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Smic crolla in Borsa per la minaccia di restrizioni Usa in arrivo

Il più grande produttore di semiconduttori, Smic, continua a perdere in Borsa. Domenica Smic ha dichiarato di avere avuto i primi contatti con le autorità statunitensi sulle restrizioni alle esportazioni

 

Il titolo Smic crolla in Borsa, a Hong Kong, sui timori degli investitori per l’impatto delle restrizioni Usa alle esportazioni verso il gruppo cinese.

Smic, il più grande produttore di semiconduttori cinese, ha dichiarato infatti di avere avuto i primi contatti con le autorità statunitensi sulle restrizioni alle esportazioni.

Dopo un’apertura in pesante calo (-2,87%), il titolo viaggia ora su un ribasso del 5,41% alla Borsa di Hong Kong.

Come sottolinea Bloomberg, Smic è diventata l’ultima azienda tecnologica cinese ad essere presa di mira dall’amministrazione Trump in mezzo a un’escalation di tensioni tra Washington e Pechino.

I COLLOQUI CON LO US BUREAU OF INDUSTRY AND SECURITY

Semiconductor Manufacturing International Corporation ha avuto “scambi preliminari” con lo Us Bureau of Industry and Security, afferma il gruppo in una nota inviata ieri allo Hong Kong Stock Exchange, dove è quotato.

GLI IMPATTI DELLE RESTRIZIONI SU SMIC

“Il gruppo sta conducendo valutazioni sull’impatto di tali restrizioni all’export sulla produzione e le attività operative del gruppo”, afferma Smic aggiungendo di operare in linea con le leggi dei Paesi in cui è presente, e chiedendo “cautela” agli azionisti.

CONTINUA A PERDERE IL BORSA

Il titolo ha perso il 5% oggi a Hong Kong, aggiungendosi al crollo del 27% a settembre, quando sono emersi i primi rapporti che la Casa Bianca stava valutando di intraprendere un’azione contro la società cinese.

I RESOCONTI DEI MEDIA SULLE RESTRIZIONI IN ARRIVO

A settembre, Reuters ha riferito che il Bureau of Industry and Security del Dipartimento del Commercio aveva emesso lettere in cui informava alcune aziende che d’ora in poi dovevano ottenere una licenza prima di continuare a fornire beni e servizi a Smic.

Secondo una copia della lettera vista dal Financial Times, il dipartimento del commercio Usa sostiene che le esportazioni da aziende americane verso Smic rappresentano un “rischio inaccettabile” di essere dirottate verso un “uso finale militare”.

Tali misure seguono le restrizioni imposte dal Dipartimento del Commercio Usa a Huawei, il colosso tlc di Shenzen inserito nella blacklist statunitense nel maggio 2019.

LE CONSEGUENZE PER IL PRODUTTORE DI SEMICONDUTTORI CINESE

Come conseguenza delle restrizioni imposte dal Dipartimento del Commercio Usa, i fornitori di determinate apparecchiature a Smic dovranno ora richiedere licenze di esportazione individuali.

Smic è considerato il più grande chipmaker cinese. Anche se Smic rappresenta meno del 5% del mercato globale per i chip su ordinazione, costituisce la migliore speranza della Cina per rompere la dipendenza del paese dai produttori stranieri. Questi includono appunto Taiwan Semiconductor Manufacturing Co Ltd (Tsmc), leader del mercato globale.

Entrambe le società fanno molto affidamento su apparecchiature di società con sede negli Stati Uniti o nei paesi alleati degli Usa per produrre chip per i clienti.

INTERROTTA LA CRESCITA?

Pertanto, le restrizioni rischiano di frenare il piano del chipmaker cinese.

A luglio, Smic aveva raccolto quasi 7 miliardi di dollari in una quotazione secondaria sullo Star Market di Shanghai, la risposta cinese al Nasdaq.

La società con sede a Shanghai aveva dichiarato che intende utilizzare i fondi per sviluppare capacità aggiuntiva per la produzione di chipset avanzati.

IL COMMENTO DEGLI ANALISTI RIPORTATI DAL FINANCIAL TIMES

Come riporta il Financial Times, “per gli analisti le restrizioni di Washington sulle esportazioni a Smic potrebbero rappresentare il colpo più pesante per le ambizioni della Cina di costruire un’industria dei semiconduttori vitale e autosufficiente. È probabile che le sanzioni fermino l’espansione degli stabilimenti di Smic e potrebbero indurre i clienti stranieri a trasferire gli ordini ai concorrenti”.

“L’impatto delle sanzioni contro Smic sarà molto maggiore rispetto agli effetti negativi delle sanzioni contro Huawei”. Lo ha dichiarato lunedì la società di ricerca TrendForce, riportata dal Ft.

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