Che fine farà TikTok negli Usa ora che alla Casa Bianca è tornato l’uomo che nel 2019 ha bandito Huawei? Impossibile saperlo, dato che Donald Trump ha combattuto la propria campagna elettorale anche sul social della cinese ByteDance (gli stessi Joe Biden e Kamala Harris erano virtualmente presenti, nonostante il primo avesse firmato la norma che impone alla proprietà di scorporare le attività, pena l’espulsione dal mercato a stelle e strisce). Mentre gli analisti se lo chiedono, è però il Canada ad accelerare, imponendo la liquidazione di tutte le attività locali di TikTok per non meglio precisati motivi attinenti “la sicurezza nazionale”.
IL CANADA SILENZIA TIKTOK
Il Paese degli aceri ha insomma ingiunto a ByteDance di sbaraccare gli uffici e bloccare i progetti di espansione che aveva comunicato al governo. Un fulmine a ciel sereno che sembra aver preso in contropiede anzitutto il Canada, non solo TikTok, dato che il provvedimento per quanto forte resta a metà del guado e non rappresenta (non ancora, per lo meno) un ban definitivo.
La decisione stessa, annunciata dal Ministro dell’Innovazione e all’industria François-Philippe Champagne, che allo stato attuale ha evitato ulteriori commenti, difetta di vere e solide ragioni ed è stata motivata da non meglio specificate questioni riguardanti la sicurezza nazionale.
NEL MIRINO GLI UFFICI CANADESI DI TIKTOK
“Il Governo sta agendo per affrontare i rischi specifici di sicurezza nazionale legati alle operazioni di ByteDance Ltd in Canada, attraverso la creazione di TikTok Technology Canada Inc”, ha dichiarato il Ministro dell’Innovazione Francois-Philippe Champagne in un comunicato.
“La decisione si è basata sulle informazioni e sulle prove raccolte nel corso della revisione e sui consigli della comunità di sicurezza e di intelligence del Canada e di altri partner governativi”, si è limitato a far sapere Champagne.
TIKTOK RESTA ONLINE IN CANADA
Il dicastero di Champagne comunque ha tenuto a precisare che tale decisione non è stata presa a cuor leggero, ma arriva dopo un’attenta analisi condotta dagli 007 canadesi. Come si anticipava, non c’è ban: TikTok, insomma, è e resta raggiungibile. Motivo per il quale non sono pochi gli osservatori che sospettano che Ottawa tema attività di spionaggio negli uffici locali del popolarissimo social network.
ByteDance ha prontamente annunciato che contesterà l’ordinanza in ogni sede, definendola una misura dannosa per l’economia canadese e per tutti i dipendenti che lavorano negli uffici locali e che adesso vedono traballare il proprio impiego. Anche i cinesi hanno comunque precisato che TikTok resterà raggiungibile dal Canada. La situazione è però quanto mai fluida e bisognerà capire come evolverà.
I PRECEDENTI
In precedenza il Canada, come del resto mezzo mondo occidentale (Regno Unito, Usa, Ue, Nuova Zelanda e Australia), aveva regolamentato l’utilizzo di TikTok impendendo ai dipendenti statali di installare l’app sugli smartphone lavorativi. In molti Paesi si impedisce persino di portare device personali negli uffici governativi se al loro interno sono installate app di una determinata lista nera.
Prima di arrivare a brandire l’Investment Canada Act per imporre a ByteDance la chiusura delle operazioni sul territorio nazionale, il governo centrale aveva sottoposto al vaglio l’intenzione da parte della software house cinese di aumentare i propri investimenti (e dunque la propria presenza) nel Paese.
Per conoscere invece il destino di TikTok negli Usa bisognerà attendere il 19 gennaio, termine perentorio entro il quale ByteDance dovrebbe alienare il social a una software house che gli States considerino non allineata con Pechino.