Sull’aerospazio Italia e Francia rafforzano la loro relazione strategica.
Oltre al Trattato del Quirinale franco-italiano, firmato il 26 novembre a Roma dal presidente francese Emmanuel Macron e dal presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, che include un intero articolo sullo spazio, c’è anche un’intesa a margine specifico sul settore spaziale.
Vittorio Colao, ministro della Tecnologia innovazione e Transizione digitale e Bruno Le Maire, ministro francese dell’Economia, Finanza e Ripresa, hanno firmato infatti un accordo sui lanciatori al termine, si legge in una nota congiunta, “di tre mesi di intensi negoziati”.
Mentre Francia, Germania e Italia sono le tre maggiori nazioni del settore spaziale in Europa, questo nuovo accordo tra Parigi e Roma “consolida la cooperazione franco-italiana sui lanciatori, costruita sui futuri lanciatori Ariane 6 e Vega C”, precisa la nota congiunta.
A sviluppare il primo ArianeGroup (azienda controllata da Safran e Airbus) e il secondo l’italiana Avio a Colleferro.
“Riorganizzazione industriale, miglioramento delle prestazioni dei lanciatori, cooperazione nei motori del futuro… Parigi e Roma vogliono un’Europa spaziale più competitiva di fronte a SpaceX” commenta l’Usine Nouvelle.
Come si legge nel piano dei lavori a corredo del Trattato del Quirinale, Francia e Italia si impegnano a “promuovere una collaborazione istituzionale e industriale mutualmente vantaggiosa nel settore dell’accesso allo spazio”.
“In campo industriale, le joint spaziali tra Leonardo e Thales sono un esempio virtuoso, così come l’esperienza Atr” ha ricordato Pietro Batacchi, direttore di Rid.
Ma c’è chi intravede una bilancia a favore di Parigi rispetto a Roma su questa intesa. “La partita è aperta però qui è l’Italia che deve rafforzare la propria capacità negoziale. È chiaro che i francesi hanno sempre un atteggiamento predatorio che viene attutito solo nei modi”, ha commentato a StartMag l’analista, saggista e scrittore Carlo Pelanda.
Tutti i dettagli.
PREFERENZA EUROPEA PER L’ACCESSO ALLO SPAZIO
I ministri riconoscono il settore spaziale come settore chiave per la competitività e un prerequisito per le capacità strategiche di entrambi gli Stati. L’accesso autonomo dell’Europa allo spazio, prosegue il comunicato, deve essere conservato e rinforzato.
Come già nel Trattato del Quirinale, in cui i due paesi “riaffermano il loro sostegno alla base europea di lancio di Kourou, rafforzando la sua competitività e la sua apertura. Nel settore dei sistemi orbitali, intendono incoraggiare e sviluppare la cooperazione industriale nel settore dell’esplorazione, dell’osservazione della terra e delle telecomunicazioni, della navigazione e dei relativi segmenti terrestri” si legge all’articolo 7, dedicato allo spazio.
Per Jean-Pierre Darnis, professore all’Université Côte d’Azur (Nizza) e ricercatore alla FRS Parigi, si parla di “un’intesa strutturata sui lanciatori europei”.
COOPERAZIONE SUI LANCIATORI ARIANE 6 E VEGA C
In particolare, l’intesa italo-francese consolida la cooperazione tra i due Paesi sui lanciatori, basata sui lanciatori Ariane 6 e Vega C.
Secondo l’Agenzia spaziale europea (Esa), i lanciatori sono la seconda area di attività di produzione spaziale in Europa dopo i satelliti commerciali.
IL RUOLO DI ARIANE
L’accordo prevede, inoltre, ulteriori sviluppi tecnologici che consentiranno di posizionare Ariane sul mercato emergente delle mega-costellazioni e riconosce l’ambizione italiana nell’osservazione della Terra.
“Tema caro al commissario Ue Thierry Breton, che vorrebbe lanciare una costellazione europea con almeno 600 satelliti, per connessione a internet, telecomunicazioni, comunicazioni militari” ha ricordato Gianni Dragoni sul Sole 24 Ore.
