cui c’è ancora un mucchio di gente perbene e capace che non merita questa sorte.

Facciano un esame di coscienza anche i tanti soggetti competenti che – incuranti della propria dignità e fiduciosi nella gratitudine dei potenti di turno – non osano esclamare il fatidico “Not in my name”.

A scomodare Cicerone, verrebbe da urlare “quousque tandem…” e far presente che la pazienza stavolta davvero non tollera più alcun abuso.

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