ASML, società nederlandese che sviluppa sistemi di litografia per i semiconduttori, ha accusato un’azienda cinese di aver violato le sue proprietà intellettuali e di averle utilizzate per commercializzare dei prodotti tecnologici.
CHI È L’AZIENDA CINESE SOTTO ACCUSA
La compagnia cinese accusata da ASML di violazione di proprietà intellettuale – pare però che il furto riguardi un software e non tecnologie core per la litografia ultravioletta estrema – è Dongfang Jingyuan Electron. È associata a XTAL, compagnia tecnologica cinese che avrebbe già sottratto segreti industriali ad ASML.
“PICCOLO GIGANTE”
Lo scorso maggio Dongfang Jingyuan ha ricevuto dalle autorità cinesi la designazione di “piccolo gigante”: viene concessa da Pechino a quelle startup che rientrano nel piano di sviluppo dell’industria tecnologica nazionale. Bloomberg la descrive come un’etichetta di “endorsement governativo” che segnala, agli investitori, che la società è sottoposta a un regime regolatorio di favore.
LA COMPETIZIONE SUI SEMICONDUTTORI
La notizia si inserisce nella competizione globale per i microchip, o semiconduttori, dei componenti elettronici fondamentali per tante industrie diverse. Ad oggi la loro fabbricazione si concentra in una manciata di paesi asiatici (Taiwan e Corea del sud), ma praticamente tutti i governi (dagli Stati Uniti alla Cina all’Unione europea) vogliono aumentare il loro peso in questo settore. Non solo: vogliono dotarsi di capacità di sviluppo e manifattura di chip interne ai propri territori, per ridurre la dipendenza dall’estero e tutelarsi in caso di nuove crisi degli approvvigionamenti (quella attuale va avanti da oltre un anno, e non si risolverà a breve).
L’IMPORTANZA DI ASML PER L’EUROPA
In questa competizione ASML è il principale asso nella manica dell’Unione europea, che sui microchip è generalmente indietro: la sua fetta nel mercato globale è dell’8 per cento; quella americana, per fare un confronto, è del 47 per cento. Bruxelles vorrebbe recuperare terreno, e ha recentemente pubblicato un piano da 43 miliardi di dollari che dovrebbe aiutarla a raggiungere l’obiettivo, chiamato European Chips Act.
La Commissione conta di portare la quota comunitaria al 20 per cento entro il 2030, ma è difficile: per i tempi ridotti; per il grado di investimenti richiesti (una singola fabbrica avanzata di chip costa 20 miliardi); e per i dubbi dei colossi stranieri circa i livelli di assorbimento del mercato europeo, che chiede principalmente chip per auto ma i più remunerativi sono quelli per l’elettronica.
ASML però è un’azienda europea – ha sede nei Paesi Bassi – ed è peraltro monopolista nei macchinari per la litografia ultravioletta estrema (EUV), un processo che consente di produrre semiconduttori su scale ridottissime.
LO SCONTRO AMERICA-CINA SUI CHIP
La Cina non possiede, al momento, capacità avanzate sui microchip e, fintantoché non disporrà di un ecosistema interno sufficientemente progredito, deve rifornirsi dall’estero. È una vulnerabilità che potrebbe comprometterne l’ascesa tecnologica, e che gli Stati Uniti – restringendole le possibilità di accedere a tecnologie proprie e di terze parti – stanno sfruttando per danneggiarla.
LE PRESSIONI SUI PAESI BASSI (E SU ASML)
Nel 2019 il governo americano ha iniziato a fare pressione sulle autorità nederlandesi per convincerle a non concedere ad ASML l’autorizzazione di vendita dei suoi sistemi EUV alla Cina. Autorizzazione che, ad oggi, l’azienda non ha ancora ottenuto.