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Tribunale

Come deve nascere il Tribunale unificato dei brevetti

La necessaria applicazione delle norme di coordinamento in sede penale nel Tribunale Unificato dei Brevetti. L'intervento di Antonio Bana, avvocato penalista, componente del tavolo tecnico per il Tribunale Unificato dei Brevetti

 

Oggi uno degli obiettivi dell’Unione europea è quello di incentivare la competitività delle imprese e il progresso scientifico e tecnologico. Per incoraggiare l’attività di ricerca e sviluppo e per promuovere l’innovazione, da oltre quarant’anni le istituzioni europee stanno cercando di creare degli strumenti che garantiscano uniformità in materia brevettuale.

La natura del Tribunale unificato come tribunale comune è essenziale ai fini della compatibilità dell’Accordo con il diritto UE.

Ne emerge pertanto un sistema normativo estremamente complesso, basato sulla coesistenza del diritto europeo, del diritto internazionale e del diritto nazionale.

La sfida del Tribunale sarà dunque quella di garantire un’interpretazione uniforme del diritto brevettuale europeo, soprattutto in relazione a quelle regole che, negli anni, hanno portato i giudici nazionali a decidere differentemente. In questa prospettiva, sarà fondamentale il dialogo non solo tra il TUB e la Corte di Giustizia, visto l’obbligo di rispettare il primato del diritto UE, ma anche tra i giudici dello stesso Tribunale unificato, poiché provenienti da tradizioni giuridiche differenti.

La sinergia tra giudici di diversa nazionalità e con altissime competenze sia giuridiche sia tecniche, il corpus di regole di procedura che sembra proporre un nuovo diritto processuale per il TUB, la competenza esclusiva per una vasta serie di azioni e, infine, la competenza internazionale che supera il principio del domicilio del convenuto costituiranno fattori chiave per il successo del Tribunale non solo in ambito europeo, ma anche in ambito internazionale.

La necessità di norme di coordinamento

Una volta che il nuovo sistema sarà attivo, si potrà mettere mano ad alcuni punti critici in ottica costruttiva. Anche sulla base della giurisprudenza del Tribunale unificato, le istituzioni europee potrebbero adottare un nuovo regolamento (modificativo dell’attuale regolamento n.1257/2012), inserendo una disciplina sostanziale più puntuale in relazione a tutti quegli aspetti brevettuali non ancora totalmente armonizzati e per i quali si è predisposto un rinvio alle leggi nazionali degli Stati membri.

Uno di questi è quello di aver “dimenticato” quell’applicazione delle norme di coordinamento in sede penale all’interno del TUB che potrebbero fornire sicuramente una visione non solo orizzontale ma anche verticale delle diverse forme della normativa in quesitone.

La cooperazione giudiziaria in materia penale

Non bisogna dimenticarsi, infatti, di quella cooperazione giudiziaria in materia penale che si basa sul principio del riconoscimento reciproco delle sentenze e delle decisioni giudiziarie e include misure per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in vari ambiti. Il Trattato di Lisbona, infatti, offre una base più solida per lo sviluppo di uno spazio di giustizia penale. Si tratta di norme minime comuni relative ai procedimenti penali incluse in varie Direttive Europee come quelle sul diritto dell’informazione nei procedimenti penali, all’interpretazione e traduzione e alle garanzie processuali. Vi sono inoltre direttive relative agli attacchi contro i sistemi informatici, contro le frodi e le sottrazioni di segreti industriali.

Ci troviamo di fronte, inoltre, a un fitto scambio di informazioni tra Stati membri e le agenzie UE, come quella relativa alla gestione operativa dei sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Il Parlamento Europeo sta attualmente elaborando relazioni e risoluzioni su varie questioni tra le quali, a mio modo di vedere, è di rilevante interesse quella in merito alla produzione e conservazione di prove elettroniche in materia penale. Le politiche riguardanti la cooperazione giudiziaria in materia penale sono ancora in via di sviluppo, in particolare per quanto concerne una lotta più efficace alle diverse forme di reato, con adozioni di differenti misure volte a migliorare lo scambio d’informazioni tra gli Stati membri. Abbiamo oggi una grande occasione, sfruttiamola tutti quanti al meglio.

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