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Piattaforma Digitale

Trasformazione digitale, a che punto stiamo in Italia?

Trasformazione digitale: a che punto siamo? Come stiamo andando? Come rivoluzionerà il lavoro? Ma, soprattutto, abbiamo iniziato ad attuarla? A tutte queste domande prova a rispondere la tredicesima edizione della CIO Survey, l’indagine realizzata da NetConsulting cube che ha sentito oltre 70 responsabili ICT delle imprese italiane (leggi anche: L’Italia non utilizza i fondi Ue…

Trasformazione digitale: a che punto siamo? Come stiamo andando? Come rivoluzionerà il lavoro? Ma, soprattutto, abbiamo iniziato ad attuarla?

A tutte queste domande prova a rispondere la tredicesima edizione della CIO Survey, l’indagine realizzata da NetConsulting cube che ha sentito oltre 70 responsabili ICT delle imprese italiane (leggi anche: L’Italia non utilizza i fondi Ue per il digitale. Ecco i numeri).

LA TRASFORMAZIONE DIGITALE IN ITALIA

Lo studio, promosso da Capgemini Italia, CISCO, Dell Technologies, Samsung, ServiceNow e TIM è stato presentato a Milano e ha sondato il parere dei CIO dei principali settori (telecomunicazioni, media, industria, trasporti, banche, assicurazioni, GDO, retail, Industria, Telecomunicazioni, ecc…) nel tentativo di fornire una prima risposta ai seguenti quesiti:

• Quali sono i progetti di innovazione? Quali sono le line of business più esigenti in termini di innovazione e con un maggior ruolo di guida e governo dell’innovazione digitale?
• Come si stanno modificando i processi aziendali e quali sono i risultati che le aziende stanno ottenendo in termini di efficacia?
• Quali sono i driver e gli ostacoli alla trasformazione digitale? Qual è il ruolo giocato dalle competenze?
• Come si sta modificando l’ecosistema dell’innovazione?
• Come sta cambiando il nuovo CIO digitale?

“Il focus principale della CIO Survey 2019 è la rilevazione di come il processo di digitalizzazione, iniziato da almeno 3 anni, stia incidendo sull’innovazione dei processi aziendali”, ha detto Giancarlo Capitani, Presidente di NetConsulting cube. “Dall’analisi, è emerso chiaramente come i progetti digitali siano sempre più affrontati nell’ambito di piani strategici aziendali, siano valutati attraverso la misurazione dell’impatto sul business e siano concepiti e sviluppati con il coinvolgimento delle divisioni aziendali. In questo scenario, ai CIO spetta un ruolo sempre più cruciale di intermediazione tra business e tecnologia non solo per la scelta delle soluzioni più adeguate ma anche e soprattutto per la gestione dei risultati di business”.

I RISULTATI DELL’INDAGINE

Andando al concreto dei risvolti e degli influssi della trasformazione digitale (leggi anche: La digitalizzazione aumenterà la produttività in Italia?), dallo studio è emerso che l’introduzione delle tecnologie digitali in azienda è sempre più determinata da piani aziendali di ampio respiro che sono nella maggioranza dei casi emanazione di comitati misti ICT-Business (51,4%) o addirittura del Top Management (48,6%).

DOVE SI INVESTIRA’ MAGGIORMENTE

Le aree tecnologiche di investimento che saranno maggiormente interessante nel breve periodo sono le seguenti:

• Advanced Analytics (citato dal 66,7% dei partecipanti all’indagine): gli investimenti in questo ambito sono polarizzati sull’implementazione di sistemi di RPA, prevalentemente utilizzati in ambito amministrativo-finanziario, sull’introduzione di algoritmi di machine learning e sulla realizzazione di data lake, propedeutici alla valorizzazione dei dati aziendali, strutturati e non;

• IT Infrastructure & Cloud (54,2% delle risposte). In particolare, il Cloud Computing è un modello sempre più diffuso tra le aziende del panel. Le architetture IaaS e PaaS sono sempre più utilizzate negli ambiti di produzione, test e sviluppo, e come ambienti su cui far risiedere le nuove applicazioni. L’adozione di servizi SaaS riguarda, nella maggioranza dei casi, applicativi di produttività individuale ma si sta affermando prepotentemente anche su ambiti applicativi più strategici (ad es. CRM);

