Anonymous nuovamente all’attacco dell’ordine professionale degli avvocati. Dopo l’incursione della scorsa primavera (leggi: Anonymous attacca le Pec degli avvocati in tutta Italia. Ecco i danni raccontati da un legale) nelle ultime ore il gruppo di hacker ha sferrato diversi attacchi a più bersagli, tra cui, appunto, l’ordine degli avvocati.
I BERSAGLI DI ANONYMOUS
L’attacco, portato a termine per festeggiare nel modo più consono di Anonymous l’Operazione 5 novembre (data storica della Congiura delle polveri che ha visto nascere la celebre maschera di Guy Fawkes divenuta emblema degli hacker), ha avuto una pluralità di bersagli. Più o meno contemporaneamente sono stati infatti bucati i sistemi della rete degli ordini degli avvocati, della prefettura di Napoli, di Anps, di Lycamobile e perfino della biblioteca della Camera.
I DANNI
Non si conosce ancora l’esatta portata dell’azione criminale. Al momento, pare che i danni maggiori gli hacker di LulzSecIta li abbiano riservati all’operatore telefonico internazionale, Lycamobile, dal quale hanno trafugato migliaia di carte d’identità, passaporti, documenti interni all’azienda e altri cifrati che potrebbero essere collegati alle carte di credito dei clienti. Il silenzio dell’operatore, che non ha ancora diramato in merito alcun commento, potrebbe avvalorare quanto detto da Anonymous stessa che sostiene di avere per le mani ben altro materiale. Colpiti anche gli ordini degli avvocati di Grosseto, Arezzo e Perugia, l’Unione degli Avvocati di Bari (Udai), la Prefettura di Napoli, la biblioteca della Camera dei Deputati e l’Associazione Nazionale Polizia di Stato (Anps).
LE RIVENDICAZIONI
Ancora una volta, Anonymous sostiene che le proprie azioni siano fatte per denunciare la scarsa sicurezza dei sistemi informatici e il disinteresse di istituzioni e multinazionali per la protezione dei dati degli utenti, che pure sarebbero tenuti a custodire. «I nostri data breach dovrebbero far pensare a quanto sia importante quel che facciamo, perché nei dump che diffondiamo vengono esposte dati che riguardano direttamente la vostra privacy e allo stesso tempo viene esposta sia l’incapacità di chi si è assunto la responsabilità di proteggere tale privacy, sia il non rispetto di leggi che essi stessi hanno creato», hanno rivendicato i membri di Anonymous Italia.
L’ULTIMO ATTACCO AGLI AVVOCATI
Anonymous lo scorso maggio aveva attaccato il sistema Lextel, che ospita le PEC, la posta elettronica certificata, della maggioranza dei legali italiani. Data la delicatezza del database attaccato, in quell’occasione si era subito mosso il Garante della Privacy, Antonello Soro, che aveva dichiarato: «Abbiamo avviato l’istruttoria, necessaria ad accertare le relative responsabilità e a prescrivere le misure opportune per limitare i danni suscettibili di derivarne agli interessati: in particolare avvocati e loro assistiti». «Sin da ora, emerge l’assoluta inadeguatezza delle misure di sicurezza correlate alla gestione di un servizio, quale la PEC, che dovrebbe garantire la massima riservatezza e su cui, peraltro, si basa l’intera architettura del processo telematico».