Il governo non è in grado di sapere se centrerà gli obiettivi del Pnrr nel 2026.
Lo ha dichiarato Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, in audizione davanti alla commissione Trasporti della Camera sulle linee programmatiche in materia di innovazione tecnologica e transizione digitale. “La verità è che oggi, in considerazione dei ritardi sin qui accumulati, non siamo ancora in grado di dire se gli interventi in corso saranno effettivamente completati entro giugno 2026, come programmato a suo tempo, e questo vale anche per il capitolo relativo al ‘Collegamento con le isole minori’, che si dovrebbe concludere a fine 2023, in linea con le scadenze del Pnrr” ha spiegato Butti.
Dopodiché Butti ha sottolineato che il Pnrr va realizzato indipendentemente dalla rete nazionale (progetto di unire la rete Tim con gli asset di Open Fiber). “Cessiamo gli equivoci su rete unica e non unica” che va chiamata “rete nazionale” ha chiarito il sottosegretario, aggiungendo che, quanto al “progetto per la realizzazione rete nazionale, su questo punto abbiamo ereditato situazione complessa. Il Governo conferma gli obiettivi”. Intanto è stato convocato per giovedì 15 dicembre, a quanto si apprende, il primo tavolo tecnico sul tema della rete unica, coordinato dalla presidenza del Consiglio e dal ministero delle imprese e del made in Italy, cui parteciperanno Cassa depositi e prestiti (Cdp) e Vivendi. Nel pomeriggio si terrà invece il Cda Tim.
Infine, il sottosegretario Butti ha rimarcato i ritardi accumulati da Tim e Open Fiber su target del piano Italia a 1 Giga. “Alla luce delle incongruenze nella comunicazione dei dati, da parte dell’operatore Infratel ha rinnovato la richiesta di chiarimenti” agli operatori ha precisato Butti.
Tutti i dettagli.
GARANTIRE CONTROLLO PUBBLICO DELLA RETE NAZIONALE
Nel corso dell’audizione alle Camera, riguardo il progetto di rete nazionale, Butti evidenzia che occorre “tutelare interessi di società e azionisti, garantire il controllo pubblico su un’infrastruttura fondamentale, garantire gli equilibri economici e occupazionali”. In questo quadro è “fondamentale l’interlocuzione con le Autorità europee”.
ATTIVAZIONE DEL POLO STRATEGICO NAZIONALE
Si passa poi al Polo Strategico nazionale, l’infrastruttura per il Cloud della Pubblica amministrazione.
“Su interoperabilità, cloud e sicurezza cibernetica, l’aggiornamento più importante è che in questi giorni si sta concludendo l’asseverazione da parte di un esperto indipendente dell’avvenuta attivazione del Polo Strategico Nazionale (Psn), l’infrastruttura cloud che tutela i dati e i servizi, critici e strategici, delle pubbliche amministrazioni italiane”, ha sottolineato il sottosegretario con delega all’Innovazione in audizione alla Camera. “Con l’attivazione del Psn andiamo a completare la prima milestone della missione 1, componente 1 del Pnrr. Questa infrastruttura garantisce che i sistemi, i dataset e le applicazioni della Pa possano essere ospitati in centri dati con elevati standard di qualità per sicurezza, capacitò elaborativa, scalabilità, interoperabilità e sostenibilità ambientale.
LE CRITICITÀ DEL CLOUD ACT AMERICANO
Tuttavia, Butti rammenta che “rimangono aperte le criticità sulla minaccia alla sovranità digitale nazionale rappresentata dal Cloud Act americano, che eserciterebbe la propria giurisdizione anche sul territorio italiano”.
Si ricorda infatti che la proposta della cordata Tim-Cdp-Leonardo-Sogei aggiudicatrice della realizzazione del Psn si basa su accordi con alcuni dei principali Cloud Service Provider [Google, partner di Tim, Microsoft, AWS, Oracle]. E il citato Cloud Act Usa consente alle autorità statunitensi, forze dell’ordine e agenzie di intelligence di acquisire dati informatici dagli operatori di servizi di cloud computing (quindi Google &co) a prescindere dal posto dove questi dati si trovano; quindi anche se sono su server fuori dagli Usa.
I RITARDI SUL PIANO ITALIA A 1 GIGA
Riguardo agli obiettivi di Italia a 1 Giga nell’ambito del Pnrr, “allo stato attuale i due aggiudicatari di contributi pubblici hanno dichiarato ad Infratel che non riusciranno a raggiungere il target dell’1% dei numeri civici a piano entro il 31.12.2022. Infratel Italia, anche su nostra sollecitazione, ha chiesto chiarimenti ad ambedue gli operatori sui dati di avanzamento comunicati, in modo da poter esercitare appieno il proprio ruolo di controllo su quanto dichiarato” ha dichiarato Butti.
“Ad oggi – ha aggiunto in audizione alla Camera – Tim ha consegnato progetti afferenti a 69 Comuni di cui 64 appartenenti alla lista dei Comuni del piano della prima milestone e 5 appartenenti ad una differente milestone. I piani prevedevano di avviare i primi Comuni all’interno del periodo ottobre-dicembre 2022 per un totale di 124 Comuni e 29.373 civici. Alla luce delle incongruenze nella comunicazione dei dati da parte dell’operatore, Infratel ha rinnovato la richiesta di chiarimenti qualche giorno fa, esattamente lo scorso 7 dicembre. Se i dati dichiarati dall’operatore dovessero essere confermati, avremo al 31.12.2022, per Tim il raggiungimento dello 0,63% dei civici assegnati rispetto al target dell’1% dei civici. Quanto ad Open Fiber, l’operatore ha consegnato progetti afferenti a 79 Comuni di cui 74 appartenenti alla lista dei Comuni del piano della prima milestone e 5 appartenenti ad una differente milestone. I piani prevedevano di avviare i primi Comuni all’interno del periodo ottobre-dicembre 2022 per un totale di 116.
CHIESTI CHIARIMENTI A TIM E OPEN FIBER
Alla luce delle incongruenze nella comunicazione dei dati da parte dell’operatore Infratel ha rinnovato la richiesta di chiarimenti, anche in questo caso, come per Tim, lo scorso 7 dicembre 2022. Se le previsioni dichiarate dall’operatore dovessero essere confermate, avremo al 31.12.2022 per Open Fiber il raggiungimento dello 0,61% dei civici collegati rispetto ad un target dell’1% dei civici. È evidente che gli operatori, Tim e Open Fiber, hanno progettato un numero di Comuni nettamente inferiore rispetto a quanto dichiarato nel piano trimestrale. Con questi dati la centralita del progetto rischia di venir meno e questo va evidenziato per chiarire eventuali responsabilita’”.