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La digitalizzazione aumenterà la produttività in Italia? Anticipazione del rapporto Cer

Pubblichiamo un breve estratto di un capitolo del Rapporto Cer "L'economia italiana tra vincoli di bilancio e sfida digitale" che sarà presentato giovedì 25 luglio alle ore 10,30 al Cnel

 

Il legame fra innovazione digitale e produttività è al centro dell’agenda di ricerca delle organizzazioni internazionali (IMF, 2018; OECD, 2019; IMF-OECD, 2017, Ahmad-Shreier, 2017), ma continua a non prestarsi a un trattamento univoco. Da una parte stanno consuete problematiche di corretta misurazione dei prezzi di prodotti e servizi digitali (in particolare ICT equipment, Software, Comunication services), riconducibili alle fonti utilizzate, ai ritardi di disponibilità e di utilizzo dei dati, alle stesse metodologie contabili di stima dei deflatori, al susseguirsi delle revisioni. Dall’altra parte, stanno nuovi e rilevantissimi problemi definitori, dal momento che i metodi convenzionali delle Contabilità nazionale non sono in grado di catturare completamente i nuovi flussi generati all’interno dell’economia digitale.

Il sempre maggiore coinvolgimento delle famiglie nella produzione diretta di servizi in new business models con l’ausilio di intermediari digitali (su tutti valgano come riferimento Uber e Airbnb), la crescita delle piattaforme digitali che forniscono free services, l’ampliarsi della produzione own-consumption consentita dalla digitalizzazione (self-check in, self-service al supermercato etc..).

Fenomeni che aumentano la dimensione dell’economia informale, con maggiori transazioni tra le famiglie e un ampliamento della produzione nonmarket, e per questo non sono pienamente considerati nel computo del Pil. Né i Conti nazionali incorporano completamente il valore di mercato dei Big Data, che pur essendo la vera cinghia di trasmissione della trasformazione digitale, un valore di mercato non lo hanno. Quando riportate a un paese come l’Italia, queste tematiche, vecchie o nuove che siano, si riconnettono ai noti ritardi accumulati nelle dinamiche relative della produttività, assumendo, quindi, una dimensione idiosincratica che merita un apposito approfondimento analitico. Il ritardo nell’introduzione delle innovazioni digitali da parte di imprese, famiglie e istituzioni pubbliche italiane rispetto ad altri paesi avanzati (da ultimo De Sanctis R., Ferroni V., 2018), determinerebbe infatti un gap anche nella diffusione della digitalizzazione, con gli ostacoli che ne discendono: per la crescita nei settori produttivi a più elevata innovazione tecnologica, per l’utilizzo efficiente degli inputs produttivi, per il recupero della produttività.

Alcune quantificazioni del complesso legame fra economia digitale e produttività, con specifico riferimento al caso italiano, sono offerte nel presente capitolo, attraverso un semplice modello econometrico che misura il legame fra diffusione della digitalizzazione e dinamica della produttività, in Italia e in altri paesi europei.

Con le stime proposte in questo capitolo, si è cercato di verificare la capacità del nostro sistema economico di estrarre un beneficio di produttività dall’adozione delle tecnologie digitali. Da questo punto di vista, gli indicatori europei confermano come l’Italia abbia accumulato un considerevole ritardo nel passaggio al digitale, che solo recentemente sembra in via di recupero. La questione vera, tuttavia, è che la stima econometrica indica come dalla crescita della dotazione digitale non stia comunque corrispondendo alcun significativo impulso sulla produttività.

Ci troveremmo quindi di fronte sia a un problema di dotazione di base, sia ad un vero e proprio svantaggio competitivo, determinato dalla presenza di un più debole legame, rispetto ad altre economie, fra innovazione digitale e produttività.

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