Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha aperto un’indagine su Nvidia, la più importante azienda di semiconduttori al mondo per capitalizzazione di mercato, per un possibile abuso di posizione dominante nel settore dei microchip per l’intelligenza artificiale.
Nvidia vale grossomodo l’80 per cento del mercato dei chip per l’intelligenza artificiale e, stando a quanto si legge sul giornale americano The Information, potrebbe aver fatto pressioni sulle società di cloud computing per convincerle a non acquistare componenti da altri fornitori. Le società di cloud “affittano” la potenza di calcolo dei server di Nvidia agli sviluppatori di sistemi di intelligenza artificiale.
COSA SAPPIAMO DELL’INDAGINE DEL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA AMERICANO
Il dipartimento di Giustizia sta indagando anche sulla possibilità che Nvidia applichi dei costi aggiuntivi sulle proprie apparecchiature di rete a quei clienti che utilizzano chip prodotti da società rivali come Advanced Micro Devices o Intel. Pare inoltre che Nvidia limiti la quantità di chip acquistabili a quei clienti che non sono interessati anche ad altri prodotti.
Infine, le autorità statunitensi stanno approfondendo l’acquisizione di Run:ai per verificare se la startup di software per l’intelligenza artificiale stia o meno aiutando i propri clienti a utilizzare unità di elaborazione grafica (Gpu, in gergo) non prodotte da Nvidia, e se questa cosa sia cambiata dopo l’operazione.
LA REPLICA DI NVIDIA
Un portavoce di Nvidia ha detto a Reuters che “siamo in concorrenza sulla base di decenni di investimenti e di innovazione, rispettando scrupolosamente tutte le leggi, rendendo Nvidia disponibile apertamente in ogni cloud e on-prem per qualsiasi azienda e garantendo che i clienti possano scegliere la soluzione migliore per loro”.
LA PRESSIONE POLITICA
A premere sul dipartimento di Giustizia affinché indaghi su Nvidia sono anche i gruppi progressisti al Congresso – inclusa la senatrice del Partito democratico Elizabeth Warren -, molto sensibili al contrasto dei monopoli e favorevoli a un maggiore controllo governativo sulle grandi compagnie tecnologiche.
COME VANNO LE AZIONI DI NVIDIA
Dopo aver raggiunto una capitalizzazione di 3300 miliardi di dollari grazie all’esplosione dell’interesse per l’intelligenza artificiale, nelle ultime settimane le azioni di Nvidia sono in calo: nel premarket di venerdì scorso – l’articolo dell’Information è stato pubblicato giovedì 1 agosto – hanno perso il 3,6 per cento, e dal 10 al 30 luglio sono diminuite del 23 per cento. Gli investitori hanno cominciato a chiedersi se i grossi investimenti fatti nell’intelligenza artificiale daranno i risultati attesi e in questa fase preferiscono concentrarsi sulle società a minore capitalizzazione di mercato, che saranno maggiormente avvantaggiate quando la banca centrale degli Stati Uniti (la Federal Reserve) deciderà di tagliare i tassi di interesse.
TUTTI GLI OCCHI SU CEREBRAS SYSTEMS
Certamente più piccola di Nvidia è Cerebras Systems, azienda statunitense specializzata nella progettazione di semiconduttori per l’intelligenza artificiale e nata otto anni fa che diversi analisti considerano una possibile minaccia alla supremazia della compagnia californiana: i chip di Cerebras, infatti – il modello principale è il CS-3 -, sono considerati più performanti perfino di quelli di Intel e AMD.
La startup ha una valutazione di oltre 4 miliardi di dollari, tra i suoi finanziatori c’è l’Abu Dhabi Growth Fund e di recente ha presentato domanda per un’offerta pubblica iniziale negli Stati Uniti. Il momento, tuttavia, considerato il raffreddamento degli interessi per l’intelligenza artificiale, potrebbe non essere il migliore.