Skip to content

banda 6g

Tim, Orange, Telefonica e non solo sollecitano l’Ue sulla banda per il 6G: non favorite le big Usa

Gli operatori europei rinnovano la richiesta di dedicare l'intera banda superiore a 6 GHz alle reti 6G e lanciano un monito: in caso contrario l'Ue rischia di restare indietro rispetto gli Usa nell'implementazione della rete di prossima generazione

Le compagnie tlc europee esortano Bruxelles di assegnare la banda superiore a 6Ghz alle reti mobili.

“In qualità di principali operatori di telecomunicazioni europei, esortiamo l’Europa a rendere disponibile l’intera banda superiore a 6 GHz per la telefonia mobile, a beneficio dell’economia e della società europea”.

È l’esortazione di dodici delle più grandi aziende di telecomunicazioni europee, tra cui Tim (con il chief technology officer Leonardo Capdeville), Orange, Telefonica, Deutsche Telekom, Vodafone, Kpn, Bt Group, in una lettera aperta inviata oggi alla Commissione europea, visionata da Reuters.

Non è la prima volta che gli operatori tlc sollecitano Bruxelles sul tema: già lo scorso ottobre hanno firmato una lettera indirizzata Commissione europea per chiedere di assegnare la banda di spettro superiore a 6 GHz alle reti mobili, attuando così la decisione presa dalla Conferenza Mondiale sulle Radiocomunicazioni del 2023.

Oggi tornano sul tema perché il Radio Spectrum Policy Group (Rspg), organo consultivo di alto livello che fornisce alla Commissione europea pareri, consulenze e raccomandazioni strategiche in materia di politica dello spettro radio, dovrebbe pubblicare una bozza di parere per la consultazione pubblica sulla banda dei 6 GHz a giugno. Il documento includerà anche un parere all’esecutivo europeo sul futuro utilizzo della banda dei 6 GHz superiori.

Gli operatori sottolineano anche che, “se la decisione di rendere disponibile la banda superiore a 6 GHz agli operatori di telefonia mobile europei venisse ritardata, mentre agli interessi tecnologici statunitensi fosse consentito di assicurarsi ulteriore capacità a 6 GHz, la competitività dell’Europa sarebbe minacciata. Ciò soffocherebbe il futuro potenziale economico delle imprese e della società europee e, in definitiva, eroderebbe l’influenza dell’Europa sul proprio futuro digitale e sulla competitività globale”.

Tutti i dettagli.

L’APPELLO DI TIM, TELEFONICA, ORANGE, DEUTSCHE TELEKOM&CO

Dunque Tim, Telefonica, Orange & Co avvertono che, senza un accesso completo alla banda 6.425-7.125 GHz, sarà impossibile rispondere alla crescita del traffico mobile prevista per il prossimo decennio e sostenere la futura connettività digitale. La banda superiore a 6 GHz, infatti, “rappresenta un’opportunità fondamentale per il lancio del 6G in Europa e dovrebbe essere parte integrante della futura infrastruttura mobile europea”.

L’IMPORTANZA DELL’ACCESSO ALLA BANDA 6GHZ PER IL LANCIO DEL 6G

La banda superiore dei 6 GHz è uno dei pochi ampi blocchi di spettro di banda media ancora disponibili, poiché la maggior parte delle nazioni europee ha messo all’asta le onde radio nella gamma 3,4-3,8 GHz per le prime implementazioni del 5G. Questo spettro è ideale per le reti che devono gestire enormi quantità di dati, pur garantendo una copertura ragionevole, spiega ancora Reuters.

Gli operatori hanno inoltre segnalato che lo spettro attuale non sarebbe sufficiente a supportare i servizi 5G esistenti e la futura implementazione del 6G, con l’aumento del traffico di rete mobile.

Pertanto lo spettro superiore a 6 GHz è fondamentale per l’ulteriore implementazione della tecnologia 5G stand-alone (SA). Solo quest’ultima rappresenta il vero e proprio 5G al momento ancora non del tutto disponibile nel nostro paese. È inoltre cruciale per la futura introduzione della prossima generazione tecnologica 6G. Solo l’assegnazione di questa banda può garantire che le reti mobili possano fornire capacità sufficiente per il crescente traffico mobile.

COME SI SONO MOSSI RISPETTIVAMENTE WASHINGTON E PECHINO

Mentre gli Stati Uniti hanno aperto questa banda al Wi-Fi nel 2020 e la Cina l’ha assegnata ai servizi 5G e 6G nel 2023, l’Europa non ha ancora preso una decisione sulla ridestinazione di queste frequenze, ricorda Reuters.

Come ricostruisce Telekom, in Europa, 590 MHz di spettro di capacità sono attualmente assegnati alle reti mobili. Al contrario, negli Stati Uniti sono disponibili 724 MHz e in Cina 1.340 MHz, più del doppio rispetto all’Europa, saranno disponibili con l’assegnazione pianificata della banda superiore dei 6 GHz.

© Deutsche Telekom

IL TIMORE DELLE COMPAGNIE TLC EUROPEE SULLA BANDA 6 GHZ PER IL 6G

“Se la decisione di rendere disponibile la banda dei 6 GHz superiori agli operatori di telefonia mobile europei venisse ritardata, mentre agli interessi tecnologici statunitensi venisse consentito di assicurarsi ulteriore capacità a 6 GHz, la competitività dell’Europa sarebbe minacciata”, hanno affermato gli operatori.

LA SFIDA CON IL WI-FI

Invece della necessaria e rapida attuazione delle decisioni della WRC 2023, l’Europa è coinvolta in una discussione tecnica sulla condivisione dello spettro tra reti mobili e Wi-Fi.

I sostenitori del Wi-Fi, guidati da aziende statunitensi come Meta, propongono di limitare la potenza di trasmissione delle antenne mobili a tal punto che l’implementazione della rete mobile sarà tecnicamente impossibile e commercialmente non sostenibile.

“Condividere la banda superiore dei 6 GHz tra reti mobili e Wi-Fi sarebbe semplicemente una concessione a scapito degli operatori di rete e dei clienti europei. Noi, in qualità di principali aziende europee di telecomunicazioni, chiediamo alla Commissione europea e alle amministrazioni nazionali europee di rendere disponibile l’intera banda superiore dei 6 GHz per i servizi mobili senza indebite restrizioni, a beneficio delle società europee e rafforzando la competitività europea nel suo complesso” si legge nella lettera precedente.

“Continuiamo a temere che l’accesso alla banda dei 6 GHz superiori sia ancora richiesto per il Wi-Fi dagli stakeholder statunitensi”, hanno aggiunto gli operatori tlc nella missiva odierna.

LA SFIDA DIGITALE PER IL VECCHIO CONTINENTE

Infine, “senza la piena disponibilità dei 6 GHz superiori per le reti mobili, qualsiasi futuro servizio 6G in questa banda sarebbe significativamente ridotto. In definitiva, metterebbe a repentaglio l’opportunità dell’Europa di svolgere un ruolo di primo piano nell’implementazione del 6G.” Lo stesso Enrico Letta, ricordano nella lettera, “ha chiarito nel suo recente rapporto che lo sviluppo del 5G e del 6G in Europa è strategicamente importante, evidenziando il ruolo cruciale della banda superiore a 6 GHz”.

Alla luce di queste sfide, l’utilizzo dell’intera banda superiore dei 6 GHz per le implementazioni mobili macro-cellulari a piena potenza “è l’unico modo in cui l’Europa può garantire la propria connettività digitale fino al 2030”.

Torna su