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Paolo Ainio

Perché Ainio si è dimesso da ePrice (sotto i colpi di Sator e Consob)

Paolo Ainio si è dimesso dal cda di ePrice. Fatti, ricostruzioni e indiscrezioni

 

Il fondatore di ePrice, Paolo Ainio, si è dimesso dal consiglio di amministrazione dell’azienda di e-commerce presieduta da Claudio Calabi.

La decisione, secondo una lettura che circola in ambienti finanziari milanesi, si fonda sulla possibilità di evitare così un’azione di responsabilità che Matteo Arpe, secondo azionista di ePrice tramite Arepo Bz, era in procinto di presentare nei confronti del consiglio di amministrazione. Andiamo per gradi.

LE DIMISSIONI

Paolo Ainio, fondatore e primo azionista di ePrice con il 22,8% del capitale, il 1 luglio ha “rassegnato le proprie dimissioni da consigliere di ePrice e dalle altre società del gruppo”, si legge in una nota del gruppo, in cui si precisa che “Ainio mantiene gli impegni di garanzia assunti nell’ambito dell’operazione di aumento di capitale di ePrice”.

Dopo che negli scorsi mesi aveva messo a disposizione del consiglio di amministrazione il mandato di amministratore delegato, Anio aveva lasciato anche l’incarico di presidente (con deleghe operative in materia di rapporti con la Pubblica Amministrazione, con gli organi di controllo del mercato finanziario e di comunicazione istituzionale), restando nel cda.

PERCHE’ AINIO SI E’ DIMESSO?

Si tratta di una decisione presa “in coerenza col percorso deciso e intrapreso dallo scorso gennaio con la rinuncia al ruolo di Amministratore Delegato e poi a marzo anche dalla carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione”, ha messo nero sua bianco Ainio annunciando ieri le dimissioni anche da consigliere.

LA RICOSTRUZIONE DI START MAGAZINE

Le dimissioni permettono di fatto ad Ainio di evitare un’azione di responsabilità che meditava da tempo il banchiere Arpe, fondatore del gruppo Sator, che tramite Arepo BZ controlla il 20,85% del capitale sociale di ePrice, e che è da tempo contesta la gestione di Ainio.

LE ACCUSE DI CONSOB

Azione di responsabilità che nascerebbe anche dal richiamo arrivato dalla Consob nei confronti dell’azienda di e-commerce per, si legge in un comunicato stampa della società, “non conformità della Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2019 alle norme che ne disciplinano la redazione”.

Consob ha chiesto alla società, infatti, di rendere noti al mercato gli elementi di informazione circa: “(i) le carenze e le criticità rilevate dalla Consob in ordine alla correttezza contabile del bilancio di cui sopra; (ii) i principi contabili internazionali applicabili e le violazioni riscontrate al riguardo; (iii) l’illustrazione, in un’apposita situazione economico-patrimoniale consolidata pro-forma – corredata dei dati comparativi – degli effetti che una contabilizzazione conforme alle regole avrebbe prodotto sulla situazione patrimoniale, sul conto economico e sul patrimonio netto del primo semestre 2019, per i quali è stata fornita un’informativa errata”.

L’OCCASIONE CHE ARPE ASPETTAVA?

Matteo Arpe più volte ha criticato la gestione Ainio e ha provato a prendere il controllo della società con una propria proposta di Consiglio di amministrazione. A marzo 2019, infatti, il banchiere ex Capitalia voleva resettare la gestione di Anio, considerato tra i padri fondatori di Internet in Italia, fondatore nel 1995 di Matrix dove è nato Virgilio, e fondatore di Banzai nel 2007. Arepo BZ, controllato da Sator Private Equity Fund, aveva chiesto l’elezione di un nuovo board in occasione dell’assemblea ordinaria convocata per il 16 aprile. Ma a vincere fu Ainio.

I NUMERI DI EPRICE

ePrice ha chiuso il 2019 con un utile a meno 41 milioni circa, contro una perdita di 14,6 milioni dell’anno precedente per effetto delle svalutazioni non ricorrenti iscritte nel corso dell’anno per circa euro 10,4. Il bilancio è stato approvato “pur in presenza di significative incertezze sulla continuità aziendale”.

I ricavi della società si sono attestati a 130,6 milioni di euro contro i 164,4 milioni di euro del 2018, con una diminuzione pari al 20,6%. I ricavi delle vendite di prodotti, in particolare dell’elettronica e degli elettrodomestici, hanno subito una contrazione del 21,9% rispetto al 2018.

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