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Franceschini

Perché l’industria tech sballotta governo e Siae

Il ministro Franceschini ha firmato il decreto che aumenta ancora i balzelli sull’innovazione tecnologica, ovvero il compenso per la Copia privata, criticano Confindustria Digitale e Anitec. A difesa del governo si schiera la Siae. Tutti i dettagli

 

Aumenti in vista per i balzelli della Copia privata. Il ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, ha firmato il decreto che aumenta ancora i balzelli sull’innovazione tecnologica, ovvero il compenso per la riproduzione privata (Copia privata) di fonogrammi e videogrammi previsto dalla legge sul diritto d’autore.

Smartphone e tablet arrivano fino ad un compenso di 6,90 euro. Tutti i dettagli.

COSA E’ LA COPIA PRIVATA

Partiamo dal principio. La Copia Privata, si legge sul sito della Siae, “è il compenso che si applica sui supporti vergini, apparecchi di registrazione e memorie in cambio della possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d’autore. In questo modo ognuno può effettuare una copia con grande risparmio rispetto all’acquisto di un altro originale oltre a quello di cui si è già in possesso. Prima dell’introduzione della copia privata, non era possibile registrare copie di opere tutelate”. Si tratta di una specie di tassa per il copyright che esiste dal 2014.

LE NUOVE DISPOSIZIONI

Il ministro Franceschini ora ha deciso di fissare un nuovo livello di tributi per tutti i device elettronici che riproducono audio o video.

GLI AUMENTI

In particolare, si prevedono aumenti sugli smartphone e tablet che arrivano fino ad un compenso di 6,30 euro dai 64 GB ai 128 GB e di 6,90 euro dai 128 GB in su. Le nuove cifre aumentano il gettito sui smartphone del 17% e sui tablet quasi del 30%.

Il compenso su tutte le Tv dotate di funzione PVR è di 4 euro, così come per tutti i decoder aventi la medesima funzione.

INSERITI NUOVI DEVICE

Il decreto allarga la tassa anche a nuovi device, quali wearables (fit trackers e orologi smart con capacita’ di registrazione) STB e memorie interne dei Pc.

CHI DEVE PAGARE IL COMPENSO?

A pagare quella che potremmo definire la tassa sul copyright chi fabbrica o importa nel territorio dello Stato, allo scopo di trarne profitto, gli apparecchi di registrazione e i supporti vergini. Il rischio, però, è che tale costo si rifletta poi nel prezzo di listino.

IL DISAPPUNTO DI AVENIA

L’aumento dei balzelli non piace a Confindustria Digitale e ad Anitec-Assinform. “E’ chiaro che la visione ministeriale che ha guidato in questi anni il compenso per copia privata è stata quella di considerare i prodotti dell’innovazione tecnologica come mucche da mungere con balzelli sempre più ingiustificabili, invece che come opportunità per sviluppare in maniera innovativa le potenzialità di allargamento del mercato dell’industria della cultura, costruire nuovi modelli di business e di remunerazione”, hanno commentato Cesare Avenia, presidente di Confindustria Digitale, e Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform.

Il compenso per copia privata è “reso obsoleto dallo streaming che è diventato di gran lunga la modalità prevalente con cui gli italiani usufruiscono legalmente di contenuti digitali”, sostengono Avenia e Gay.

LA SODDISFAZIONE DELLA SIAE

Plauso a quanto deciso da Franceschini arriva, invece, dalla Siae, il cui presidente, Giulio Rapetti Mogol, ha espresso “soddisfazione e gratitudine” al ministro “per aver sostanzialmente lasciato invariati i diritti derivanti dalla copia privata. In questo momento, pur nella necessità di mantenere un equilibrio tra interessi contrapposti, il ministro Franceschini ha comunque garantito una equa remunerazione agli aventi diritto. Questo è certamente un importante segnale di attenzione”.

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