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Huawei

Perché Huawei inaugura un centro di cybersicurezza in Italia

Huawei ha aperto un centro per la cybersicurezza a Roma. "Prima e unica azienda al mondo ad aprire i codici sorgente”, ha detto De Vecchis (presidente di Huawei Italia). Formiche di Messa esulta per l'assenza del governo italiano all'inaugurazione. Tutti i dettagli

 

Huawei ha aperto un centro per la cybersicurezza a Roma. Inizialmente prevista per settembre, l’apertura del centro è stata anticipata di sei mesi e vuole essere prova di Trasparenza da parte dell’azienda cinese, finita sotto attacco negli Usa con l’accusa di spionaggio da parte di Pechino.

Huawei diventa la “prima e unica azienda al mondo ad aprire i codici sorgente”, ha sottolineato il presidente di Huawei Italia, Luigi De Vecchis, invitando il governo a mettere da parte le ragioni geopolitiche.

IL CENTRO DI CYBERSICUREZZA

E’ operativo dal 23 marzo 2021 il Cyber Security Transparency Centre, il centro di Cybersicurezza di Huawei, che fornisce “ad agenzie governative, tecnici esperti, associazioni di settore ed enti di standardizzazione, una piattaforma per comunicazioni di sicurezza, collaborazione e innovazione sugli standard di sicurezza e i meccanismi di verifica, consentendo ai nostri clienti di eseguire verifiche di sicurezza e testare le apparecchiature Huawei”, spiega l’azienda in una nota stampa.

PICCINELLI: E’ LA DIMOSTRAZIONE DELL’IMPEGNO NELLA SICUREZZA INFORMATICA

“Inauguriamo il primo centro italiano di cybersecurity di Huawei. Nei piani originali, abbiamo anticipato l’apertura di circa sei mesi, a dimostrazione dell’impegno profuso nel portare nel nostro Paese un’eccellenza nel campo della sicurezza informatica”, spiega Luca Piccinelli, Head of Cybersecurity Huawei Italia

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HUAWEI APRE I PROPRI CODICI SORGENTI

Si tratta, secondo il gruppo cinese, di una prova di massima trasparenza per l’azienda che di fatto apre il suo intero portafoglio di brevetti attraverso il codice sorgente. Siamo “l’unica azienda al mondo”, spiegano dalla società.

“Pensavamo di poter collaborare su larga scala per assicurare che nei nostri sistemi non c’è nulla pensato per danneggiare gli utenti ma non è stato così. Abbiamo dunque deciso di procedere da soli, adattandoci alle necessità di monitoraggio dei diversi Paesi” ha spiegato John Suffolk, Global Cybersecurity and Privacy Officer di Huawei.

GLI INVESTIMENTI DI HUAWEI NELLA CYBERSECURITY

Il centro italiano, che sorge a Roma, in via del Serafico, si aggiunge a quelli già operativi a Banbury (Regno Unito), Bonn, Dubai, Toronto, Dongguan e Bruxelles e testimonia l’impegni della società di Shenzen nella Cybersecurity, settore in cui Huawei investe circa 750 milioni di dollari all’anno.

DE VECCHIS: METTERE DA PARTE RAGIONI GEOPOLITICHE

Ed è in nome di questi investimenti e di questa attenzione alla materia che Luigi De Vecchis, presidente di Huawei Italia, invita il governo a “mettere da parte le ragioni geopolitiche per dare all’Italia ed alla sua economia quell’impulso per la crescita che noi siamo in grado di far cogliere”, aggiungendo che “tecnologia e geopolitica sono incompatibili. Noi paghiamo lo scotto del pregiudizio e dell’incapacità di affrontare su altri tavoli le questioni geopolitiche. Ma il mix di guerra commerciale, geopolitica e primato della tecnologia non fa altro che creare confusione”.

GLI ASPETTI DELLA MULTINAZIONALE

E poi De vecchis ha precisato: “Siamo una multinazionale come tutte le altre al mondo. Il nostro bilancio è certificato da Kpmg ed è pubblico. Siamo l’unico vendor con certificazioni di sicurezza Gsma 3Gpp-Nesas”.

“Non abbiamo nessun interesse, men che meno di natura politica, ad inserire backdoors Inoltre non c’è mai stata alcuna rilevazione in nessuna delle migliaia di istallazioni Huawei di violazione dei dati, al contrario di altre realtà”, ha aggiunto.

DE VECCHIS: SICUREZZA DATI IMPORTANTE PER HUAWEI

E ancora: “La sicurezza dei dati sensibili e la resilienza alla violazione delle reti è parte integrante degli impegni di Huawei. Gli investimenti dedicati ne sono la testimonianza più evidente”, spiega il Presidente.

“La digitalizzazione dell’economia e le tecnologie che la favoriscono quali AI, il largo impiego di IoT, Cloud, Realta Virtuale e non da ultimo l’Edge Computing, rappresentano da una parte una grossa opportunità per la crescita dell’economia e dall’altra espongono ad alto rischio le infrastrutture sensibili del Paese”.

L’ASSENZA DEL GOVERNO ITALIANO ALL’EVENTO DI HUAWEI

“Draghi non ci casca! Ecco chi (non) c’era alla kermesse di Huawei”, ha titolato la rivista Formiche di Paolo Messa (top manager di Leonardo e recente autore di un saggio con un’intervista a Steve Bannon): secondo la ricostruzione di Formiche.net diretto da Giorgio Rutelli non smentita dal gruppo cinese, il ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini (Forza Italia) ha declinato l’invito alla conferenza.

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