Traffico in orbita e incidente sfiorato. Lunedì l’Agenzia spaziale europea (Esa) ha fatto sapere via Twitter di aver compiuto una manovra per evitare una potenziale collisione tra il satellite d’osservazione terrestre Aeolus e uno dei satelliti di SpaceX.
A maggio la società spaziale di Elon Musk ha lanciato infatti i primi 60 satelliti della costellazione Starlink. Si è trattato del primo passo di SpaceX per creare un servizio di connettività Internet ad alta velocità basato sullo spazio che compete con le reti tradizionali. Ma l’orbita terrestre inizia a essere molto affollata.
LA MOSSA DELL’ESA
In una serie di tweet, lunedì l’Agenzia spaziale europea ha dichiarato di aver calcolato il rischio che il satellite Aeolus si scontrasse con uno della costellazione Starlink. L’Esa ha stabilito dunque che l’opzione più sicura era che Aeolus aumentasse l’altitudine e passasse sopra il satellite di Elon Musk.
This morning, @ESA's #Aeolus Earth observation satellite fired its thrusters, moving it off a collision course with a @SpaceX satellite in their #Starlink constellation pic.twitter.com/bn2GHnSoFI
— ESA Operations (@esaoperations) September 2, 2019
L’Agenzia spaziale europea ha dichiarato che la manovra di prevenzione degli incidenti ha avuto luogo ½ orbita prima della potenziale collisione. Poco dopo l’esecuzione della manovra, Aeolus ha ripreso a trasmettere dati alla Terra.
C’È SEMPRE UNA PRIMA VOLTA
Secondo l’Esa era la prima volta che un satellite doveva essere spostato per prevenire una collisione con un gruppo di satelliti. “È molto raro eseguire manovre di prevenzione delle collisioni con satelliti attivi. La stragrande maggioranza delle manovre di prevenzione dell’Esa riguardano satelliti dismessi o frammenti di precedenti collisioni”, ha precisato l’Agenzia spaziale europea.
L’ALLARME DELL’ESA: SPAZIO AFFOLLATO
Nel 2018 l’Agenzia spaziale europea si è impegnata in ben 28 manovre progettate per evitare un incidente. “Queste manovre di elusione richiedono molto tempo per prepararsi, dalla determinazione delle posizioni orbitali future di tutti i veicoli spaziali funzionanti al calcolo del rischio di collisione e dei potenziali esiti di diverse azioni”, ha spiegato l’Esa sempre via Twitter. “L’Esa si sta preparando ad automatizzare questo processo usando #AI #ArtificialIntelligence. Dalla valutazione iniziale di una potenziale collisione a un satellite che si sta spostando, i sistemi automatizzati stanno diventando necessari per proteggere la nostra infrastruttura spaziale”. L’Agenzia ha avvertito che il problema potrebbe peggiorare man mano che vengono posizionate sempre più costellazioni satellitari, oltre a Starlink.
TUTTI I SATELLITI IN ORBITA
Come ha ricordato The Verge, attualmente, ci sono circa 5.000 satelliti in orbita attorno alla Terra, di cui 2000 sono ancora operativi, secondo il rapporto più recente dell’Agenzia spaziale europea.
ANCHE GLI ASTRONOMI SI LAMENTANO
Dopo il lancio della prima serie di Starlink, molti nella comunità di astronomia non hanno apprezzato la visione dei 60 satelliti in orbita. Temono infatti che questa mega costellazione potrebbe essere troppo brillante, tanto da disturbare le osservazioni dell’Universo una volta completata.
NON SOLO I SATELLITI DI ELON MUSK
Con l’aggiunta della costellazione Starlink di SpaceX, insieme alle altre costellazioni proposte da OneWeb, Telesat, Kepler Communications e ora Blue Origin di Amazon, il numero di satelliti operativi potrebbe aumentare ancora. Interferendo ancor di più nell’osservazione tramite telescopio. Non solo, la probabilità di collisione — come quella scampata lunedì — è destinata ad aumentare.