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Amazon Bezos

Vi dico come e perché Amazon controllerà Internet

In questi giorni la Federal Communications Commission Usa deve esaminare una corposa richiesta di autorizzazione avanzata da Amazon. Ecco tutti i dettagli nell'articolo di Umberto Rapetto, Generale (r) della Guardia di Finanza, per oltre dieci anni comandante del Gruppo Anticrimine Tecnologico delle fiamme.

Gerrit Pieter Kuiper era un astronomo olandese. Si deve a lui l’identificazione dell’omonima fascia del sistema solare in cui si trovano corpi minori ovvero piccoli satelliti. Una bella scoperta per gli appassionati di astronomia.

Il suo nome oggi richiama l’attenzione di chi invece pensa al futuro del nostro pianeta e ai relativi equilibri internazionali. Il Progetto Kuiper, cui la buonanima di “Gerald” è naturalmente estraneo, è un rivoluzionario piano per piazzare sopra le nostre teste qualcosa come tremila satelliti per le telecomunicazioni.

L’ambizioso proposito è al vaglio della Federal Communications Commission (FCC) americana, chiamata a valutare gli aspetti tecnici e l’opportunità strategica di una simile costellazione artificiale che andrebbe a modificare non soltanto l’ecosistema spaziale ma a determinare una non trascurabile colonizzazione digitale.

Spieghiamoci meglio. Cosa succede se qualcuno sgomita per avere la possibilità di aggiudicarsi “appezzamenti” non di terreno ma di spazio?

Soprattutto cosa accade se le mire latifondiste sono di un colosso come Amazon che certo non è animato da spirito di beneficenza ma piuttosto dall’inesauribile sete di business?

Purtroppo stavolta non è in gioco solo il profitto economico che Bezos riesce a perseguire meglio di chiunque altro, anche a scapito di chi lavora nei suoi magazzini come un tempo gli “operatori edili” a costruire le Piramidi in Egitto. Freschi di festeggiamenti per il cinquantenario della conquista della Luna, se adesso alziamo gli occhi al cielo dobbiamo temere chi ha mire espansionistiche che possono condizionare la nostra libertà.

In questi giorni la Federal Communications Commission statunitense deve esaminare una corposa richiesta di autorizzazione avanzata da Amazon. Il colosso del commercio elettronico e dei servizi cloud vuole chiudere il cerchio lanciando 3236 satelliti su 98 piani orbitali ad una altezza compresa tra 590 e 630 chilometri. Il motivo? Fin troppo semplice: creare una rete di connessione a Internet in grado di raggiungere ogni angolo del mondo, di arrivare a servire anche le zone rurali più sperdute e, perché no?, quelle desertiche dove l’isolamento è la regola.

Se l’aspetto tecnologico appassiona anche i più refrattari all’entusiasmo per certe cose, è ovvio che spaventino le sfumature “sociali” del Progetto Kuiper. La realizzazione degli ambiziosi intenti fa balenare un futuro monopolio delle comunicazioni in mano ad Amazon almeno per quelle aree finora penalizzate dai normali sistemi di collegamento. Non è solo una questione di soldi e di affari, perché la circostanza che induce maggiormente a riflettere è quella relativa al dominio delle informazioni veicolati attraverso la costellazione satellitare già in rampa di lancio.

Amazon – che già conosce ogni nostra abitudine di consumo e che dispone attraverso AWS delle informazioni parcheggiate da aziende e istituzioni sui suoi server – è prossima ad avere il controllo dei dati anche nella loro condizione “dinamica”. Tutto quel che passerà in Rete grazie alla connessione tramite Kuiper sarà nella disponibilità di Bezos & C., andandosi ad aggiungere al ricco patrimonio informativo che la sua holding già possiede su di noi.

Facile capire che Orwell fosse un dilettante o non potesse immaginare che la realtà avrebbe superato la fantasia, ma la cosa che più di ogni cosa sorprende è l’assordante silenzio che avvolge questa storia di cui almeno dalle nostre parti nessuno parla o – ancor meglio – riflette.

Dinanzi ad un così sconfortante orizzonte di indifferenza, è d’obbligo citare Renzo Arbore e il suo “meditate, gente, meditate”. Mal che vada verrà voglia di una birra fresca…

@Umberto_Rapetto

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