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Turismo, tutte le googlate fra Booking e Google

Che cosa sta succedendo davvero fra Booking e Google

 

Agli hotel i dati dei clienti”, è la sfida lanciata da Booking.com a Google.

Ovvero per la piattaforma digitale leader nel settore dei viaggi occorre “mettere a disposizione delle strutture alberghiere i dati di che effettua le ricerche al fine di poter avere un quadro su quali target manifestano interesse per tali strutture e località”. E sulle ricerche online l’interlocutore è ovviamente il colosso tecnologico di Mountain View.

Nel gennaio 2021, secondo Statista il leader di mercato delle ricerche sul web è infatti Google con una quota di mercato dell’85,86%.

In un’intervista a La Stampa, l’ad di Booking.com per l’Italia, Alberto Yates, ha delineato la svolta “che attende il turismo per un salto di qualità che può arrivare solo con il digitale”.

Tutti i dettagli.

DATI A DISPOSIZIONE DEGLI HOTEL

Secondo Yates l’innovazione tecnologica può aiutare il settore turistico, profondamente impattato nell’ultimo anno dalla crisi Covid. “Il salto di qualità che può arrivare con il digitale è notevole. Dai servizi interni agli hotel e di assistenza ad hoc per il cliente, alla maggiore visibilità. Noi abbiamo già iniziato a mettere a disposizione delle strutture i dati di chi le cerca o cerca le loro località sul nostro portale”.

In pratica “le strutture ora sanno se a interessarsi a loro, anche senza poi prenotare, sono famiglie, coppie, giovani, clienti business. E se lo fanno da smartphone, tablet o pc. In questo modo possono capire meglio a quali target rivolgersi. Le faccio un esempio: se diciamo a un hotel che viene cercato soprattutto da famiglie, farà meglio a caricare sul portale più foto della piscina e del parco anziché della sala convegni”.

Ma più dati a disposizione degli alberghi significa pescarli dal motore di ricerca numero uno ovvero Google.

LA RIVALITÀ GON HOTEL INSIGHTS DI GOOGLE

La questione però è che in questo campo Google sta diventando un concorrente di Booking, con Hotel Insights, come ha sottolineato La Stampa.

“Parlo per la nostra azienda: dobbiamo connettere domanda e offerta e cercare di capire in anticipo i trend, dando visibilità e strumenti alle strutture. E per farlo si passa da ldigitale”, ha chiosato Yates.

LE SFIDE PER BOOKING.COM SUL FRONTE REGOLATORIO

Nel frattempo Booking.com sta affrontando anche una battaglia a Bruxelles.

Lo scorso 15 dicembre la Commissione europea ha presentato infatti un pacchetto per regolamentare le Big Tech, composto da Digital Services Act (Dsa) e Digital Markets Act (Dma).

Nello specifico il Digital Markets Act sottoporrebbe le aziende etichettate come “gatekeeper” a un elenco di cose da fare e da non fare al fine di prevenire la concorrenza sleale. Ad esempio, a tali società sarebbe vietato utilizzare i dati ottenuti dagli utenti aziendali per competere con loro.

“Ora più che mai è importante non creare distorsioni nel mercato dei marketplace di viaggio”, ha sostenuto Glenn Fogel, capo di Booking.com e Booking Holdings, in un’intervista del mese scorso al Sole 24 Ore. “Vedi il Digital Markets Act (Dma) che introdurrà norme restrittive in ambito europeo per social network, motori di ricerca, marketplace e gatekeeper. Tra questi ultimi potrebbe finire anche Booking”.

GATEKEEPER O NO?

Da qui la protesta di Booking e del suo ceo: “Ma noi non siamo un gatekeeper – sostiene Fogel – in Europa pesiamo per appena il 13% del fatturato degli hotel, mentre per esempio Google in molti Paesi possiede oltre l’80% del mercato. Non è possibile metterci sullo stesso piano. Poi teniamo presente che per le prenotazioni alberghiere i turisti non devono per forza passare dalla nostra piattaforma, perché hanno almeno una dozzina di altre opzioni: prenotare direttamente al telefono, farlo attraverso i siti degli hotel, utilizzare Google oppure per esempio Skyscanner, che è di proprietà cinese. In tutto questo considerarci gatekeeper sarebbe assurdo”.

Tuttavia, secondo Statista Booking.com domina il mercato europeo degli hotel online con una quota del 67%.

VANTAGGIO PER I COMPETITOR EXPEDIA O IL CINESE TRIP.COM

Infine, per Fogel se l’Unione europea intraprendesse un’azione normativa penalizzante nei confronti di Booking.com, ciò fornirebbe semplicemente un’apertura per Expedia o il gruppo cinese Trip.com per sostituire la posizione di leader di mercato di Booking.

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