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Twitter pronta ad eliminare limite 140 caratteri. In nome del business

Una scelta estrema: Twitter prova a dire addio ai 140 caratteri per provare ad aumentare utili e utenti   Cambiare, pur di piacere a utenti ed investitori. È quello che sta facendo Twitter, che ha deciso di andare oltre i 140 caratteri, oltre l’ultimo tratto distintivo della piattaforma. Il microblog dei cinguettii ha annunciato che…

Una scelta estrema: Twitter prova a dire addio ai 140 caratteri per provare ad aumentare utili e utenti

 

Cambiare, pur di piacere a utenti ed investitori. È quello che sta facendo Twitter, che ha deciso di andare oltre i 140 caratteri, oltre l’ultimo tratto distintivo della piattaforma. Il microblog dei cinguettii ha annunciato che sta testando, con un gruppo di utenti, post di 280 caratteri, ovvero il doppio del limite storico.

È così, dunque, che Twitter prova a rialzarsi dalle ceneri, ad aumentare i fruitori e a far salire i ricavi.

Twitter rinuncia ai 140 caratteri

E’ la sua caratteristica principale: tweet non più lunghi di 140 caratteri. Meglio, era. Perchè Twitter cambia e testa post di 280 caratteri. Una piccola grande rivoluzione per la piattaforma. “È un piccolo cambiamento, ma una grande mossa per noi 140 caratteri era una scelta basata sul limite dei 160 caratteri degli sms. Siamo felici di come il nostro team abbia risolto un problema che a volte gli utenti hanno nel twittare. Al tempo stesso mantenendo brevità, velocità ed essenza del nostro servizio”, ha scritto sul social il fondatore e Ceo Jack Dorsey.

“Capiamo che molti di voi, avendo twittato per anni, hanno una specie di attaccamento emotivo ai 140 caratteri ma abbiamo provato questa novità e ne abbiamo visto le capacità”, si legge sul blog aziendale.

Un cambiamento obbligato

Se è vero che potrebbe apparire una scelta estrema, che decaratterizza il social, è anche vero che il cambiamento appare come scelta obbligata. Era il 21 marzo 2006 quando il co-fondatore del social network, Jack Dorsey, “cinguetta” per la prima volta, lanciando ufficialmente il social sulla rete. È l’inizio dell’era dei 140 caratteri, dei successi e dei fallimenti, dei cambiamenti e dei tweet che hanno fatto la storia.

A distanza di 11 anni,Twitter è in piena crisi ‘adolescenziale’: anche nell’ultima trimestrale ha registrato una contrazione di ricavi e pubblicità. Non cresce nonostante i continui tweet di Trump.

TwitterE se nei primi anni gli utenti di Twitter sono cresciuti allo stesso ritmo di Facebook, dal 2014 i numeri del social del cinguettio sono iniziati a diminuire.  A Jack Dorsey resta l’arduo compito di educarlo dal punto di vista economico e della personalità, le due leve su si basa la sopravvivenza del social, anche attuando scelte estreme.

Di certo la scelta farà comodo alle aziende, che avranno molto più spazio per fare pubblicità.

Si tenta di tutto

C’è da dire che oramai da qualche trimestrale fa, Jack Dorsey le sta provando tutte. Prima del limite dei caratteri, Twitter ha rivoluzionato la bacheca, eliminando un altro tratto distintivo, quello della cronologia. Appena ci si collega, ora, è possibile dare uno sguardo ai “più importanti” che sono stati pubblicati mentre si era assenti.

Anche questa scelta era stata fatta per cercare di aumentare utili e guadagni, senza riuscirci.

Un nuovo servizio in abbonamento per Twiiter

vendita twitter

Si chiamerebbe Tweetdeck e sarebbe destinato sopratutto ad aziende e professionisti. Ancora poco si sa sul nuovo servizio in abbondamento, dal momento che l’azienda starebbe ancora verificando la sostenibilità dell’idea. Twitter, per ora, sta conducendo un sondaggio tra alcuni utenti “per valutare l’interesse in una nuova versione più avanzata”, ha fatto sapere la portavoce Brielle Villablanca.

