skip to Main Content

Hilton Spazio

Un Hilton hotel spaziale, nel vero senso della parola…

Hilton è diventato il partner alberghiero ufficiale di Voyager Space e costruirà camere d’albergo nello spazio. Tutti i dettagli sull’hotel del futuro e sui progetti della Nasa con alcune delle maggiori aziende private come Blue Origin e Northrop Grumman

 

Hilton costruirà camere d’albergo nello spazio. La brutta notizia per il pubblico però è che – almeno per ora – saranno destinate solamente agli astronauti. La catena di hotel è diventata infatti partner alberghiero ufficiale di Voyager Space, che intende lanciare la sua stazione spaziale privata Starlab nel 2027.

COSA SI SA DEL PROGETTO

Un hotel di questo genere può far pensare a un film di fantascienza o futuristico come 2001 Odissea nello spazio, ma ora è quasi realtà. Hilton ha fatto sapere che progetterà gli spazi comuni e gli alloggi dell’equipaggio della stazione spaziale Starlab, che si troveranno esclusivamente nell’orbita terrestre bassa.

Starlab, si apprende da Travel + Leisure, potrà ospitare fino a quattro astronauti alla volta. Sebbene inizialmente l’hotel sarà utilizzato solo da astronauti professionisti, questo potrebbe rappresentare un altro passo verso l’avvio del turismo spaziale.

“Questa storica collaborazione sottolinea il nostro profondo impegno nel diffondere la luce e il calore dell’ospitalità e nell’offrire un soggiorno amichevole e affidabile, sia a terra che nello spazio”, ha dichiarato al sito Chris Nassetta, presidente e amministratore delegato di Hilton.

HILTON NELLO SPAZIO

Hilton, tuttavia, non è proprio nuovo nel settore dello spazio. Nel 2020 è stata la prima azienda alberghiera a partecipare alla ricerca a bordo della Stazione spaziale internazionale, con gli astronauti che hanno utilizzato il primo forno spaziale al mondo per cuocere i famosi biscotti con gocce di cioccolato DoubleTree by Hilton mentre erano in orbita. Quei biscotti, tra l’altro, sono diventati il primo cibo cucinato nello spazio.

“Per decenni le scoperte nello spazio hanno avuto un impatto positivo sulla vita sulla Terra e ora Hilton avrà l’opportunità di utilizzare questo ambiente unico per migliorare l’esperienza degli ospiti ovunque si viaggi”, ha aggiunto Nassetta.

COSA FA VOYAGER SPACE

Fondata nel 2019, Voyager Space è una società di tecnologia spaziale con quasi 20 anni di esperienza nei voli spaziali e oltre 1.500 missioni. Fornisce infrastrutture e servizi per le stazioni spaziali e soluzioni tecnologiche a clienti commerciali, agenzie governative per la sicurezza civile e nazionale, istituzioni accademiche e di ricerca.

Uno degli obiettivi, dichiara nella propria descrizione LinkedIn, è costruire “un futuro migliore per l’umanità nello spazio e sulla Terra” e accelerare lo “sviluppo di un’economia spaziale sostenibile”.

IL PROGETTO STARLAB

Starlab, che secondo Voyager Space dovrebbe già essere operativa nel 2027 (nonostante i programmi spaziali siano noti per i loro ritardi), è una delle quattro stazioni spaziali private in fase di sviluppo attraverso il Commercial Destinations in Low-Earth Orbit (Leo) Program della Nasa.

Nel 2021, inoltre, l’agenzia governativa spaziale Usa ha assegnato alla società madre di Voyager Space, NanoRacks, 160 milioni di dollari proprio per lo sviluppo – in partnership con Lockheed Martin – di Starlab, che ospiterà il George Washington Carver Science Park, un laboratorio in orbita.

Come scrive Travel + Leisure, si tratta della più grande sovvenzione del programma.

LE ALTRE AZIENDE FINANZIATE DALLA NASA

Ma oltre a NanoRacks, nel dicembre 2021 sono stati annunciati anche gli altri due vincitori dei fondi del programma Nasa, che si aggiungono ad Axiom Space, che aveva ricevuto 140 milioni di dollari.

Insieme a NanoRacks, Blue Origin si è aggiudicata 130 milioni di dollari per la stazione spaziale Orbital Reef (da sviluppare in collaborazione con Sierra Space) e Northrop Grumman altri 125,6 milioni di dollari.

COSA HA IN MENTE LA NASA

La Nasa, che ha in programma di procedere al deorbitamento dell’attuale Stazione spaziale internazionale nel 2030, con il Commercial Destinations in Low-Earth Orbit (Leo) Program ha l’obiettivo di coinvolgere il settore privato per sviluppare una solida e duratura economia nell’orbita terrestre bassa, realizzando appunto destinazioni commerciali (stazioni spaziali private) al fine di garantirvi una presenza umana continua.

Ma come si chiedeva Start qualche tempo fa, si sta affidando troppo a società come SpaceX, Blue Origin e Northrop Grumman?

Back To Top