• Cybersecurity/GDPR (48,6% delle citazioni): le aziende continuano ad investire in quest’ambito tecnologico per rispondere alle tante minacce derivanti dal mondo digitale. Tuttavia, si è rilevata una minore intensità progettuale visto che nella maggioranza dei casi gli adempimenti normativi legati al GDPR appaiono già indirizzati;

• Digital Customer Experience (48,6% delle risposte): si continua a rilevare un forte impegno delle aziende ad interagire con i propri clienti attraverso un’ampia gamma di canali digitali in modo che l’esperienza di acquisto di prodotti e servizi sia il più soddisfacente possibile;

• Modernizzazione applicativa (45,8% delle citazioni): alla luce dei tanti stimoli all’innovazione digitale, per le aziende diventa fondamentale adeguare la propria base applicativa da un punto di vista tecnologico.

In questo contesto, le funzioni che esprimono una maggiore domanda di innovazione sono il Marketing e le Vendite (citati rispettivamente dal 68% e 58% circa delle aziende), a dimostrazione di come il baricentro della digitalizzazione risulti essere ancora il Customer Journey. Produzione e Logistica si confermano ambiti di forte domanda digitale (42%), nonostante gli effetti di Impresa 4.0 inizino a risultare meno incisivi rispetto al 2018.

QUALE IMPATTO PER LA TRASFORMAZIONE DIGITALE

Secondo i CIO intervistati, la digital transformation porta i maggiori benefici nei rapporti con clienti e prospect (82% circa delle risposte) e nello sviluppo innovativo dell’offerta (65,3%). Meno citati ma comunque significativi appaiono i benefici nella relazione con dipendenti (44%) e operatori della filiera (28% circa).

MIGLIORERA’ IL RAPPORTO CON I CLIENTI

Nella relazione con i clienti, i partecipanti all’indagine riconoscono alle iniziative di trasformazione digitale una particolare efficacia nella creazione di customer experience coinvolgenti, con customer experience personalizzate.

VELOCIZZERA’ LA FILIERA

Nei rapporti con gli operatori di filiera i principali obiettivi sono migliorare e velocizzare comunicazione e condivisione anche in real-time sono con influenza positiva anche sui processi di procurement, sulle politiche di magazzino, sul time to market e sulla valutazione di partner e fornitori.

VERSO LO SMART WORKING?

Lato dipendenti e collaboratori, la trasformazione digitale si declinerà non solo nella possibilità di ottimizzare i processi esistenti (autorizzazione e delega di task, gestione talenti) ma anche in una accelerazione nella diffusione dello smart working che nel nostro Paese continua ad avere difficoltà di penetrazione (leggi anche: Smart working, questo sconosciuto).

CRITICITA’

Insomma, le potenzialità (peraltro già note) ci sono tutte, eppure qualcosa frena la trasformazione digitale nel nostro Paese. Cosa? Secondo i CIO, la principale criticità è riconducibile alle tematiche di change management (49% delle citazioni). Senza una piena accettazione dei cambiamenti determinati dall’introduzione di soluzioni innovative, la possibilità che un progetto fallisca o generi solo marginalmente i risultati sperati è elevata. Altro elemento importante riguarda la presenza di altre priorità in azienda (32%), relative principalmente alla gestione operativa dell’esistente, che possono rallentare l’avvio dei progetti di digital transformation. Seguono i temi legati all’adeguatezza delle infrastrutture e degli skill ritenuti non soddisfacenti dal 30% circa dei partecipanti all’indagine.

IN CERCA DI NUOVE SKILL PROFESSIONALI

“Non sorprende – dicono i curatori del report – che tra gli ingredienti fondamentali per supportare le iniziative di digital transformation e il loro impatto sull’evoluzione del business, i partecipanti all’indagine abbiano indicato, in particolare, il committment (61% delle risposte) che se presente consente di risolvere a monte le problematiche di change management ed organizzative, la disponibilità di skill (50%) che consente di gestire al meglio sia lo svolgimento di attività di sviluppo interne sia il ricorso efficace a vendor esterni”.

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