Mentre la cessione della rete entra nelle fasi cruciali, il governo spinge per una collaborazione tra Tim e Ferrovie.
“Stiamo lavorando molto con Ferrovie dello Stato per stendere la fibra sui loro 17 mila chilometri e quindi per consentire l’utilizzo del wifi sui treni e lo stesso vale per Anas per le gallerie. E parliamo anche con Enel”.
È quanto ha illustrato Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri (con delega all’Innovazione tecnologica e transizione digitale), a margine del convegno “Obiettivo rinascita 2023. La messa a terra del Pnrr” organizzato dal Sole 24 Ore nella sede di Assolombarda a Milano.
E sollecitato a proposito dell’imminente scadenza per la presentazione delle offerte sulla rete da parte delle due cordate di Cdp e Kkr, Butti ha replicato: “L’auspicio è che si faccia in fretta, evidentemente. Il governo ha ribadito più volte che la questione della rete nazionale non è di interesse esclusivo di un settore industriale ma è del sistema Italia”.
Quella della rete, ripete più volte, è “una questione che riguarda aziende private e, quello che noi intendiamo ribadire, è che il governo gradirebbe avere un controllo pubblico sulla rete”.
in vista dell’assemblea
LA COLLABOORAZIONE TRA TIM E FS PER LA FIBRA SU TRENI
“Stiamo lavorando molto con Fs perché a noi interessa stendere la fibra sui loro 17.000 km di rete ferroviaria”, ha detto Butti, aggiungendo che “loro hanno un progetto, dei finanziamenti, noi abbiamo delle idee e messo a disposizione 550 milioni al momento per stendere fibra sui 17.000 chilometri di Fs e per una densificazione di antenne, nel 2023, anche sui treni” per favorire la diffusione del Wifi non solo su quelli ad alta velocità ma anche su quelli regionali.
Ma oltre la fibra su treni, il governo preme anche per la connettività nelle gallerie autostradali: “Abbiamo già un contatto con Anas, un protocollo di intesa in arrivo perché lo stesso problema è per le gallerie stradali della nostra arteria stradale”, ha aggiunto Butti.
LA PARTNERSHIP SIGLATA LO SCORSO ANNO PER POTENZIARE LA CONNETTIVITÀ A BORDO DELL’ALTA VELOCITÀ
D’altronde Ferrovie e Tim sono già a lavoro per offrire una connessione affidabile a bordo dei treni, anche nelle tratte caratterizzate dalla presenza di gallerie, dove finora Internet ha sempre singhiozzato.
A questo scopo, lo scorso gennaio il gruppo guidato da Luigi Ferraris, attraverso la controllata Rete Ferroviaria Italiana, ha siglato con la società capeggiata da Pietro Labriola, un accordo per il potenziamento degli impianti di copertura mobile 4G delle gallerie lungo le linee dell’alta velocità.
Il progetto vale 12 milioni di euro di investimenti. I lavori di potenziamento degli impianti nelle gallerie, sulle tratte dell’alta velocità tra Torino, Milano, Bologna e Firenze, avviati nel 2022, proseguiranno quest’anno da Firenze fino a Napoli e da Bologna a Venezia.
LA POSIZIONE DEL GOVERNO SULLA RETE NAZIONALE
Per quanto riguarda il dossier Tim, in vista delle nuove offerte che dovranno essere presentate entro il 18 aprile, la posizione dei francesi di Vivendi (primo socio con il 23,75%) sulla cessione della rete Tim “non ci preoccupa per nulla. È una questione tra privati ed è opportuno che si chiariscano. Noi possiamo solo auspicare che lo facciano velocemente” ha commentato il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti.
“Il Governo ha ribadito più volte che la questione della rete nazionale non è di interesse esclusivo di un settore industriale – ha aggiunto Butti – ma del sistema Italia”. Per il sottosegretario all’innovazione il governo “gradirebbe avere un controllo pubblico sulla rete. Vogliamo anche essere coerenti con tutto ciò che sono le norme antitrust a livello europeo”. Sull’ipotesi di un piano del governo in caso di mancato accordo tra privati, “noi prima attendiamo che i privati si mettano d’accordo”.
COSA SUCCEDE TRA VIVENDI (PRINCIPALE AZIONISTA) E IL BOARD DI TIM SULLA VENDITA DELLA RETE
Se ne saprà di più alla prossima assemblea di Tim in programma il 20 aprile, quando il cda di Telecom dovrà rispondere a una serie di critiche sulla gestione della società mosse dal suo principale azionista transalpino, Vivendi.
“Nodi, questi, che stanno venendo ancora di più al pettine in vista del termine del 18 aprile per la presentazione delle offerte per la Netco (rete e Sparkle) da parte di Kkr e di Cdp-Macquarie. Gli advisor sono al lavoro, ma Vivendi ha mostrato una crescente insoddisfazione sfociata già in una lettera di un paio di settimane fa in cui il socio francese ha evidenziato le sue condizioni inderogabili, fra cui il fatto che la decisione sulle offerte dovrà passare al vaglio di un’assemblea straordinaria (in cui serve la maggioranza di due terzi). Sulla vendita della rete la media company transalpina ha più volte espresso perplessità trasformatesi in contrarietà ormai palese considerando i valori proposti: sui 20 miliardi nel migliore degli schemi e lontani dai 31 miliardi considerati come floor basandosi su uno studio, fatto in estate, da Rothschild” riassumeva ieri il Sole 24 Ore.
Entro martedì prossimo Cdp-Macquarie e Kkr dovranno comunicare di quanto intendono rilanciare. Ma per il Corriere “Si tratterebbe di piccoli ritocchi, che dovrebbero comunque collocare le offerte in un range compreso tra i 19 e i 21 miliardi. Cdp riunirà probabilmente il consiglio martedì prossimo per deliberare sulla nuova proposta. Nel frattempo avrebbe chiarito con l’Antitrust Ue il percorso per definire gli eventuali rimedi in caso di fusione tra la rete Tim e Open Fiber”.