Come per la fibra, in arrivo un bollino anche per certificare la velocità del 5G.
Nella seduta del 13 novembre 2024, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha avviato una consultazione pubblica (Delibera n. 457/24/CONS), insieme a misure anti spoofing, una serie di misure di trasparenza e corretta informazione relative alle condizioni economiche e tecniche delle offerte di servizi telefonici e di connettività, tra le quali, in particolare, la valutazione di una serie di bollini per certificare la velocità della connessione 5G.
Il provvedimento, se accolto, seguirebbe l’esempio del sistema di certificazione già utilizzato per le connessioni in fibra ottica contro le offerte ingannevoli. L’Agcom ha sviluppato un sistema a bollini: ogni bollino possiede una sigla e un colore differente, e individua con precisione una specifica tipologia di fibra. Questo perché quando si parla di fibra si intende solo delle connessioni FTTH.
Allo stesso modo si fa presto a parlare del nuovo standard di telefonia mobile: spesso si vendono infatti servizi 5G spacciati come prestazioni massime teoriche ma basate su infrastrutture non completamente 5G dal momento che è la tecnologia stand alone, che rappresenta il vero e proprio 5G al momento ancora non del tutto disponibile nel nostro paese.
Se dall’autorità presieduta da Giacomo Lasorella arrivano i plausi per questa iniziativa a tutela dei consumatori, c’è qualcuno che storce il naso e le perplessità giungono proprio da un consulente della presidenza del Consiglio esperto del settore..
Tutti i dettagli.
PER IL COMMISSARIO CAPITANIO UNO STRUMENTO PER SALVAGUARDARE I CONSUMATORI
Immediata la soddisfazione espressa dal commissario Agcom Massimiliano Capitanio che su Linkedin ha dichiarato: “Non basta dire 5G! 30, 40, 400 o 500 Mbps? Agcom interviene per garantire trasparenza nelle offerte di telefonia mobile che possono risultare ingannevoli per gli utenti. I bollini risultano lo strumento più immediato e intuitivo per il consumatore distinguendo tra: Valore limite (giallo); Massima velocità raggiungibile (verde)”.
Pertanto, conclude Capitanio, “Una prima proposta è ora in consultazione per raccogliere i pareri di operatori telefonici, associazioni di categoria e associazioni utenti”.
IL COMMENTO DEGLI ESPERTI
Quindi al vaglio della consultazione avviata dall’Agcom c’è un semaforo contro il finto 5G: un “bollino” in base alla velocità.
“È un’ottima iniziativa di Agcom con un doppio effetto benefico per gli utenti finali e per il mercato. Da un lato i clienti sanno finalmente quello che comprano. E dall’altro lato gli operatori mobili possono differenziare le offerte cercando marginalità sulle migliori performance in un mercato che ad oggi non sa distinguerle. Un altro tassello importante per la trasparenza contrattuale”, ha commentato su Linkedin Dario Denni, fondatore di Europio Consulting.
LA PRECISAZIONE DEL CONSULENTE DEL SOTTOSEGRETARIO BUTTI
Sempre su Linkedin Raffaele Barberio, presidente di Barberio & Partners srl, ex direttore di Key4biz, consigliere esperto a Palazzo Chigi del sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, ha osservato invece: “Queste offerte non sono da 5G. Sono offerte da finto 5G ovvero da 4,5G. Questa rete copre oltre il 90% del territorio nazionale. Ma, ripeto, non è 5G”.
Il 5G per essere tale deve essere stand alone e la copertura della rete standalone è inferiore al 10% del territorio”, precisa Barbiero, che chiosa: “Non ci siamo e purtroppo continuiamo a fare confusione”.
Non resta che attendere gli esiti della consultazione Agcom per capire cosa ne pensano le telco da una parte e i consumatori dall’altra a proposito del bollino per il 5G.