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Spazio, perché il governo non deve trascurare le Pmi. L’appello di Asas

Cosa è emerso dal webinar "Proposte di indirizzo per una strategia nazionale di posizionamento e sviluppo delle Pmi del settore spaziale” organizzato da Asas

 

Occorre una politica industriale per le Pmi spaziali italiane.

È l’appello Asas, l’Associazione per i Servizi, le Applicazioni e le Tecnologie ICT per lo Spazio, nata nel 2004 per valorizzare le applicazioni e i servizi basati sulle tecnologie spaziali.

“Oggi, nell’ecosistema New Space che ha radicalmente stravolto la struttura della domanda e dell’offerta di prodotti e servizi spaziali nel mondo, molte delle grandi imprese tradizionali appaiono ancora legate a schemi obsoleti di visione e proposta industriale, per connaturata e strutturale miopia di percezione strategica, mancanza di propensione al rischio di impresa così come all’innovazione di processo (salvo quella sussidiata dallo Stato) e di business”, avverte il dossier dell’Asas. “Non sono più in grado in via autonoma di adattarsi al nuovo ecosistema mondiale dello spazio: sono dunque destinate in ogni caso, anche a fronte delle richieste di sostanziose iniezioni di fondi pubblici, a soccombere alle dinamiche oggi prevalenti sui mercati internazionali”, aggiunge il rapporto.

Pertanto sarà necessario “ripensare completamente il modello di procurement pubblico così come quello di sostegno pubblico per accompagnare l’ecosistema nazionale complessivo verso nuovi, più audaci e sfidanti obiettivi di sviluppo”.

Ecco che cosa è emerso dal webinar “Proposte di indirizzo per una strategia nazionale di posizionamento e sviluppo delle PMI del settore spaziale” organizzato da Asas.

Tutti i dettagli.

ASAS: PMI 83% DEL SETTORE INDUSTRIALE SPAZIALE ITALIANO

“La composizione del settore industriale spaziale in Italia vede in totale 143 imprese, per l’83% rappresentate da Pmi, inclusa una componente pari all’8% di start-up”, rileva il rapporto di Asas. “La percentuale di Pmi è in aumento rispetto alle precedenti rilevazioni, come anche quella delle start-up”. 

“D’altra parte numerosi studi hanno evidenziato come sono proprio le Pmi il segmento debole — avverte il dossier Asas — su cui maggiormente avverse potrebbero essere le ricadute della crisi pandemica e della crisi bellica in atto, per la connaturata fragilità derivante dalla maggior difficoltà, in Italia, di accesso al credito e al finanziamento privato, così come dalla prevalente posizione subordinata in cui esse si collocano nelle catene di prodotto pubbliche italiane, che le rende tipicamente le vittime prioritarie di eventuali contrazioni o concentrazioni programmatiche dei finanziamenti pubblici al settore”.

IL RUOLO DELLE SOCIETÀ A PARTECIPAZIONE ESTERA

“Bisogna creare un ecosistema favorevole all’attrazione di capitali affinché si cambi il modo di fare spazio sempre più in linea del new space”, ha evidenziato Veronica La Regina, ceo di Nanoracks Europe, partecipata da una società statunitense.

“Nei programmi nazionali si dovrebbe consentire la cooperazione con società a partecipazione straniera, ma localizzate sul territorio italiano. L’Italia ha una tradizione lunghissima di alleanza con gli Stati Uniti per cui tutto questo potrà essere rinnovato nelle nuove attività che il nostro paese inizia a intraprendere”, ha spiegato La Regina.

NECESSARIO SUPPORTO STRATEGICO PER LE PMI, FONDAMENTALE RUOLO ASSOCIAZIONI (COME ASAS) E CLUSTER

“Le relazioni sono determinanti in questo mercato”, ha ribadito Guido Arista, general manager di Elital e presidente dello SPARC Cluster. Per quanto riguardo il passaggio dalla filiera all’ecosistema, “non è in discussione il ruolo determinante della grande impresa, ma la considerazione delle piccole e media imprese”.

