Skip to content

pubblicità politica meta ue

Perché Meta mette al bando la pubblicità politica nell’Ue. Report Nyt

Dal 1° ottobre Meta sospenderà le inserzioni politiche nei Paesi Ue, citando un imminente regolamento dell'Ue che, secondo l'azienda, presenta "requisiti inattuabili". L'articolo del New York Times

 

La scorsa settimana Meta ha dichiarato che avrebbe interrotto la pubblicità politica sulla sua piattaforma nei paesi dell’Unione europea, l’ultima svolta nella battaglia sulla regolamentazione delle sue attività. A partire da ottobre, l’azienda bloccherà le pubblicità legate a temi politici, elettorali o sociali, citando un imminente regolamento dell’Ue sulla trasparenza della pubblicità politica – scrive il New York Times.

TENSIONI TRA BIG TECH E BRUXELLES

La decisione di Meta di ritirare la pubblicità politica è stato l’ultimo esempio delle tensioni tra le grandi aziende tecnologiche e i legislatori europei, che hanno spinto per una supervisione più aggressiva. Le aziende hanno dovuto affrontare in particolare un esame approfondito del loro approccio alla pubblicità e ai discorsi politici.

Le autorità di regolamentazione dell’Ue hanno imposto pesanti multe a Meta per aver violato altre norme, tra cui una sanzione antitrust di 230 milioni di dollari ad aprile e di 1,3 miliardi di dollari nel 2023 per la gestione dei dati degli utenti.

IMPATTI SULLA POLITICA E SULLE CAMPAGNE ELETTORALI

Il cambiamento di approccio di Meta ha ripercussioni sulla politica (si stima che le campagne abbiano speso decine di milioni di euro utilizzando le sue piattaforme per raggiungere gli elettori).

Il nuovo regolamento, che entrerà in vigore a ottobre, è stato introdotto per contrastare le preoccupazioni relative alle interferenze straniere e alla disinformazione durante le elezioni per i 27 paesi dell’Unione. I funzionari europei avevano dichiarato all’epoca che le norme avrebbero reso più facile per i cittadini riconoscere la pubblicità politica e “fare scelte consapevoli”.

COSA PREVEDE IL NUOVO REGOLAMENTO UE

In base alla legge, le piattaforme tecnologiche che diffondono pubblicità politica online devono rivelare la fonte degli annunci e rispettare restrizioni su chi possono indirizzare tali annunci. La pubblicità politica da parte di sponsor esterni all’Unione sarà vietata nei tre mesi precedenti un’elezione o un referendum.

Meta ha dichiarato che il regolamento ignora i vantaggi per gli inserzionisti e il loro pubblico. L’azienda ha affermato di aver preso una “decisione difficile”, citando “requisiti inapplicabili e incertezze legali” previsti dal nuovo regolamento.

LA LINEA DI META E GLI EFFETTI PRATICI

Questa decisione segue quella analoga presa da Google lo scorso novembre, che aveva anch’essa dichiarato che avrebbe bloccato la pubblicità politica nell’Unione europea, adducendo come motivazione le difficoltà nel soddisfare i requisiti del nuovo regolamento.

La decisione riguarderà solo gli inserzionisti politici sulle piattaforme Meta nell’Unione europea. Politici, candidati e altri utenti potranno continuare a produrre e condividere contenuti politici, “solo che non potranno amplificarli tramite pubblicità a pagamento”, ha affermato l’azienda.

ACCUSA DI SCARSA PREVENZIONE DELLA DISINFORMAZIONE

Le autorità di regolamentazione dell’Unione europea hanno accusato Meta di non disporre di misure di sicurezza adeguate contro la diffusione di disinformazione, comprese le pubblicità ingannevoli, che hanno amplificato le divisioni politiche e influenzato le elezioni. Meta ha affermato di aver già implementato procedure adeguate.

(Estratto dalla rassegna stampa estera a cura di eprcomunicazione

Torna su