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Truffa

Facebook e X sbarrano il traffico verso i giornali? Ecco gli effetti

Da Mark Zuckerberg a Elon Musk: i patron dei social stanno facendo di tutto per trattenere gli utenti sulle loro piattaforme. Dimezzato perciò il traffico che da Facebook e Twitter / X andava ai giornali.

Che cosa succede tra social e giornali?

Secondo Similarweb, società israeliana proprietaria di un software per l’analisi del traffico dei siti web che ha condiviso i propri dati con Italia Oggi, sta cambiando radicalmente il flusso degli accessi alle testate online. Negli ultimi anni, più o meno, il comportamento degli utenti era sempre stato questo: incappavano in qualcosa sulla propria bacheca social quindi, se non erano tra i tanti che condividono le notizie senza nemmeno leggerle, cliccavano sulla notizia e accedevano quindi al sito di Repubblica, Fanpage o Ansa. Non sono nomi casuali: proprio Similarweb informa, in un grafico esteticamente con qualche erroruccio di troppo, dato che l’altezza delle torri non combacia coi numeri, che la testata fondata da Eugenio Scalfari fa 147 milioni di visite – non utenti unici, è bene sottolinearlo -, Ansa poco meno di 90 milioni, alla pari del Corriere mentre Fanpage si attesta sui 59 milioni.

Le torri di Similarweb: al netto dell’errore grafico che mette Ansa in seconda posizione, ci interessa evidenziare i numeri

MARK NON LEGGE PIÙ I GIORNALI

Adesso però i padroni dei social sembrano aver chiuso i rubinetti dei flussi. E secondo i dati a disposizione di Italia Oggi Facebook, di Meta, sarebbe il social che ha cambiato approccio nel modo più radicale: dal settembre 2020 al settembre 2023 il traffico referral verso i dieci maggiori siti di informazione italiani secondo Similarweb si è più che dimezzato, calando di oltre il 63%.

Facebook del resto ha impresso un drastico cambiamento nella sua policy, da aggregatore di news (qualcuno ricorda ancora le iniziative, velocemente accantonate se non persino dismesse, note come News Tab e Facebook News?) a piattaforma via via sempre più simile a Instagram nella quale gli utenti restano sempre all’interno della stessa, anche quando condividono video pubblicati da editori.

Se tre anni fa il totale del traffico era di oltre 5,55 milioni di visite mensili (con picchi di oltre 7 milioni), oggi è di poco più di 2 milioni. Movimento simile, seppure meno accentuato, per X, l’ex Twitter. Il referral traffic verso l’informazione online è oggi più basso di oltre il 41% rispetto a tre anni fa, sebbene, annotano su Italia Oggi, Twitter in realtà non abbia mai portato grande traffico ai siti di news: meno di un quinto rispetto a quello di Facebook a settembre 2020, meno di un quarto oggi.

CHE COMBINA ELON?

Tra l’altro nel quartier generale di X / Twitter devono vedersela pure col cambio di proprietà che, com’è noto, non ha fatto troppo bene al social del fu uccellino azzurro. Sempre Similarweb in un altro suo report avverte infatti che con tutte le giravolte di Elon Musk il traffico di X è sceso del 14% nell’ultimo anno a livello globale. Solo il traffico generato dalle app iOS e Android è crollato del 17,8% negli Stati Uniti mentre a livello complessivo il calo è marcato anche in Gran Bretagna (-11,6%), Francia (-13,4%), Germania (-17,9%) e Australia (-17,5%).

LA BATTAGLIA DI MUSK

Quanto ai giornali, Musk, è noto, ha deciso di dichiarare guerra alle testate ospitate sul suo social. E i dati dicono che non si è fermato alle mere minacce. La società rileva che se tre anni fa il New York Times riceveva il 3-4% del suo traffico da Twitter, adesso quella percentuale è bel al di sotto dell’uno. Ricordiamo che tra le ultime strette varate dall’imprenditore di Tesla la decisione di impedire la pubblicazione dei titoli dei giornali: ora condividendo un link appare infatti solo una foto. “Ragioni estetiche” le ha definite Musk, ma la realtà è che l’imprenditore sta variando il modello del suo social, come dimostra anche l’introduzione degli abbonamenti (che dovrebbero arrivare anche su Facebook e Instagram, almeno in Europa).

L’UCCELLINO BLU FATICAVA A VOLARE ANCHE NEL 2022

Il crollo generalizzato di X comunque non è tutta colpa di Musk. Confrontando i primi nove mesi del 2023 con lo stesso periodo del 2022 (Musk ha comprato Twitter a fine 2022), Similarweb ha rilevato che il traffico del sito web di X era già diminuito dell’11,6% rispetto all’anno precedente negli Stati Uniti e del 7% a livello mondiale. Anche l’utilizzo delle app mobili negli Stati Uniti era diminuito del 12,8% nello stesso periodo.

TIKTOK IL SOLO SOCIAL IN CRESCITA

Comunque sia, se si esclude TikTok, tutti i social network hanno registrato un calo nell’ultimo anno: Facebook ha perso il 10% del traffico. Altri crescono meno: Instagram dello 0,3%, così come Whatsapp, Reddit e Linkedin con crescite tutte sotto l’1%. TikTok fa storia a se: il social amato dai giovanissimi è aumentato del 20%.

DAI SOCIAL AI MEDIA, LA FOTOGRAFIA NEGLI USA

Traffico da social ai media dimezzato (58%) anche negli USA, dove il già citato New York Times ha perso il 68% e in maniera simile anche quello del Washington Post. Per la Cnn, riporta l’interessante articolo di Italia Oggi, il calo è stato del 71%.

Non c’è stata però una parallela emorragia nelle visite (ricordiamo che la società israeliana conta le visite, non gli utenti unici): a settembre 2020 le visite complessive alla top 100 Usa erano 6,8 miliardi mensili, al settembre 2023 6,6 miliardi. La discesa c’è stata, certo, ma meno poderosa rispetto al calo del traffico da social a siti dei media e soprattutto partiva da un mese, settembre 2020, in cui il mondo era drogato dall’infodemia legata al Covid e le permanenze domestiche dovute ai lockdown facevano il resto. Tornando in Italia, sempre secondo Similarweb, Corriere della Sera e Repubblica non si discostano dalle cifre americane, con il -67% da Facebook il primo e ben oltre il -70% il secondo.

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