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Netflix

Come e perché Netflix oscilla sul trono dello streaming (Wall Street non apprezza)

Nonostante i guadagni del secondo trimestre in linea con le aspettative, il calo degli abbonati statunitensi ha fatto precipitare il titolo Netflix in Borsa. A preoccupare gli investitori anche l'intensificarsi della concorrenza tra Disney, At&t e Apple.

Per la prima volta dal 2011, Netflix ha perso abbonati negli Stati Uniti. E le azioni della società di Los Gatos sono crollate fino al 12% alla notizia di una crescita mediocre e di un rallentamento proprio in casa a sorpresa nel secondo trimestre del 2019.

La piattaforma di video streaming numero uno al mondo è destinata a cedere il posto alla concorrenza di Disney e Apple? Il ceo Reed Hastings rassicura: “Non c’è niente” da spiegare, convinto che “se gli investitori credono nella internet Tv, la nostra posizione nel mercato è veramente forte”.

COSA NON VA CON GLI ABBONATI

La società californiana ha archiviato la seconda trimestrale con solo 2,7 milioni di abbonati globali in più, 2,83 milioni in più rispetto al trimestre precedente e 23 milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Tuttavia, gli analisti si aspettavano un incremento di quasi 5 milioni trimestre su trimestre. Molto lontano dal record di 9,6 milioni di nuovi abbonati registrato nel primo trimestre del 2019. Netflix ha ora 151,5 milioni di abbonati a livello globale confermandosi leader nel settore. La società confida di raggiungere altri 7 milioni di abbonati nel prossimo trimestre.

SOPRATTUTTO QUELLI IN CASA

Ma a preoccupare investitori e analisti è soprattutto l’andamento degli abbonati in casa. Negli Stati Uniti, il suo più grande mercato con oltre 60 milioni di utenti, Netflix ha perso infatti 130.000 abbonati nel trimestre contro i 55,96 milioni di un anno prima.

COLPA DEL COSTO DELL’ABBONAMENTO?

Vero è che a gennaio la società guidata da Hastings ha alzato i prezzi per tutti i clienti statunitensi e non solo. Il prezzo di un abbonamento Netflix standard ora costa 13 dollari al mese, un dollaro in più rispetto a quello del rivale Hulu. I recenti aumenti dei prezzi possono essere in parte responsabili di questa pausa nella crescita, anche se proprio gli aumenti hanno dato una spinta al profitto.

TUTTI I NUMERI DELLA TRIMESTRALE

Nel secondo trimestre del 2019 i ricavi sono saliti del 26% a 4,9 miliardi di dollari ma i profitti sono scesi a 271 milioni di dollari da 384 milioni di dollari messi a segno nello stesso periodo del 2018. In termini di profitti per azione, si è passati a 60 da 76 centesimi, sopra le stime di 56 centesimi. Per il terzo trimestre la società di Los Gatos stima ricavi per 5,25 miliardi di dollari e un utile per azione di 1,04 dollari.

LE RASSICURAZIONI DI HASTINGS

Con i suoi abbonati, Netflix continua a dominare sia in Usa sia all’estero ma il trend preoccupa. Ed è difficile ignorare la concorrenza che incombe. Ma il ceo Reed Hastings ha accusato il rialzo dei prezzi e la mancanza di contenuti originali per portare nuovi abbonati della stagnazione della crescita.

STRANGER THINGS SISTEMERÀ TUTTO

Per la società le nuove stagioni di The Crown, Orange Is the New Black e Stranger Things dovrebbero riportare la crescita in pista. Sono infatti i contenuti originali la vera forza della piattaforma. La terza stagione di Stranger Things, che ha debuttato nel primo fine settimana di luglio, ha attirato 26,4 milioni di spettatori unici nei primi quattro giorni della sua uscita negli Stati Uniti, secondo i dati di Nielsen. Stranger Things è diventata “la serie originale di Netflix più guardata che abbiamo mai analizzato”, secondo la società di dati degli spettatori.

NON TEMIAMO LA CONCORRENZA

Gli investitori temono che l’arrivo nel mercato di riferimento di servizi rivali come quelli di Walt Disney, Apple, AT&T e Comcast possa frenare le prospettive di crescita future di Netflix. Tanto più che “Friends” e “The Office” – due delle serie tv più guardate sulla piattaforma – lasceranno Netflix rispettivamente entro la fine dell’anno e a cominciare dal 2021. Su questo Hastings non ha dubbi: “Gran parte del nostro catalogo nazionale, e infine globale, della Disney, così come di Friends, The Office e altri contenuti concessi in licenza finiranno nei prossimi anni, liberando budget per contenuti più originali”.

SI CONTINUA A SPENDERE

Gli analisti prevedono che Netflix investirà 15 miliardi di dollari di contenuti quest’anno. La strategia dunque rimarrà sempre la stessa: continuare a pompare miliardi di dollari nei propri spettacoli e film. Il punto è che la società utilizza il debito per contribuire a finanziare la massiccia spesa in produzioni originali. Il debito a lungo termine si è attestato a  12,6 miliardi di dollari a fine giugno, rispetto ai 10,3 miliardi di dollari di marzo.

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