INVESTIMENTI
Questo accordo pone, in particolare, le fondamenta per una maggiore competitività sia della propulsione liquida, sia di quella solida, grazie alle ottimizzazioni industriali.
Come riporta Le Figaro, “L’accordo prevede anche la sede nel comune francese di Vernon (Eure) per la produzione di turbopompe, dal momento che la produzione del motore Vinci che equipaggia il razzo Ariane 6 deve essere trasferita da questo comune alla Germania. L’ubicazione in Francia delle turbopompe, che potrebbero rappresentare decine di posti di lavoro, permette di «mantenere l’impegno del ministro Le Maire»” come riferisce una fonte minesteriale francese.
Il ministro delle Finanze ha annunciato a settembre un ulteriore investimento di 40 milioni di euro sul sito ha ricordato il quotidiano francese.
INTESA PENDENTE VERSO PARIGI?
Nel frattempo, tra gli analisti c’è chi intravede un atteggiamento predatorio della Francia nei confronti dell’Italia nello spazio.
“L’industria italiana ha una grande capacità di produrre combustibili solidi, un po’ meno quelli liquidi. I francesi e i tedeschi al contrario sono più forti sulla tecnologia combustibili liquidi. Ci sono stati dei sabotaggi, da parte francese, sui missili del lanciatore Vega perché è un concorrente molto efficiente del vettore Ariane” ha evidenziato a Startmag Carlo Pelanda.
“Negli accordi laterali al Trattato l’Italia è molto in difficoltà, i francesi hanno provato a creare asimmetrie: non si impegnano alla commercializzazione del Vega ma costringono l’Italia a impegnarsi nella commercializzazione dei lanci dell’Ariane. Questo per dire che la diplomazia italiana è riuscita a rendere il Trattato una lettera d’intenti senza conseguenze immediate però ai lati del trattato la Francia sta spingendo molto, hanno fatto un’analisi precisa delle vulnerabilità italiane e con un sorriso cercano di prendere soldi e capacità italiane sotto il comando francese per annullare la concorrenza. L’Italia ha preso tempo contro una pressione che si sta facendo sempre più pesante” ha concluso Pelanda.
LA GERMANIA RESTA ALL’ANGOLO?
Infine, cosa ne è della Germania?
Questo accordo fa seguito — spiega Sudouest — a un precedente testo adottato tra Francia e Germania a luglio, in particolare perché richiama la preferenza europea nel settore spaziale, “vale a dire il lancio di satelliti europei su lanciatori europei”, spiega una fonte del Ministero delle Finanze francese.
Nel dettaglio, il 21 luglio il ministro dell’Economia tedesco Peter Altmaier e il suo omologo francese Bruno Le Maire hanno firmato un accordo franco-tedesco sulla politica spaziale.
“La sua portata rimane modesta” aveva evidenziato l’Usine nouvelle. L’accordo dovrebbe “aprire prospettive commerciali per Ariane 6”, aveva spiegato Bruno Le Maire. Ma nessun importo era stato ancora dato in fondi aggiuntivi per il programma. Il testo ribadiva inoltre la preferenza europea per i lanci satellitari. Anche in quell’occasione, Germania e Francia hanno fatto sapere che avrebbero iniziato i colloqui con l’Italia, anche se un accordo tra Francia e Italia era già stato raggiunto a marzo… ma senza la Germania.
“Il 19 marzo 2021 a Roma Le Maire aveva detto, dopo un incontro al Mise con il ministro Giancarlo Giorgetti: «Con Giorgetti abbiamo deciso di costituire un gruppo di lavoro italo-francese sui lanciatori spaziali. Sarà un accordo a tre Italia, Francia e Germania. Puntiamo a raggiungere un accordo con la Germania entro luglio». I tedeschi però non ci sono. «È già stato difficile fare un accordo a due», osserva un alto esponente dell’industria spaziale” ha riportato il Sole 24 Ore.