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Privacy, ecco come Meta ha chiuso la causa contro Facebook

La società madre di Facebook, Meta, ha raggiunto un accordo da 37,5 milioni di dollari per chiudere una causa in cui si accusava il social di aver violato la privacy degli utenti tracciando i dati sulla posizione tramite smartphone senza chiedere il permesso di farlo

E Meta (parent company di Facebook) paga.

La società guidata da Mark Zuckerberg ha raggiunto un accordo di 37,5 milioni di dollari per chiudere una causa che accusa Facebook di aver violato la privacy degli utenti monitorando i loro movimenti attraverso gli smartphone senza autorizzazione.

Lunedì i legali hanno depositato un accordo preliminare presso la corte federale di San Francisco ma per risolvere la class action occorre l’approvazione di un giudice.

Negli ultimi anni Meta ha affrontato una serie di sfide legali. Di recente ha raggiunto un accordo separato di 90 milioni di dollari sempre per il rilevamento non autorizzato della posizione, ricorda Axios.

Tutti i dettagli.

LA CAUSA SULLA VIOLAZIONE PRIVACY DA PARTE DI FACEBOOK

La causa, iniziata nel novembre 2018, riguarda le accuse secondo cui Facebook ha violato la legge della California e la propria politica sulla privacy raccogliendo dati dagli utenti che hanno disattivato i servizi di localizzazione sui propri dispositivi mobili.

Gli utenti hanno affermato che, sebbene non volessero condividere le loro posizioni con Facebook, la società ha comunque dedotto dove si trovassero dai loro indirizzi IP (protocollo Internet). Non solo. La società ha utilizzato tali informazioni per inviare loro pubblicità mirata.

COSA DICEVA ZUCKERBERG AL CONGRESSO A PROPOSITO DELLA LOCALIZZAZIONE

Nel giugno 2018, il ceo di Facebook Mark Zuckerberg ha dichiarato al Congresso degli Stati Uniti che la società con sede a Menlo Park utilizza i dati sulla posizione “per aiutare gli inserzionisti a raggiungere le persone in aree particolari”. Ad esempio, ha affermato che gli utenti che hanno cenato in determinati ristoranti potrebbero ricevere post di amici che hanno mangiato anche lì o annunci di attività commerciali che volevano fornire servizi nelle vicinanze.

L’ACCORDO RAGGIUNTO DA META

Ora, il nuovo accordo risolve le accuse secondo cui Facebook ha utilizzato gli indirizzi IP per determinare la posizione degli utenti. Nonostante quegli utenti abbiano disattivato i servizi di localizzazione.

In particolare, l’accordo riguarda gli utenti che hanno utilizzato Facebook negli Stati Uniti dopo il 30 gennaio 2015, sottolinea Reuters.

Infine, Meta ha negato la trasgressione confermando l’accordo raggiunto.

 

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