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Changxin

Tutte le mosse dei Paesi Bassi sulla fotonica per i chip

I Paesi Bassi investiranno 1,1 miliardi nella fotonica per i microchip, con l'obiettivo di diventare leader mondiali di questa tecnologia e arginare la Cina. Tutti i dettagli.

I Paesi Bassi investiranno 1,1 miliardi di euro in tecnologie fotoniche di nuova generazione. L’obiettivo è favorire la nascita di un nuovo “campione nazionale” dei microchip paragonabile ad ASML, società che realizza macchinari per la litografia ultravioletta estrema (EUV), un processo che consente di produrre semiconduttori su scale ridottissime.

L’IMPORTANZA DELLA FOTONICA

La Commissione europea ha classificato la fotonica tra le sei “tecnologie abilitanti chiave” (key enabling technologies), ovvero quelle potenzialmente in grado di permettere un cambiamento radicale all’industria e all’economia. Come riassume Bloomberg, la fotonica permette la trasmissione di informazioni attraverso la luce piuttosto che tramite segnali elettronici, e può venire impiegata per la manifattura di chip.

Martijn Heck, professore di Fotonica all’Università di Eindhoven, ha spiegato che la fotonica permette di trasferire più dati e con meno energia. È molto versatile, perché può essere impiegata per la guida autonoma ma anche per le infrastrutture di dati per la connettività 5G e per il computing quantistico. Heck la considera una tecnologia strategica, che l’Unione europea dovrebbe sviluppare da sé perché “se non controlli questa filiera, non saprai mai cosa succede esattamente e se stiano venendo costruite delle back door dentro i chip. Alla fine è una questione di sicurezza statale”.

IL RUOLO DI PHOTONDELTA

L’iniziativa delle autorità nederlandesi è stata presentata giovedì scorso a L’Aia ed è guidata da PhotonDelta, l’agenzia governativa istituita proprio con lo scopo di sviluppare la tecnologia fotonica nei Paesi Bassi.

L’organizzazione finanzierà duecento startup per stimolarne lo scale-up in ventisei aziende consolidate. Il governo nederlandese parteciperà ai fondi con 471 milioni di euro; la somma restante verrà fornita da vari partner come la University of Technology di Eindhoven e l’Università di Twente, a Enschede.

I PAESI BASSI DOMINERANNO IL MERCATO DELLA FOTONICA?

L’amministratore delegato di PhotonDelta, Ewit Roos, pensa che i Paesi Bassi domineranno il mercato internazionale dei chip prodotti con la fotonica, replicando il successo di ASML, di fatto monopolista globale nei macchinari per la litografia ultravioletta estrema. La capitalizzazione di mercato di ASML è maggiore di quella di Intel, il più grande produttore di processori per computer.

Secondo Roos “il settore fotonico nei Paesi Bassi dovrebbe avere un fatturato di 5 miliardi di euro nel 2030”, con una quota di mercato fino al 30 per cento.

NON È LA PRIMA VOLTA

Non è la prima volta che i Paesi Bassi entrano nel settore della tecnologia fotonica. Nel 2020, per esempio, il governo ha investito 20 milioni di euro Smart Photonics, un’azienda di Eindhoven che produce chip attraverso la fotonica. A muovere le autorità, in quel caso, era l’intenzione di contrastare l’interesse della Cina per una tecnologia di grande valore strategico.

Ewit Roos ha spiegato che c’era “una società cinese di venture capital, sostenuta da molti soldi del governo” di Pechino interessata a Smart Photonics. Le autorità dell’Aia, però, volevano evitare che la Cina mettesse mano sulle tecnologie di fotonica, e che queste ultime rimanessero all’interno del paese. “Abbiamo dato un segnale molto forte alla Cina nel 2020”, ha detto Roos.

L’INTERESSE DELLA CINA

Il dirigente di PhotonDelta ha dichiarato che i cinesi sono ancora interessati nelle aziende nederlandesi di fotonica. Un interesse che il governo cerca però di contrastare, ad esempio imponendo ad ASML il divieto di vendere i suoi sistemi di litografia ultravioletta estrema in Cina.

Roos riconosce che i Paesi Bassi hanno commesso delle ingenuità sulle tecnologie strategiche, in passato. “Abbiamo investito un sacco di soldi e di ricerca nelle celle solari ma abbiamo perso l’intera industria a favore della Cina”, che è nettamente la maggiore produttrice di pannelli fotovoltaici al mondo. “Questa volta abbiamo l’opportunità di fare le cose diversamente”.

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