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Titanio

Russia-Ucraina: Boeing e Airbus temono sulle forniture di titanio?

Le società aerospaziali hanno aumentato le scorte di titanio e si stanno affrettando a sostenere le catene di approvvigionamento. Il metallo, ampiamente utilizzato nella produzione di aerei, è in gran parte fornito dalla Russia

 

Corsa al titanio russo per Airbus, Boeing e le società aerospaziali.

Il titanio è utilizzato nei motori degli aerei (in percentuali del 14-15%) ed è in gran parte fornito dalla Russia. L’escalation delle tensioni tra la Russia e l’Occidente, che non trova ancora una soluzione nonostante i costanti sforzi diplomatici, potrebbe avere un impatto sulla catena di approvvigionamento aerospaziale.

Di conseguenza, le aziende industriali occidentali stanno verificando le loro catene di approvvigionamento per i componenti russi nel caso in cui sanzioni contro Mosca provichino colli di bottiglia alla produzione, sottolinea Reuters.

Secondo il Telegraph, metà della fornitura di titanio di Airbus proviene dalla Russia. Ma il colosso russo Vsmpo-Avisma, il principale produttore di titanio al mondo, è il più grande fornitore per tutti i programmi di aeromobili di Boeing.

Tutti i dettagli.

TITANIO BENE STRATEGICO PER I MOTORI DEGLI AEREI

Come segnala Reuters, il titanio è ampiamente considerato un banco di prova per l’interdipendenza economica in settori strategici come l’aerospaziale civile.

Negli ultimi anni l’utilizzo di titanio è aumentato con gli ultimi jet leggeri, come il Boeing  787 e l’Airbus A350, raggiungendo in peso il 14-15% di un aereo di linea.

Boeing 787 materials (The Boeing Company)

AZIENDE DEL SETTORE IN ALLERTA DAL 2014

Fonti del settore hanno riferito a Reuters che le aziende aerospaziali occidentali hanno aumentato le scorte o diversificato le fonti di approvvigionamento dal 2014. Anno in cui la Russia ha subito sanzioni per l’annessione della Crimea dall’Ucraina, anche se il titanio non era direttamente preso di mira.

“Durante la crisi della Crimea, tutti hanno creato scorte di sicurezza e seconde fonti di titanio, ma alla fine non è successo nulla (sulle sanzioni)”, ha affermato una fonte importante dell’industria europea.

Nel frattempo, le restrizioni ai voli durante la pandemia hanno “concesso” all’intera industria aerospaziale di accumulare riserve durante il rallentamento della produzione di jet.

LA DIPENDENZA DAL COLOSSO RUSSO VSMPO-AVISMA DI BOEING E AIRBUS

Per quanto riguarda la produzione di titanio, come riassume Seeking Alpha, la Russia detiene il terzo posto con una quota compresa tra il 13 e il 13,5% circa, seguita da Cina, Giappone e Ucraina con una quota dal 2 al 2,6%.

Il colosso russo Vsmpo-Avisma è infatti il più grande produttore mondiale di titanio. Negli anni Boeing — ricorda sempre Seeking Alpha — ha intensificato i suoi legami con la Russia per la produzione di parti in titanio. Nel 1997, Boeing ha firmato un accordo con Vsmpo-Avisma per fornire titanio a Boeing e sono stati raggiunti diversi accordi negli anni seguenti.

L’ultimo quello siglato al Dubai Airshow dello scorso novembre, quando Boeing ha rinnovato una partnership biennale con Vsmpo-Avisma, accettando di mantenerla come il suo più grande fornitore di titanio. A fine gennaio, il numero di Boeing David Calhoun aveva dichiarato che l’azienda è “protetta per un bel po’, ma non per sempre”.

Anche l’europea Airbus e la brasiliana Embraer hanno accordi a lungo termine con Vsmpo-Avisma.

Airbus ha affermato di fare affidamento sulla Russia per metà del suo fabbisogno di titanio, ricorda Reuters. Da parte sua, Vsmpo-Avisma realizza circa tre quarti delle sue vendite dal settore aerospaziale nonostante gli sforzi per diversificare.

ANCHE GLI APPALTATORI DELLA DIFESA SEGUONO GLI SVILUPPI

Ma il titanio non interessa soltanto l’industria aeronautica, il metallo è fondamentale infatti anche per la produzione di attrezzature per la difesa e paesi, inclusi gli Stati Uniti.

Neil Mitchhill, chief financial officer di Raytheon Technologies, il più grande appaltatore aerospaziale del mondo, ha detto a Reuters che stava “monitorando gli sviluppi” e lavorando per garantire che la sua catena di approvvigionamento fosse sicura per i prossimi 12 mesi.

Il produttore dei motori a reazione Pratt e Whitney ha affermato di avere due o più fonti di titanio e altre materie prime chiave, ma non ha fornito ulteriori dettagli.

A RISCHIO LE ESPORTAZIONI?

Dunque eventuali sanzioni contro la Russia, penalizzerebbero non solo le società aerospaziali ma anche quelle del settore difesa che potrebbero cercare un’esenzione da dazi e sanzioni su titanio e parti in titanio.

Come riporta Reuters, un report di S&P sosteneva che è improbabile che l’Occidente fermi il commercio di materie prime (come il titanio) poiché ci vogliono anni per certificare i fornitori alternativi. Basta ricordare che nel dicembre 2020 il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti aveva imposto restrizioni al produttore russo Vsmpo-Avisma solo per annullarle tre settimane dopo.

PIÙ PROBABILE L’AUMENTO DEI COSTI

Tuttavia, i produttori di aerei potrebbero ancora affrontare costi di titanio più elevati, evidenza Reuters.

“Piuttosto che sanzioni ferree, è più probabile che i vincoli all’offerta aumentino ampiamente i prezzi”, ha affermato Richard Aboulafia, amministratore delegato di AeroDynamic Advisory.

Come accaduto in questi giorni con il nichel. Ieri il prezzo del nichel ha raggiunto i 25.055 dollari a tonnellata, il massimo dal 2011. Spinto dall’escalation della crisi in Ucraina, che potrebbe mettere sotto pressione la produzione russa, e dall’aumento della domanda, legata al boom delle auto elettriche (il metallo è usato nelle batterie).

Oltre ai timori inflazionistici, l’onere potrebbe gravare maggiormente sui jet commerciali dove è più difficile trasferire i costi. Rispetto al business militare, più al riparo secondo Aboulafia.

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