L’Antitrust Usa prepara un’indagine sul business del cloud di Microsoft.
Secondo quanto riportato per primo dal Financial Times, la Federal Trade Commission (Ftc), ovvero l’agenzia governativa statunitense a tutela dei consumatori per l’eliminazione e la prevenzione di pratiche commerciali anticoncorrenziali, sta per avviare un’indagine su Microsoft Azure negli Stati Uniti.
La Ftc deve ancora richiedere formalmente documenti o altre informazioni a Microsoft come parte dell’indagine, hanno affermato le fonti al quotidiano britannico. Oggi, sulla scia del rapporto, il titolo di Microsoft cede lo 0,7%.
Nel mercato cloud globale, il colosso di Redmond guidato da Satya Nadella (nella foto) è dietro solo al leader Amazon Web Services che ha il 31% di quota di mercato con il suo 20%, quasi il doppio delle dimensioni di Google Cloud al 12%.
Inoltre, non è la prima volta che Microsoft finisce sotto il controllo degli enti regolatori internazionali. Quest’estate il gigante tech ha raggiunto un accordo per risolvere un reclamo antitrust sulle pratiche di Microsoft di licenza di cloud computing, evitando un’indagine antitrust dell’Ue oltre che una potenziale multa salata – ha un valore di 20 milioni di euro.
Se a Bruxelles ha scampato quindi la lente dell’antitrust, potrebbe non essere lo stesso dall’altra parte dell’Atlantico: sempre il Ft sottolinea che la Ftc guidata da Lina Khan sta accelerando in queste ultime fasi della presidenza Biden per perseguire le presunte pratiche anticoncorrenziali delle Big Tech. Durante il mandato Khan, la Ftc ha preso infatti di mira le grandi aziende tecnologiche come Meta e Amazon per problemi antitrust. Una mossa per contestare le pratiche aziendali cloud di Microsoft segnerebbe l’ultimo attacco contro Big Tech da parte della presidente della Ftc.
Tutti i dettagli.
INDAGINE ANTITRUST IN ARRIVO SUL CLOUD MICROSOFT AZURE
In base a quanto rivelato da alcune fonti al Ft, l’agenzia Usa sta esaminando le accuse secondo cui il gigante del software sta potenzialmente abusando del suo potere di mercato nel software di produttività imponendo termini di licenza punitivi per impedire ai clienti di spostare i propri dati dal suo servizio cloud Azure ad altre piattaforme concorrenti.
LE PRATICHE ESAMINATE
Le tattiche esaminate includono un aumento sostanziale delle tariffe di abbonamento per coloro che se ne vanno, l’addebito di elevate commissioni di uscita e la presunta incompatibilità dei suoi prodotti Office 365 con i cloud rivali, emerge dal rapporto del Financial Times.
ULTIMA STOCCATA DELLA FTC PRESIEDUTA DA LINA KHAN CONTRO I MONOPOLI DI BIG TECH?
Secondo il quotidiano britannico, la decisione di avviare un’indagine formale arriverebbe dopo che la Ftc avrebbe chiesto un feedback ai partecipanti del settore e al pubblico sulle pratiche commerciali dei provider di cloud computing. I risultati di novembre dell’anno scorso hanno rivelato che la maggior parte delle risposte sollevava preoccupazioni sulla concorrenza, ha affermato l’agenzia all’epoca, comprese le pratiche di licenza software che limitano la possibilità di utilizzare alcuni software negli ecosistemi di altri provider di cloud.
Quel che è certo è che potrebbe essere l’ultima battaglia antitrust per la Lina Khan, destinato a essere sostituito dopo che il presidente eletto Donald Trump subentrerà ufficialmente alla Casa Bianca l’anno prossimo. Il mandato triennale di Khan è scaduto a fine settembre, ma può rimanere al suo posto come presidente ad interim finché o se non verrà sostituita.
Come ricordava di recente Axios, l’eroina Antitrust dei democratici (ma anche per il futuro vicepresidente JD Vance) ha ottenuto diverse vittorie (ad esempio nel caso Nvidia/Arm), ma perso diversi casi importanti, come la contestazione dell’acquisizione del produttore di videogiochi Activision da parte di Microsoft.
IL CASO ACTIVISION BLIZZARD
Nel 2022 la Ftc aveva intentato una causa per bloccare l’acquisizione da 75 miliardi di dollari del produttore di videogiochi Activision Blizzard da parte del colosso di Redmond per timori che l’accordo avrebbe danneggiato i concorrenti delle sue console Xbox e del business del cloud gaming. Una corte federale ha respinto un tentativo della Ftc di bloccarlo, che è stato oggetto di ricorso. Nel frattempo, una versione rivista dell’accordo è stata chiusa l’anno scorso dopo l’autorizzazione della Competition and Markets Authority (Cma), l’Autorità per la concorrenza e i mercati del Regno Unito.
NON SOLO I REGOLATORI USA…
Ma se Microsoft l’ha spuntata sulla mega acquisizione nel settore dei videogiochi, la società fondata da Bill Gates ha affrontato i regolatori antitrust anche fuori dai confini nazionali.
L’anno scorso l’autorità di regolamentazione dei media britannica Ofcom ha chiesto all’autorità Antitrust di indagare sul dominio dei giganti tecnologici statunitensi Amazon e Microsoft sul mercato cloud del Regno Unito. Ofcom ha affermato di aver identificato funzionalità che rendono più difficile per le aziende del Regno Unito utilizzare più fornitori cloud. “La Cma condurrà ora un’indagine indipendente per decidere se esiste un effetto negativo sulla concorrenza e, in tal caso, se dovrebbe agire o raccomandare ad altri di agire”, aveva affermato l’authority inglese.
Nel frattempo, nell’Ue, a luglio Microsoft ha evitato un’indagine formale sulla sua attività cloud dopo aver concordato un accordo multimilionario con Cispe (Cloud Infrastructure Service Provider in Europe), l’associazione europea che riunisce le società del cloud computing. In base all’accordo, il colosso tech svilupperà un prodotto che consentirà ai membri di Cispe di eseguire il software Microsoft sulle loro piattaforme sull’infrastruttura cloud Azure del gigante tecnologico statunitense con prezzi equivalenti a quelli di Microsoft, ha dichiarato Cispe. Inoltre, il gigante tech risarcirà i membri dell’associazione cloud per i mancati ricavi correlati ai costi di licenza negli ultimi due anni.