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Dart Liciacube

Spazio, lanciata con successo la sonda “kamikaze” Dart con l’italiano Liciacube

Avvenuta la separazione dal lanciatore: ora la sonda Dart della Nasa vola autonomamente verso l'asteroide con a bordo il microsatellite italiano LiciaCube. Obiettivo della missione è testare la tecnologia che un giorno potrebbe essere utilizzata per cambiare il corso di un pericoloso asteroide se mai si trovasse in rotta di collisione con la Terra

Una sonda in grado di colpire un asteroide e deviare la sua traiettoria dalla Terra: non è la trama di un film apocalittico.

Oggi è partita con successo la missione Dart (Double Asteroid Redirection Test) e del microsatellite italiano LICIACube, la prima di difesa planetaria della Nasa.

Lanciata alle 7:20 italiane dalla base di Vandenberg in California a bordo di un razzo Falcon 9, la sonda Dart trasporta al suo interno il satellite LICIACube realizzato dall’azienda Argotec di Torino, in collaborazione e con il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

La sonda Dart della Nasa si è separata con successo dall’ultimo stadio del lanciatore Falcon 9 della società aerospaziale privata SpaceX.

Dart è ora in viaggio verso il suo obiettivo: un piccolo asteroide chiamato Dimorphos in orbita attorno a un asteroide più grande chiamato Didymos.

Si tratta del primo test di difesa planetaria su vasta scala, che ha come scopo la dimostrazione di un metodo di tecnologia di deflessione degli asteroidi. Il costo della missione è di 325 milioni di dollari, riporta la Bbc.

I due asteroidi non sono in pericolo di impatto con la Terra, ma questo test servirà come test per vedere se questa tecnologia può spostare leggermente l’orbita di un asteroide per portarlo fuori rotta.

Se mai un giorno un asteroide fosse in rotta di collisione contro la Terra interverrebbe quindi la sonda Dart a colpirlo per reindirizzare la sua rotta. La Nasa e altre agenzie spaziali seguono asteroidi potenzialmente pericolosi mentre si fanno strada intorno al Sole.

Dart dovrebbe colpire Dimorphos nell’autunno del 2022.

Tutti i dettagli.

COSA FARÀ ORA DART

“La prima fase di lancio è andata bene e il sistema Dart/LICIACube è in volo”, ha dichiarato Barbara Negri, responsabile del volo umano e della strumentazione scientifica dell’Asi.

Ora la sonda continua a viaggiare sia grazie alla spinta ricevuta dal lanciatore, sia con il suo sistema di propulsione elettrica. Il viaggio di Dart durerà oltre 10 mesi verso il piccolo asteroide Dimorphos, che ruota intorno al più grande asteroide Didimo.

Per la parte americana la missione è nata dalla collaborazione fra la Nasa e il Laboratorio di fisica applicata dell’università Johns Hopkins.

COS’È LICIACUBE

A bordo di Dart c’è anche il microsatellite italiano LiciaCube (acronimo di Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids), di soli 30x20x10cm e di circa 13 chilogrammi. È un progetto dell’Asi realizzato interamente negli stabilimenti della società Argotec di Torino. Si tratta del primo satellite costruito nel nostro Paese ad affrontare un viaggio nello spazio profondo.

IL TEAM ITALIANO

Il team scientifico di LICIACube, tutto italiano, comprende ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), del Politecnico di Milano, delle Università di Bologna e Parthenope di Napoli, dell’IFAC-CNR di Firenze, ed è coordinato da Elisabetta Dotto (Inaf). Nei mesi scorsi Inaf ha coordinato con il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) una campagna di osservazioni spettroscopiche dell’asteroide Didymos che copre tutta la rotazione dell’oggetto.

OBIETTIVO DELLA MISSIONE DART CON LICIACUBE

Obiettivo della missione, spiega una nota, sarà quello di raggiungere, nell’autunno del prossimo anno, il sistema binario composto dall’asteroide Didymos e dal suo satellite Dimorphos e far impattare ad alta velocità contro quest’ultimo la sonda americana Dart mentre LICIACube, rimanendo a distanza di sicurezza, avrà il compito di fotografare e acquisire i dati dell’impatto per verificare se l’asteroide devierà la sua traiettoria.

Dart sarà quindi il primo test, in scala reale, della tecnica di impatto cinetico a scopo di Difesa Planetaria per la salvaguardia della Terra, qualora in futuro si creino situazioni di pericolo causate da oggetti celesti che intersecano l’orbita terrestre.

NESSUNO DEI DUE ASTEROIDI RAPPRESENTA UNA MINACCIA… MA

Come ha spiegato l’Asi, nessuno dei due asteroidi rappresenta una minaccia per la Terra. Tuttavia, la loro orbita attorno al Sole li fa transitare abbastanza vicino al nostro pianeta da permettere ai telescopi di osservare le conseguenze della collisione di Dart e calcolare quanto la missione sarà stata efficace nel modificare la traiettoria di Dimorphos a seguito dell’impatto. La variazione del periodo di rivoluzione di quest’ultimo intorno al suo più massiccio compagno roccioso verrà misurata nelle fasi immediatamente successive all’impatto e poi in maniera cumulativa per i mesi e gli anni successivi.

In aggiunta a quanto rilevato da Terra, saranno le immagini acquisite da LiciaCube a fornire elementi unici acquisiti in situ e nei momenti appena successivi all’impatto, rilevanti anche per la misura della deflessione orbitale.

SACCOCCIA: “NON È UN CASO CHE TALE INCARICO SIA STATO AFFIDATO ALL’ITALIA”

“Il piccolo cubesat LiciaCube dell’Agenzia Spaziale Italiana avrà un compito altamente sfidante in questa missione di difesa planetaria unica nel suo genere che aprirà la strada a molte altre missioni” ha commentato il presidente Asi Giorgio Saccoccia.

“Non è un caso che tale incarico sia stato affidato all’Italia — unico partner internazionale della missione — a conferma della solidità dei rapporti bilaterali tra Nasa ed Asi e dell’affidabilità dell’industria nazionale e del team scientifico composto da enti di ricerca ed università italiane” ha sottolineato Saccoccia.

PARMITANO: “MISSIONE DART E LICIACUBE STRAORDINARIA”

Infine, “la missione è straordinaria. Per Dart e LiciaCube c’è un lungo viaggio nello spazio di 11 milioni di chilometri e che durerà 11 mesi” ha sottlineato l’astronauta italiano dell’Esa, Luca Parmitano, nel corso dell’evento in diretta organizzato nella sede dell’Asi a Roma.

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