L’applicazione Tweetdeck fornisce un’interfaccia più personalizzabile, ed è stata acquisita da Twitter nel 2011. “Stiamo esplorando diversi modi per fare in modo che Tweetdeck diventi una cosa di irrinunciabile per i professionisti”, ha detto Villablanca.

 

Il crollo in Borsa

La crescita lenta, ovviamente, si è riflessa anche nell’andamento azionario. Quando il 7 novembre 2013 la società di San Francisco debuttò a Wall Street, ricordiamo, chiuse con un rialzo del 72% a un prezzo di quasi 45 dollari per azione. Il mese successivo il titolo tocco un massimo storico di 73,82 dollari. Ma da allora la compagnia ha perso circa l’80% del proprio valore in borsa, sceso da oltre 40 miliardi di dollari ad appena 12 miliardi di dollari.

Un’altra modalità di guadagno: vendere gli hastag

Prima di pensare ad un’applicazione a pagamento, Twitter ha sondato altri modi per aumentare i ricavi: vendere gli hastag. In Italia, per esempio, Twitter ha deciso di vendere l’hashtag di #sanremo2017 a TIM, main sponsor della competizione canora per il 2017.

Cosa significa? Accanto ad ogni post pubblicato su Twitter, che aveva per hashtag Sanremo, sarebbe comparso il logo pubblicitario di TIM. Era uno spazio pubblicitario venduto. Gli utenti chescrivevano su Sanremo diventavano, dunque, vettore pubblicitario.

Twitter sanremoLa scelta aveva fatto discutere, ma Twitter stava solo giocando la sua partita: la vendita degli hashtag potrebbe essere un nuovo ed interessante filone di business.

“Non ci sarà più nessun limite allo strapotere dei social, abituiamoci. Tutti gli altri media risultano ormai datati, e quindi le aziende che fanno comunicazione, Rai, Tim ecc ecc giustamente si adeguano”, aveva dichiarato Emanuele Fiano, deputato del Pd.

Facebook, Twitter e Snapchat vogliono trasmettere i mondiali 2018

FacebookSaranno guardati in tutto il mondo. E gli spettatori saranno davvero numerosi. È per questo che Facebook e Twitter (ma anche Snapchat), secondo le indiscrezioni di Bloomberg, vorrebbero accaparrarsi i diritti online per trasmettere gli highlights dei prossimi Mondiali di calcio. In realtà, i due colossi di internet avrebbero già promsso decine di milioni di dollari a Fox per poter avere i diritti sui momenti salienti delle partite di Russia 2018 che saranno  trasmesse negli Stati Uniti.

La partita è decisamente aperta. Fox, infatti, starebbe ancora valutando se vendere i diritti a un unico acquirente o se dividerli tra i diversi contendenti.

Fox, nel 2011, quando si è aggiudicata i diritti statunitensi dei Mondiali del 2018 e del 2022 avrebbe messo sul piatto oltre 400 milioni di dollari. Dunque, vendere i diritti online alle compagnie social potrebbe essere occasione per ammortizzare i costi.

twitterIntanto, un precedente c’è, il mese scorso, Fox Sports ha infatti annunciato una partnership con Facebook per lo streaming in diretta delle partite della Champions League 2017-2018. Non solo: Facebook ha anche stretto un accordo con la Major League Baseball americana, con cui ha un accordo di trasmissione anche Twitter.

Mondiali 2018: un nuovo inizio per Twitter?

Se i conti di Facebook vanno alla grande e dunque i diritti di calcio per i mondiali 2018 potrebbero solo rafforzare questa posizione (che comunque, non è cosa da poco), per Twitter aggiudicarsi la trasmissione delle partite potrebbe significare un nuovo inzio.

Dopo un 2016 chiuso malissimo (non è riuscita nemmeno la vendita) e una trimestrale di chiusura che era andata peggio delle attese, il microblog è alla ricerca di una grande occasione per risollevare le sue sorti. Dobbiamo dire, comunque, che l’inizio del 2017 non è stato proprio brutto. Per la prima trimestrale, il gruppo ha visto i ricavi scendere dell’8% a 548 milioni di dollari, ma ha migliorato la perdita netta che si è ridotta a 62 milioni contro il rosso di 80 milioni dell’analogo periodo nel 2016. Notizie positive anche per il numero degli utenti mensili che è cresciuto del 6% a 328 milioni nei primi tre mesi del 2017.

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