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Tutti i misteri fra Trump e TikTok sulla controllata americana

La notizia dello scorporo della divisione americana di TikTok e della sua alienazione ad acquirenti graditi a Trump non libera il tavolo dagli interrogativi più importanti: per quale cifra sarà ceduta la macchina? Oggetto della compravendita sarà anche il famigerato algoritmo che l'amministrazione di Joe Biden volle espellere dal territorio americano per motivi di sicurezza? E, soprattutto, chi acquisterà il social?

Dopo Truth, ora per certi versi Donald Trump potrà affermare di aver messo le mani su di un altro social: la piattaforma cinese TikTok che tanto piace ai più giovani e che l’attuale presidente americano ha utilizzato abbondantemente nel corso dell’ultima campagna elettorale. A rischio ban dagli Stati Uniti perché ritenuta controllata direttamente dal governo cinese, si scinderà ora in due proprio secondo i desiderata statunitensi, con la versione nordamericana che sarà acquisita da uno o più soggetti graditi a Washington. Ma andiamo con ordine.

TIKTOK RISCHIAVA DI ESSERE SPENTO

Il tema affonda le proprie radici nel “Protecting Americans From Foreign Adversary Controlled Applications Act”, legge approvata in fretta e furia dall’amministrazione Biden in scadenza sul finire dello scorso anno con la quale si decretava che il social cinese dovesse essere chiuso con l’inizio del 2025 dal momento che le norme cinesi impongono alle aziende locali di consegnare i dati richiesti dal governo.

Irritualmente era però intervenuto il nuovo presidente americano che, nel medesimo giorno dell’insediamento (alla cerimonia fu simbolicamente invitato pure il Ceo del social, Shou Zi Chew), aveva sospeso i termini, iniziando una lunga serie di rinvii – tre in tutto – per tenere i cinesi sulla corda mentre le diplomazie lavoravano in modo carsico alla ricerca di un accordo.

L’ACCORDO SIGLATO DIRETTAMENTE CON PECHINO?

Secondo il Financial Times, nel 2023 TikTok avrebbe incassato 16 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti. La norma varata da Joe Biden metteva la proprietà cinese di fronte a un bivio: vendere la propria creatura a una software house statunitense (o comunque gradita a Washington) oppure rinunciare all’immenso mercato americano.

Bivio che è rimasto inalterato pure con Trump, con la differenza che sotto la passata amministrazione ByteDance pareva decisa ad andare verso lo switch-off, mentre alla fine con The Donald ha accettato la vendita di quella che potremmo definire “TikTok Usa”. Spia del fatto che negli accordi carsici c’è ben altro. E che l’ordine di vendere a Shou Zi Chew è arrivato con ogni probabilità da Pechino, soddisfatta dall’intesa raggiunta con gli americani, sebbene nessuna delle due parti si sia lasciata sfuggire per il momento dettagli e soprattutto probabili contropartite per ingolosire i cinesi.

COSA HA DETTO TRUMP SULL’AFFAIRE TIKTOK

Se la ghigna Trump sul social di sua proprietà, Truth Social, annunciando l’accordo “su una ’certa’ azienda che i giovani del nostro Paese desideravano fortemente salvare” strappato alla controparte in zona Cesarini, alla scadenza del 17 settembre, entro la quale la proprietaria ByteDance avrebbe dovuto disinvestire dalle attività statunitensi di TikTok, pena la chiusura dell’app negli Stati Uniti.

Venerdì, viene reso noto dallo stesso Trump, il presidente americano ha dichiarato che parlerà con l’omologo cinese Xi Jinping venerdì. Una vittoria su tutti i fronti per The Donald, che incasserà il favore degli elettori più giovani e frivoli, il consenso della sterminata platea di influencer o sedicenti tali, quello delle aziende pubblicitarie e reclamizzate dal social, ma soprattutto porta negli Usa una macchina da soldi capace di adombrare Meta, che possiede Facebook (i cui utenti sono affetti da invecchiamento precoce) e Instagram.

I NODI DA SCIOGLIERE

La notizia dello scorporo della divisione americana di TikTok e della sua alienazione ad acquirenti graditi a Trump non libera il tavolo dagli interrogativi più importanti: per quale cifra sarà ceduta la macchina? Oggetto della compravendita sarà anche il famigerato algoritmo che l’amministrazione di Joe Biden volle espellere dal territorio americano per motivi di sicurezza? E, soprattutto, chi acquisterà il social?

CHI ACQUISTERÀ TIKTOK USA?

Nei primi mesi del nuovo mandato di Trump si era vociferato di un possibile interessamento di Elon Musk, già proprietario di X, ma dato l’allontanamento dell’uomo più ricco del mondo dallo Studio Ovale la quotazione di quell’indiscrezione è sonoramente crollata al suolo. Parallelamente per gli allibratori restano in piedi le ipotesi Amazon, Oracle e del miliardario Frank McCourt. Come pure di eventuali cordate da parte di Big Tech e banche molto vicine a Trump.

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