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Net Neutrality

Perché T-Mobile, AT&T, Verizon & Co. strepitano contro la California sulla Net Neutrality

Per le lobby della banda larga, la legge della California sulla Net Neutrality è incostituzionale. Anche Trump fa causa, ma saranno i giudici a decidere. Articolo di Giusy Caretto

La legge della California sulla net neutrality, che in realtà recupera le vecchie varate dall’amministrazione di Barack Obama, è incostituzionale. A dichiararlo sono le aziende attive nel settore banda larga: CTIA, in rappresentanza dell’industria mobile, USTelecom del mondo delle telecomunicazioni e NCTA ed American Cable Association dell’industria dei cavi. I gruppi rappresentano i big fornitori di servizi a banda larga nel paese, compresi gli operatori mobili come T-Mobile e Sprint e le società di telecomunicazioni e cavi come AT&T, Comcast, Charter, Verizon, Frontier e CenturyLink.

TRUMP AFFOSSA LA NET NEUTRALITY

Partiamo proprio dall’inizio. Era dicembre 2017 quando la Fcc presieduta dal repubblicano Ajit Pai ha approvato il Restoring Internet Freedom Order, abolendo la net neutrality e offrendo ai provider di servizi Internet (ISP) il potere di rallentare, bloccare o offrire “priorità a pagamento” (una sorta di corsia preferenziale) ad alcuni siti web.

LA LEGGE DELLA CALIFORNIANIA

La nuove regole non sono mai piaciute alla California, che fin da subito ha promesso la guerra a Trump. E così è stato: ad agosto, lo Stato ha approvato una normativa sulla neutralità della rete che vieta ai fornitori del servizio di banda larga (Isp, Internet service providers) di bloccare, rallentare o dare accesso preferenziale ad alcuni contenuti rispetto ad altri. Non solo: le norme, come approfondito da Start Magazine, vietano anche la pratica dello “zero rating” con cui alcuni Isp permettono agli utenti di accedere a determinati contenuti (per esempio una app di messaggistica o un servizio in streaming) senza che siano conteggiati nel totale di dati che possono consumare ogni mese in base al loro abbonamento.

COSA SOSTENGONO LE LOBBY DI SETTORE

La mossa californiana non è ben accetta dalle lobby della banda larga. E le aziende T-Mobile, Sprint, AT&T, Comcast, Charter, Verizon, Frontier e CenturyLink hanno unito le forze per una causa congiunta contro lo stato della California per bloccare la sua nuova legge. I gruppi definiscono la legge californiana un “classico esempio di regolamento statale incostituzionale” e chiede alla corte di impedire che le regole entrino in vigore il 1 gennaio.

ANCHE TRUMP FA CAUSA ALLA CALIFORNIA

Questa è la seconda causa intentata contro la California da quando il governatore Jerry Brown ha firmato il disegno di legge. Anche il Dipartimento di giustizia dell’amministrazione Trump ha chiamato lo Stato più popoloso degli Usa in tribunale, provando ad ottenere un’ingiunzione preliminare per impedire l’entrata in vigore della legge.

Il procuratore generale degli Stati Uniti, Jeff Sessions, ha dichiarato che la legge della California ha violato la clausola sul commercio della Costituzione degli Stati Uniti: “Secondo la Costituzione, gli stati non regolano il commercio interstatale, questo lo fa il governo federale”, ha affermato in una nota.

LA CALIFORNIA NON E’ SOLA

La California è solo uno dei tanti Stati che stanno cercando di mettere in atto le proprie regole a favore di un internet più aperto. Gli avvocati generali di 22 Stati e il District of Columbia hanno già depositato una memoria presso una Corte d’Appello degli Stati Uniti per invertire la mossa della FCC e garantire la neutralità della rete.

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