“In questo caso, ogni singola impresa è chiamata a fare un passo in avanti, fondamentale è il ruolo delle associazioni (come Asas) e dei cluster, perché le pmi sono parte di un mercato in evoluzione”. In tutto questo la strategia nazionale è determinante, quindi è necessario per le istituzioni comprendere l’importanza delle pmi e per quest’ultime essere in contatto con le istituzioni”.

“Non si chiede il supporto economico, ma di carattere strategico” ha puntualizzato Arista, ovvero “snellimento della burocrazia”.

LE PMI DEVONO ENTRARE IN ECOSISTEMA CON LE BIG (COME LEONARDO)

“Parliamo di space economy ma sempre più spesso si sente di parlare di fast space, la velocità è discriminante”, ha evidenziato Davide Rossetti, manager di Nurjana Technologies. “In Italia e in Europa dobbiamo essere sempre più veloci nel cercare di reagire alla domanda di implementazione di nuovi servizi spaziali”.

Dobbiamo creare alleanze in Europa per presentarci più forti e competitivi, secondo Rossetti.

“Riguardo la cooperazione con le grande aziende (come Leonardo in Italia) ci deve essere maggiore sponsorizzazione da parte dei governi per mettere in piedi dei meccanismi chiari di ingaggio, per poter così supportare le aziende grandi nel percorso d’innovazione. Non ci dobbiamo trovare in competizione con l’azienda più grande, piuttosto entrare in ecosistema con loro”, ha auspicato Rossetti.

Pertanto, “quello che noi chiediamo è dare fiducia alle pmi in un settore così complicato ma importante”, esorta Roberto Tartaglia ceo di MapSAT.

“È essenziale che il governo adotti una politica di aiuto alle pmi, ma non in senso di risorse (certo ci fossero anche quelle sarebbe meglio) ma semplificando le procedure, per diventare fornitori dello stato italiano, riducendo aspetti burocratici che non hanno più ragione di essere applicati alle attività spaziali”, ha concluso il presidente di Asas, Silvano Casini.

ATTENZIONE DA PARTE DELLE FORZE ARMATE

Inoltre, “le nostre forze armate dovrebbero avere un ruolo molto più importante nell’ambito dello spazio”, ha auspicato Casini. “Quello spazio del futuro, in cui per viverci occorreranno tecniche innovative che non sempre le grandi industrie sono in grado di sviluppare con la rapidità richiesta dalle circostanze” ha aggiunto.

“C’è attenzione da parte delle forze armate, come testimoniato dalla costituzione presso lo Stato maggiore della Difesa e al Comando operativo vertice interforze (Covi) che si occupano proprio di spazio”, ha replicato il generale Franco Federici, Consigliere militare presso la Presidenza del Consiglio. Secondo Federici, “L’ingresso di attori privati nel settore spazio è un fatto di cui dobbiamo assolutamente tener conto”, “dobbiamo poi essere veloci, per non essere sopravanzati da paesi che possono giocare un ruolo critico”.

IMPIEGO DEI FONDI PNRR A SOSTEGNO DELLE PMI

Infine, i “fondi pubblici giocano un ruolo di sigillo di garanzia per il mercato”, sottolinea l’Asas ricordando che ora c’è il Pnrr che prevede 2,3 miliardi da dedicare al settore spaziale. “Ecco quindi che diventa assolutamente critico e determinante accelerare l’approntamento di specifici indirizzi di politica industriale spaziale più moderni e innovativi, che dovranno essere vincolanti per l’impiego dei fondi PNRR dedicati alla ripresa e allo sviluppo del settore nella fase post-pandemica, a supporto, promozione, espansione, accompagnamento nella crescita e internazionalizzazione delle PMI del settore spaziale nazionale”.

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