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Leonardo Regole Spazio

Perché Leonardo invoca regole più chiare sullo spazio

Secondo i vertici del gruppo Leonardo nel settore spaziale occorrono risposte unitarie dall'Europa o si rischia l'uscita dal mercato.

Per sfidare attori del calibro di “Bezos, Musk o Apple e Google” occorrono risposte unitarie dall’Europa nello spazio.

In Europa serve “un sistema cooperativo per mettere insieme le nostre forze e affrontare le sfide” ha sottolineato Alessandro Profumo, ad di Leonardo, al convegno “G20-L’Italia per lo Spazio, l’economia, l’industria, le regole” della Fondazione Leonardo Civiltà delle Macchine.

La Space Economy ha evidenziato un grosso divario, soprattutto tra Usa e Europa. Se negli Stati Uniti esiste una complementarietà tra la componente istituzionale e quella privata/commerciale, altrove ancora non avviene o solo in forma minore.

Inoltre, “l’attuale competizione geopolitica spaziale è molto più composita. La Cina ha bruciato numerose tappe in una manciata di anni surclassando la Russia” ha ricordato il presidente di Leonardo Luciano Carta intervenendo al convegno.

Per questo l’industria del settore è “sotto pressione”, vive una fase di “shake up molto rilevante per il quale serve anche un sistema di regole certe”, serve un quadro di regole che garantisca “prospettive certe”, ha rimarcato Profumo.

Oggi l’azienda ex Finmeccanica copre il 70% del settore spazio italiano, con 5mila persone (dirette e indirette) per un giro d’affari che vale 1,6 miliardi di euro all’anno.

Secondo il numero uno di Leonardo è necessario partecipare ai tavoli internazionali per la definizione delle regole ed indirizzare le risorse del Pnrr (2,3 miliardi di euro) su progetti che abilitino il nostro Paese a posizionarsi in modo competitivo.

Tutti i dettagli.

LA CENTRALITÀ DELL’EUROPA

Secondo Alessandro Profumo, il Vecchio Continente ha le carte in regola per competere nel settore spaziale.

“Le risposte alle domande che ci porremo oggi le possiamo dare solo in una ottica europea. È questo il messaggio chiave”, sottolinea il numero uno di Leonardo.

IL RUOLO DELL’ESA

“Leonardo è molto soddisfatta della cooperazione con il governo e con l’Agenzia spaziale italiana: come Italia siamo il terzo contributore dell’Agenzia europea, e abbiamo vinto molti programmi nella parte upstream di costruzione dei satelliti e anche nel segmento downstream, dei servizi che nascono dal mondo spaziale” ha precisato l’ad di Leonardo.

“L’Esa ha un ruolo fondamentale, ha una crescente cooperazione con la Commissione europea e credo che la sua attività vada ulteriormente sviluppata: abbiamo ancora capacità nazionali importanti, ma dobbiamo capire che la nazione per competere nello spazio è l’Europa” ha rimarcato Profumo.

OCCORRONO REGOLE CERTE NELLO SPAZIO SECONDO LEONARDO

Ma per farlo serve un sistema di regole certe. Come evidenziato da Profumo è necessario per “per fare operare le industrie” perché “ci sono  profondi cambiamenti nello scenario e negli attori che entrano in  questo mondo” come “Bezos, Mask o Apple e Google”.

Bisogna “definire una road-map europea per lo spazio” perché “in assenza di regole condivise rischiamo la ‘giungla spaziale'”, ha fatto eco il presidente di Leonardo, Luciano Carta.

IL NUOVO ASSETTO GEOPOLITICO SPAZIALE

“L’attuale competizione geopolitica spaziale è molto più composita”, ha evidenziato il presidente di Leonardo. “Innanzitutto per un mutamento dei protagonisti: la Cina ha bruciato numerose tappe in una manciata di anni surclassando la Russia. In secondo luogo per l’ingresso e il crescente ruolo dei privati nel settore spaziale, grazie anche all’abbassamento dei costi e alla riutilizzabilità dei razzi. Per ora ciò è vero solo nel mondo Occidentale e mi riferisco a SpaceX di Elon Musk, Blue Origin di Jeff Bezos, Virgin Galactic di Richard Branson”.

LA SFIDA RAPPRESENTATA DA BEZOS, MUSK MA ANCHE APPLE E GOOGLE

E proprio alla concorrenza di SpaceX (“supportata da meccanismi pubblici”), Blue Origin e Virgin Galactic ha fatto riferimento anche l’ad di Leonardo.

“Nessuno di noi ha il patrimonio di Elon Musk che può mettere in campo due miliardi, che lui può permettersi, perché sono i suoi due miliardi”, ha sottolineato Profumo. È un rischio che un capoazienda non potrebbe decidere di correre perché “verrebbe cacciato dal cda” .

Servono “risposte unitarie a livello europeo o altrimenti usciremo tutti, non solo Leonardo”, in Europa  avverte il numero uno di Leonardo.

IN VISTA DELLE MISSIONI SU LUNA E MARTE

“Ad oggi, la regolamentazione non è stata altrettanto veloce quanto l’evoluzione del settore” ha ricordato Alessandro Profumo. “Basti pensare alle prossime missioni su Luna e Marte: come potrà essere gestito il tema dello sfruttamento delle risorse che si dovessero trovare? Occorre evitare che chi arriva prima regoli lo sfruttamento”.

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