Skip to content

state grid

Che c’entra State Grid of China con l’intelligenza artificiale?

State Grid, che gestisce la rete elettrica cinese, ha sviluppato modelli aziendali, quadri strategici e scenari applicativi in corrispondenza con la strategia generale di Pechino sull’intelligenza artificiale. L'analisi di Alessandro Aresu.

Una recente lista di brevetti sull’intelligenza artificiale generativa, diffusa da Bloomberg  sulla base dei dati IFI CLAIMS Patent Services, enfatizza l’idea di una corsa a due, tra Stati Uniti e Cina. La classifica è infatti dominata da grandi imprese statunitensi, come Google e Microsoft, rispettivamente al primo e terzo posto per le iniziative brevettuali, oltre a NVIDIA e IBM. Tra i giganti tecnologici statunitensi, si collocano istituzioni di ricerca e altre entità cinesi, come la Zhejiang University, al secondo posto, o la Tsinghua University. Al decimo posto, spicca anche la presenza di State Grid Corporation of China.

Una domanda sorge spontanea: cosa ci fa la società che gestisce la rete elettrica cinese (e che, attraverso CDP Reti, ha anche una quota in Snam e Terna, cioè le reti italiane), in una classifica del genere?

Questa presenza, apparentemente inusuale, si può spiegare con l’ampiezza e la profondità dello sviluppo, negli ultimi decenni, dell’elettrificazione cinese. State Grid, con centinaia di milioni di contatori, può ormai raccogliere dati su una vastissima popolazione. La società cinese utilizza l’accesso a dati più completi e accurati per sviluppare migliori modelli per le sue attività ed essi, a loro volta, consentono una gestione più efficiente della rete fisica. La rete stessa, nel suo continuo sviluppo, deve riuscire a integrare su larga scala fonti energetiche rinnovabili, in particolare per via dell’enorme sviluppo del solare in Cina, portando così ad alti gradi di intermittenza e variabilità nell’energia. La rete deve far fronte a nuovi tipi di carichi, compresa l’alimentazione di data center ad alta intensità energetica, adattandosi a tali consumi.

Così, in questo circuito che si auto-alimenta, l’investimento in intelligenza artificiale può diventare per State Grid parte del suo core business, con l’ambizione di costituire il sistema nervoso di una nuova rete intelligente, in grado di prevedere e affrontare i rischi, nonché di migliorare i cicli della manutenzione.

Sulla base di questi aspetti, State Grid ha sviluppato modelli aziendali, quadri strategici e specifici scenari applicativi, in corrispondenza con la strategia generale di Pechino sull’intelligenza artificiale. Il caso studio di State Grid è stato rivendicato anche da pubblicazioni del World Economic Forum.

Inoltre, State Grid ha costruito da tempo un vasto ecosistema di innovazione, mettendo insieme le capacità delle principali università, degli istituti di ricerca e dei giganti digitali cinesi. Si pensi per esempio alla partnership strategica con l’Università Tsinghua, che oltre ai laboratori congiunti punta a garantire all’azienda un flusso costante di competenze, in grado di portare le attività elettriche sempre più verso la frontiera della ricerca.

Non solo. Per tradurre la ricerca fondamentale in soluzioni operative su larga scala, State Grid ha lavorato tra l’altro con Huawei in numerosi progetti, anche sulla rete intelligente e l’Internet delle cose, con l’obiettivo di ridurre i tempi di rilevamento delle perdite di energia, con Baidu e Alibaba sul cloud e gli LLM, con Tencent sull’interconnessione delle reti. I ricercatori di State Grid, in collaborazione con le altre imprese e con gli istituti di ricerca, partecipano alle conferenze internazionali e pubblicano paper su vari temi, tra cui l’applicazione dei gemelli digitali alle varie fasi della gestione e dell’operazione della rete.

In sintesi, la comparsa di State Grid nelle classifiche sui brevetti dell’intelligenza artificiale non è un fatto casuale ma un segnale significativo dell’investimento in ricerca e sviluppo di un grande attore cinese con una forte presenza internazionale. Indica anche la tendenza cinese a competere non tanto e non solo sulla frontiera tecnologica dell’intelligenza artificiale (in cui pesa ancora lo svantaggio sulle infrastrutture di calcolo e i capitali rispetto agli Stati Uniti) ma in tutti gli ambiti industriali concreti su cui è possibile applicare le tecnologie.

Torna su