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Privacy Digitale: gli smartphone ci rendono controllabili. E (forse) non sempre è un male

Il caso Carpenter, proveniente da Oltre Oceano, potrà essere utile all’avanzamento della policy in materia di privacy digitale   Il processo che potrebbe portare alla trasformare della legge sulla privacy nell’era digitale è iniziato con la rapina a mano armata di un negozio di Radio Shack a Detroit, un paio di settimane prima di Natale…

Il caso Carpenter, proveniente da Oltre Oceano, potrà essere utile all’avanzamento della policy in materia di privacy digitale

 

Il processo che potrebbe portare alla trasformare della legge sulla privacy nell’era digitale è iniziato con la rapina a mano armata di un negozio di Radio Shack a Detroit, un paio di settimane prima di Natale del 2010. Nei tre mesi successivi, altri otto negozi nel Michigan e nell’Ohio hanno subito una rapina a mano armata. I ladri hanno preso borse piene di smartphone ma, paradossalmente, proprio uno dei telefoni dei colpevoli aiuterebbe la polizia a fare giustizia.

Ma la questione non è semplice. Mercoledì, infatti, come riporta il New York Times,  la Corte Suprema valuterà se i pubblici ministeri abbiano violato il Quarto Emendamento raccogliendo enormi quantità di dati dalle società di telefonia mobile che mostrano i movimenti dell’uomo che hanno organizzato la maggior parte delle rapine.

Il caso

smartphoneIl caso riguarda Timothy Ivory Carpenter, che i testimoni dicono abbia pianificato le rapine, fornito armi e fatto da vedetta, in attesa in un’auto rubata dall’altra parte della strada. “Al suo segnale, i ladri sono entrati nel negozio, hanno brandito le pistole, radunato clienti e dipendenti e hanno ordinato ai dipendenti di riempire i sacchi dei rapinatori con nuovi smartphone“, ha detto una sentenza del tribunale, riassumendo le prove a suo carico. Oltre a presentare testimonianze, i pubblici ministeri si sono basati su mesi di registrazioni ottenute da società di telefonia per dimostrare la loro tesi.

I documenti hanno mostrato che il telefono del signor Carpenter attaccava celle vicine ai luoghi dove avvenivano le rapine. E’ stato catturato e condannato a 116 anni di carcere. Gli avvocati di Carpenter hanno detto che le aziende di telefonia mobile hanno girato oltre 127 giorni di registrazioni che hanno posizionato il suo telefono in 12.898 località, in base alle informazioni provenienti dalle torri dei cellulari. I pubblici ministeri potevano dire se aveva dormito a casa in certe sere e se frequentava la sua solita chiesa la domenica mattina.

“Mai prima, nella storia della polizia, il governo ha posseduto la macchina del tempo che ha ora”, ha detto Nathan Freed Wessler, un avvocato della American Civil Liberties Union, che rappresenta il signor Carpenter. Wessler ha detto che ai pubblici ministeri dovrebbe essere richiesto di ottenere un mandato quando cercano più di 24 ore di dati sulla posizione.

La parola agli esperti

Gli esperti di diritto della privacy hanno affermato che il caso “Carpenter V” (United States, n. 16-402), è stato un “potenziale successone”. “Carpenter potrebbe essere il più importante caso di privacy elettronica del XXI secolo”, ha affermato Jeffrey Rosen, presidente del National Constitution Center, un gruppo no-profit dedicato all’educazione del pubblico sulla Costituzione. In una coppia di decisioni recenti, la Corte Suprema ha espresso disagio nel consentire un accesso illimitato al governo ai dati digitali: essi vorrebbero limitare la capacità della polizia di utilizzare dispositivi GPS per tracciare i movimenti dei sospetti e hanno richiesto l’introduzione di un mandato per la ricerca sui cellulari.

I big sollecitano la Corte

carpenterAziende tecnologiche come Apple, Facebook e Google hanno presentato un breve sollecito alla Corte Suprema affinché tenti di innovare la legge del Quarto Emendamento per adeguarla all’era moderna.

“Nessuna dottrina costituzionale dovrebbe presumere”, ha detto il sollecito, “che i consumatori si assumano il rischio di una sorveglianza governativa sprovvista di particolari garanzie, semplicemente poiché utilizzano tecnologie che sono benefiche e sempre più integrate nella vita moderna”. La decisione della corte, prevista per giugno, applicherà il quarto emendamento, redatto nel XVIII secolo, a un mondo in cui i movimenti delle persone sono continuamente registrati da dispositivi nelle loro macchine, tasche e borsellini, dai caselli dei pedaggi e dai sistemi di transito. Il ragionamento del tribunale può essere applicato anche a e-mail e messaggi di testo, ricerche su Internet e documenti bancari e delle carte di credito. “Il caso è estremamente importante, in quanto definisce il ruolo costituzionale per una vasta gamma di altri casi”, ha detto Orin Kerr, un professore di legge che presto entrerà a far parte della facoltà della University of Southern California.

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