Si inasprisce lo scontro tra Elon Musk, patron di Twitter e l’Ue. Il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, ha avvertito il proprietario del social network che la piattaforma deve disporre di risorse sufficienti per moderare i contenuti considerati pericolosi entro il 25 agosto o rischia di violare le nuove regole fondamentali europee.
L’ULTIMATUM UE A TWITTER
“Se la tecnologia non è pronta, devono disporre di risorse sufficienti per colmare il divario. Ho parlato di questo argomento specifico con Elon Musk”, ha detto Breton lasciando la sede di Twitter, dove ha incontrato il nuovo Ceo della piattaforma Linda Yaccarino, con Musk collegato in videoconferenza da New York, come si vede nel video che lo stesso commissario ha pubblicato sul suo profilo social.
Twitter is the 1st platform to undergo a “stress test” to prepare for #DSA 🇪🇺
The company is taking this exercise very seriously.
Constructive dialogue in San Francisco🇺🇸 with @elonmusk & CEO @lindayacc ahead of the “real test” — on 25 August.
Sufficient resources will be key. pic.twitter.com/99uz5hqNUG
— Thierry Breton (@ThierryBreton) June 22, 2023
L’esponente Ue ha ribadito ai vertici di Twitter che “ci sono alcune aree che diverranno immediatamente critiche quando il regolamento sarà applicabile”. In particolar modo “tutto ciò che riguarda gli abusi sui minori, che è un argomento molto caldo per noi in Europa, come anche la disinformazione nelle elezioni”, ha detto Breton.
IL VIAGGIO DI MUSK
Musk da quando ha assunto la proprietà di Twitter ha modificato molte regole, consentendo messaggi d’odio e vere e proprie fake news, in diretta opposizione al nuovo regolamento dell’UE. Durante la sua ultima visita a Parigi la scorsa settimana, Musk ha affermato di avere tutte le intenzioni di soddisfare le richieste del Dsa, ma il suo viaggio per l’Europa, come anticipato da Start, sembra aver avuto l’intenzione opposta, ovvero spaccare il fronte europeo per trovare nelle cancellerie del Vecchio continente degli alleati.
Sul piatto Musk mette infatti la costruzione della sua seconda gigafactory europea dopo quella costruita a Berlino. Un indotto che ingolosisce particolarmente la Francia, la Spagna come pure l’Italia. È dunque possibile che nel dialogo serrato coi capi di Stato e di governo l’ex startupper abbia chiesto in cambio un alleggerimento delle norme comunitarie che stanno strette a Twitter. Una strategia che al momento non sembra avere incrinato la decisione con cui l’Ue sta affrontando le Big Tech Usa.