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Perché l’Antitrust stampa una maxi multa ad Hp

Hp ha ostacolato l'uso delle cartucce non originali e raccolto (indebitamente) i dati dei clienti, secondo l'Antitrust. Tutti i dettagli sulla sanzione Agcm contro il colosso Hp

10 milioni di multa per Hp. La società di Palo Alto ha ostacolato l’utilizzo di cartucce non originali: le stampanti riconoscono i prodotti “imitation” e si rifiutano di stampare.

Ecco tutti i dettagli

LA MULTA

Agcm ha sanzionato per 10 milioni di euro HP, ritenuta colpevole di pratiche ingannevoli e aggressive. Oggetto dell’articolato procedimento istruttorio nei confronti della società con sede a Palo Alto, che ha chiuso il 2018 con ricavi per circa 58 miliardi di dollari e un utile di circa 5 miliardi di dollari, è l’introduzione di limitazioni all’utilizzo di cartucce di inchiostro/toner non originali.

COSA FA HP

In particolare, secondo quanto verificato dall’Antitrust, “Hp avrebbe introdotto limitazioni all’utilizzo di ricariche di inchiostro di parti terze su stampanti a proprio marchio mediante apposite istruzioni contenute nel firmware delle stesse, che impedirebbero alle stampanti di funzionare fornendo un messaggio di errore riguardo alla qualità delle ricariche di inchiostro se diverse da quelle originali”, si legge nel testo del provvedimento.

SISTEMA DI DIFFERENZIAZIONE

Hp, su molteplici modelli venduti in Italia delle stampanti con tecnologia a getto d’inchiostro e delle stampanti con tecnologia laser, “a partire dalla fine del 2016 e dalla fine del 2017”, spiega Agcm, “ha istallato un sistema di differenziazione nella autenticazione fra stampante e cartuccia – denominato Sicurezza Dinamica ovvero DS (Dynamic Security)32 – che ha lo scopo di riconoscere se le cartucce inserite non sono dotate di un circuito elettronico originale Hp e di impedire in tal caso il funzionamento della stampante”.

NO A LIBERA SCELTA

Così facendo, la società di Palo Alto ha impedito “l’esercizio di una libera scelta da parte del consumatore “verso marchi che consentano condizioni economiche di maggior vantaggio, senza perdite sensibili di prestazioni” ed obbligando, di fatto, i consumatori ad acquistare le ricariche a marchio Hp”, ha messo per iscritto Agcm.

L’ASSISTENZA

C’è di più. Anche di fronte alla richiesta di assistenza, Hp ha prospettato ai clienti che per ripristinare l’originaria funzionalità della stampante si rendeva necessaria la sostituzione della “cartuccia in uso con una di marchio HP”. Solo “in alcune situazioni sarebbe stato possibile aggirare tale blocco della stampante, ma solo intraprendendo una “noiosa e ripetuta attività di chiusura degli avvertimenti”, si legge nel provvedimento.

NESSUN AVVISO

Hp è anche colpevole di aver “omesso di informare adeguatamente i consumatori – al momento dell’acquisto – sulla presenza di questa rilevante e significativa limitazione, inducendoli a ritenere di dover sostituire le cartucce di inchiostro/toner non originali per carenze o difetti di queste ultime e dunque ad utilizzare soltanto le cartucce originali”.

RACCOLTA DATI

L’azienda ha anche raccolto, senza avvertire, i dati dei consumatori. Hp, scrive Agcom, “dati di consumo relativi alle cartucce utilizzate, originali o non: dati utilizzati sia per creare un database utile per formulare le proprie strategie commerciali, sia per negare l’assistenza per le stampanti che abbiano utilizzato cartucce non originali, ostacolando così la prestazione della garanzia legale di conformità”.

Qui il provvedimento Agcm. 

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