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Putin

Nucleare, perché Putin rilancia lo schieramento missile balistico Sarmat

Putin ha dichiarato che il missile intercontinentale balistico Sarmat sarà dispiegato "nel prossimo futuro", come già preannunciato lo scorso febbraio. Noto anche come Satan II, è in grado di trasportare più testate nucleari. Tutti i dettagli

I primi missili Sarmat saranno pronti per il dispiegamento “nel prossimo futuro”, parola di Putin.

Come già fatto lo scorso febbraio, il presidente russo Vladimir Putin è tornato a ventilare il dispiegamento di questi missili balistici intercontinentali pesanti trasportabili, che sono capaci di contenere fino a 10 testate nucleari con un solo vettore, veicolandole fino all’altro capo del globo.

Dall’inizio del conflitto in Ucraina Putin ha ripetutamente avvertito che la Russia è pronta a usare tutti i mezzi, comprese le armi nucleari, per difendere la sua “integrità territoriale”.  Fino alla scorsa settimana, tuttavia, Putin ha affermato che le forze ucraine non hanno “alcuna possibilità” nella loro attuale controffensiva. Pertanto Mosca non ha bisogno di ricorrere alle armi nucleari.

C’è “un rallentamento della controffensiva ucraina” e “il nemico sta subendo perdite serie” ha dichiarato il capo del Cremlino parlando ai laureati della accademie militari. Secondo Putin gli ucraini hanno perso finora “245 carri armati e 678 blindati di vario tipo, compresi francesi e americani”, ma le forze di Kiev “non hanno e esaurito il potenziale per l’avanzata”, come riferisce l’agenzia Interfax.

Tutti i dettagli sul missile Sarmat, ritenuto il missile balistico intercontinentale a più lungo raggio al mondo, che ha subito ritardi nello sviluppo.

LE PAROLE DI PUTIN

“Il compito più importante è lo sviluppo della triade nucleare, che è una garanzia chiave della sicurezza militare e della stabilità della Russia”, ha spiegato Putin, aggiungendo che i missili balistici intercontinentali “Sarmat”, noti anche come “Satan II”, in grado di trasportare una decina di testate nucleari, saranno presto “disponibili per l’uso in combattimento”. “Già circa la metà delle unità e delle formazioni delle forze missilistiche strategiche sono equipaggiate con gli ultimi complessi Yars e le truppe vengono riattrezzate con moderni sistemi missilistici con la testata ipersonica Avangard”, ha detto ancora il presidente russo.

IL MISSILE SARMAT NOTO ANCHE COME SATAN 2

Sarmat, il missile balistico più grande della Russia, è progettato per effettuare attacchi nucleari su obiettivi a migliaia di missili di distanza negli Stati Uniti o in Europa.

L’RS-28 Sarmat è un ICBM “super-pesante” basato in silos. Responsabile dello sviluppo è l’azienda russa Makeyev Rocket Design Bureau a partire dal 2009.

Il missile da 35 metri ha un raggio d’azione di 18.000 km e può raggiungere velocità di mach 20. È in grado di trasportare un carico utile fino a 10 testate.

Come spiegava Rid, “il missile è in grado di trasportare un carico pagante di 10 t, potendo montare tra 10 e 16 testate nucleari MIRV (a seconda del potenziale), o in alternativa una combinazione di testate e contromisure (che consentirebbero, secondo i russi, di superare qualunque difesa antibalistica), o ancora un numero non specificato di veicoli di rientro ipersonici (Hypersonic Glide Vehicle, HGV) AVANGARD”.

DISPIEGAMENTO PIÙ LENTAMENTE DEL PREVISTO

Nel 2016 la Russia ha testato con successo il motore per il primo stadio. Nel dicembre 2017 è avvenuto il primo test per valutare la fase di fuoriuscita dal silos.

Ma il suo dispiegamento è proceduto più lentamente del previsto, ricorda Reuters.

Il 20 aprile 2022 Mosca ha testato con successo il missile balistico intercontinentale RS-28 Sarmat presso il cosmodromo di Plesetsk. In quell’occasione, il ministero della Difesa aveva dichiarato di aver colpito obiettivi a più di 5.600 km di distanza nella penisola di Kamchatka vicino all’Alaska. Inoltre, la Russia aveva dichiarato il missile sarebbe stato operativo entro l’autunno di quell’anno.

All’epoca Dmitry Rogozin, allora capo dell’agenzia spaziale russa, affermò che i missili sarebbero stati schierati con un’unità nella regione di Krasnoyarsk in Siberia, a circa 3.000 km, a est di Mosca. Sempre Rogozin aveva dichiarato che sarebbero stati collocati negli stessi siti e negli stessi silos dei missili Voyevoda di epoca sovietica che stanno sostituendo, salutando la nuova “super-arma” come un evento storico che garantirebbe la sicurezza dei figli e dei nipoti della Russia per i prossimi 30-40 anni.

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