Il gruppo della difesa e aerospazio francese Thales finisce sotto indagine per corruzione nell’export militare.
La scorsa settimana la polizia ha perquisito alcune sedi di Thales in tre paesi europei nell’ambito di due inchieste sulla vendita di attrezzature militari all’estero, hanno rivelato Bfmtv e Afp.
La società guidata da Patrice Caine ha confermato le perquisizioni, precisando la sua collaborazione con le autorità competenti.
Tutti i dettagli.
PERQUISITI GLI UFFICI DI THALES
Nello specifico, le perquisizioni sono state effettuate da mercoledì a venerdì presso le sedi di diverse società in Francia, Paesi Bassi e Spagna. È quanto riportato all’Afp da una fonte giudiziaria. Secondo questa fonte, tali operazioni “avrebbero luogo nell’ambito di due indagini preliminari relative in particolare ad atti di corruzione e di traffico d’influenza di pubblici ufficiali stranieri”.
LE OPERAZIONI
Come segnala Les Echos, a condurre le operazioni ci hanno pensato da 65 investigatori dell’Ufficio centrale per la lotta alla corruzione e ai reati finanziari e fiscali, 12 magistrati della Procura finanziaria nazionale, con la collaborazione delle autorità giudiziarie olandesi e spagnole, e il coordinamento di Eurojust, Agenzia giudiziaria europea.
NELL’AMBITO DI DUE INDAGINI
La prima indagine, aperta alla fine del 2016, “include in particolare accuse di corruzione di pubblico ufficiale straniero, corruzione privata, associazione a delinquere e riciclaggio, durante la vendita di sottomarini e la costruzione di una base navale in Brasile”, ha detto la fonte giudiziaria. Il riferimento è al contratto firmato nel 2008 tra Francia e Brasile per la vendita di quattro sottomarini a propulsione convenzionale del tipo Scorpene, prodotti da Naval Group. Il valore della commessa stimato all’epoca era di 5,2 miliardi di euro. Questi sottomarini dovevano integrare componenti di Thales. Una seconda parte della partnership mirava a costruire una nuova base navale e un cantiere sottomarino a Itaguaì, inaugurato nel 2018.
Sempre secondo la fonte giudiziaria, nel giugno 2023 è stata aperta la seconda inchiesta: si tratta in particolare di sospetti di corruzione e traffico d’influenza da parte di un pubblico ufficiale straniero, corruzione privata, associazione per delinquere, riciclaggio di denaro e occultamento di tali reati, nell’ambito di “varie operazioni di vendita di equipaggiamenti militari e civili all’estero”.
LA POSIZIONE DELL’AZIENDA
“Thales ribadisce che rispetta rigorosamente le normative nazionali e internazionali. L’azienda ha sviluppato e implementato un programma di conformità globale (…) che soddisfa i più elevati standard del settore”, ha fatto sapere la società di difesa.
GIÀ FINITA SOTTO LA LENTE DEGLI INQUIRENTI
Infine, Thales era già nel mirino di sospetti di corruzione: un giudice istruttore parigino dovrà presto decidere se dare seguito alle richieste della Procura nazionale delle finanze. Quest’ultima ha richiesto il rinvio a giudizio per i gruppi Thales e Dcni, insieme a tre ex dirigenti ed un intermediario per sospetta corruzione per la vendita di sottomarini alla Malesia nel 2002. Lo hanno riferito i media francesi lo scorso 20 giugno.
La procura finanziaria ha anche aperto un’indagine preliminare, rivelata nel maggio 2023, per verificare se il gruppo abbia ricorso alla corruzione per ottenere un contratto per la ristrutturazione degli aerei da caccia Mirage-2000 in India. Un’altra indagine, aperta nel dicembre 2020, esamina il trasferimento di un ex dipendente della multinazionale francese a un incarico presso le Nazioni Unite, uno dei clienti di Thales.
I NUMERI DELLA SOCIETÀ
Il gruppo della difesa e aerospazio francese ha chiuso il bilancio 2023 in positivo: oltre 23 miliardi di nuovi ordini, ricavi a 18,4 miliardi di euro, risultato operativo a 2,1 miliardi di euro (+10%) con utile netto di 1,7 miliardi di euro (+14%).
A trainare gli ordini è stata proprio la difesa, che rappresenta la metà del fatturato del gruppo e beneficia dell’aumento dei budget militari in tutto il mondo. Thales fornisce componenti elettronici per il jet Rafale di Dassault Aviation, nonché apparecchiature di comunicazione per eserciti, radar per missili terra-aria e missili a spalla noti come NLAW che hanno guadagnato popolarità sul campo di battaglia in Ucraina.