Gli Stati Uniti stanno pensando di mettere un limite alle vendite dei microchip avanzati di Nvidia, Advanced Micro Devices e Intel in alcuni paesi specifici per proteggere la sicurezza nazionale.
Più nel dettaglio – stando a quanto rivelato da Bloomberg -, l’amministrazione di Joe Biden potrebbe fissare un tetto alle licenze di esportazione di processori per l’intelligenza artificiale verso i paesi del golfo Persico, in particolare, come l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.
Al momento, tuttavia, non c’è nulla di definito e l’Ufficio dell’industria e della sicurezza (cioè l’agenzia governativa che gestisce le regole sul controllo delle esportazioni) non ha rilasciato commenti. La notizia ha comunque contribuito al calo delle azioni di Nvidia, che martedì hanno perso fino al 4,2 per cento.
I PRECEDENTI
La ultime rivelazioni di Bloomberg non rappresentano una novità assoluta: già a fine maggio l’agenzia fece sapere che le autorità americane stavano rallentando l’emissione delle licenze per l’esportazione di chip per l’intelligenza artificiale in Medioriente.
GLI OBIETTIVI DEGLI STATI UNITI
Il timore di Washington era – ed è – che la Cina, nell’impossibilità di accedervi direttamente, possa entrare in possesso dei semiconduttori statunitensi attraverso i centri dati situati in Arabia Saudita, per esempio. Il paese, in effetti, ha raggiunto un accordo con la società cinese Lenovo sulla costruzione di un sito di ricerca e sviluppo a Riad.
C’è dell’altro, però. Gli Stati Uniti potrebbero voler sfruttare i processori avanzati di Nvidia anche come una preziosa “merce di scambio” per convincere i paesi del Golfo a limitare i contatti con Pechino, se vorranno beneficiare delle tecnologie americane, ad oggi insostituibili.
COSA FARANNO I PRODUTTORI DI MICROCHIP?
Le aziende produttrici di chip potrebbero rispondere all’inasprimento dei controlli sull’export con la realizzazione di microchip meno avanzati – è quello che ha già fatto Nvidia per il mercato cinese – e dunque non soggetti a restrizioni.
TEMPI E RISCHI
Secondo Bloomberg, se gli Stati Uniti decideranno di portare avanti questi nuovi piani di limitazione delle vendite di microchip, è improbabile che riescano a ultimare il regolamento prima del termine del mandato di Biden. La normativa, inoltre, potrebbe rivelarsi difficile da applicare e potrebbe creare frizioni con i governi vicini a Washington in Medioriente.
Esiste poi il rischio che la Cina possa provare a trarre vantaggio dalla situazione per proporre ai paesi del Golfo l’acquisto senza restrizioni dei suoi microchip per l’intelligenza artificiale: uno scenario del genere si rivelerebbe controproducente per gli Stati Uniti, che vedrebbero ridurre la loro presenza nell’industria globale dei semiconduttori e delle nuove tecnologie. Si tratta, però, soltanto di una possibilità remota, visto che ad oggi la Cina – nonostante gli sforzi – è piuttosto indietro nelle capacità di sviluppo di chip avanzati e non è in grado di competere con i prodotti di Nvidia.