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Paradromics

Paradromics, un altro chip cerebrale che fa concorrenza a Musk

Anche Paradromics si prepara a testare il suo chip cerebrale sugli esseri umani e proprio come Musk con la sua Neuralink non esclude che in futuro questi dispositivi possano essere adottati anche da persone senza gravi problemi di salute. Tutti i dettagli

 

La sfida dei chip cerebrali, come quello di Neuralink di Elon Musk, è aperta. Paradromics, una startup neurotecnologica con sede ad Austin, ha ottenuto dalla Food and Drug Administration (Fda) l’autorizzazione per testare la sua interfaccia cervello-computer sugli esseri umani il prossimo anno.

L’AZIENDA

Fondata nel 2015, finora Paradromics ha raccolto 87 milioni di dollari in investimenti di venture e 18 milioni di dollari in finanziamenti pubblici. “La missione di Paradromics è quella di trasformare condizioni di salute del cervello altrimenti non trattabili in problemi tecnologici risolvibili. Stiamo fondamentalmente costruendo un dispositivo medico per soddisfare esigenze non soddisfatte”, ha dichiarato l’amministratore delegato e fondatore della società, Matt Angle.

SIMILITUDINI E DIFFERENZE CON IL CHIP DI NEURALINK

Così come l’interfaccia di Neuralink anche quella di Paradromics consiste in una serie di piccoli elettrodi inseriti direttamente nel tessuto cerebrale. La differenza, però, sta nel fatto che invece di consentire alle persone paralizzate di controllare l’elettronica con il proprio cervello, si concentra sul fornire aiuto a chi ha perso la capacità di comunicare a causa di paralisi, Sla o di lesioni spinali. “Il motivo per cui abbiamo scelto di concentrarci sulla motricità e sul linguaggio è che si tratta di ambiti ben conosciuti nella nostra comunità di ricerca”, ha dichiarato alla Cnbc il responsabile scientifico, Vikash Gilja.

IL CHIP DI PARADROMICS

Il dispositivo di Paradromics si chiama Connexus Direct Data Interface e funziona leggendo i segnali cerebrali del paziente per interpretarne il linguaggio. Nella pratica misura e traduce i segnali che vengono inviati attraverso un ricetrasmettitore sotto la pelle del torace e a un dispositivo esterno. L’interfaccia, come spiegava un anno fa Angle, richiede un intervento chirurgico invasivo al cervello e ha una durata di circa 10 anni, sarà alimentata in modalità wireless e non richiederà alcuna ricarica.

“L’unica cosa che l’utente dovrà fare è sottoporsi a una breve procedura di calibrazione per imparare la mappatura dei segnali elettrici e delle intenzioni – ha precisato Gilja -. Ma una volta appresa questa mappatura, il sistema può essere utilizzato”.

Il Ceo ha poi dichiarato che prevede che l’impianto sarà disponibile in commercio entro il 2029 e che sarà venduto al prezzo di circa 100.000 dollari.

USI FUTURI DEI CHIP…

Paradromics ha fatto sapere che i primi chip cerebrali saranno probabilmente utilizzati solo per trattare condizioni mediche gravi, ma che in futuro potrebbero essere sfruttati anche per altre applicazioni. “Penso che tra 20 anni la conversazione potrebbe essere diversa – ha detto Angle – e che alcuni di questi dispositivi potrebbero avere anche applicazioni per i consumatori. Nel frattempo, però, ci concentriamo sulla costruzione di dispositivi sicuri, affidabili e robusti per le persone affette da patologie fisiche e mentali”.

“Il cervello è un organo super affascinante – ha aggiunto -. Abbiamo circa 85 miliardi di neuroni e ogni neurone è un milione di volte più lento di un chip di computer. Eppure, il cervello fa cose incredibili. Ciò significa che se si vuole far entrare e uscire i dati dal cervello, bisogna essere in grado di parlare con una tonnellata di neuroni diversi contemporaneamente. Ed è da qui che nasce l’enfasi sulla costruzione di questi dispositivi ad alta velocità e ad alta velocità di trasmissione dei dati”.

Anche Musk ha accarezzato l’idea di “fondere gli esseri umani con l’intelligenza artificiale”, scrive Vox. “Di tutte le imprese di Elon Musk – le auto Tesla, i razzi SpaceX, l’acquisizione di Twitter, i piani per colonizzare Marte – la sua segreta società di chip cerebrali Neuralink potrebbe essere la più pericolosa – afferma l’articolo -. A cosa serve Neuralink? A breve termine, ad aiutare le persone paralizzate […] Ma questa non è la risposta completa”. Lo stesso Musk ha affermato che l’ambizione a lungo termine è “raggiungere una simbiosi con l’intelligenza artificiale” in modo da non “rimanere indietro” quando l’IA sarà più sofisticata.

…E POTENZIALI RISCHI

Tuttavia, oltre ai rischi che l’impianto può provocare nei pazienti che si sottopongono all’intervento, come osserva Vox, ci sono anche rischi etici per la società in generale che vanno al di là del solo Neuralink. Diverse aziende stanno sviluppando tecnologie che si collegano al cervello umano, in grado di decodificare ciò che accade nella nostra mente e che hanno il potenziale di erodere la privacy mentale e di rafforzare la sorveglianza.

La Cina, per esempio, pur essendo partita in ritardo con le interfacce computer-cervello, all’inizio del 2024 ha riferito dei progressi che intende fare nei prossimi anni e nelle linee guida etiche, elaborate da una commissione del Pcc, insieme alle indicazioni per lo sviluppo di dispositivi a scopo terapeutico si parla anche di finalità “aumentative”, ovvero destinate a “migliorare le capacità delle persone sane”, tra cui “la modulazione dell’attenzione, la regolazione del sonno e della memoria”.

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